GUIDA  Portici/Villa Nava

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Villa Nava

Indice

Storia

La residenza, col nome di Villa Leucopetra, fu originariamente edificata nel 1520 per volontà del poeta e letterato cosentino Bernardino Martirano, Segretario del Re di Napoli. Purtroppo, per volere di Claudio Gausher, fu interamente ricostruita nel 1854 dall'architetto Nicola Stessano. Praticamente nulla resta dell'elegante struttura rinascimentale. La fabbrica era sobria ed elegante, dotata di un ricco giardino in vista sul golfo, di una cappella e di ben due teatri, di cui uno all'aperto. Tale era la bellezza della Leucopreta che Carlo V vi soggiornò per tre giorni, come ricorda la lapide sulla destra del portone.

Il portone

Descrizione

L'edificio presenta uno sviluppo planimetrico estremamente disarticolato; non rimangono testimonianze, dal punto di vista strutturale, della fabbrica originaria. Il portale è semplice ed architravato, con un arco a tutto sesto. Il basamento è in bugnato liscio, così come i piedritti agli angoli dell'edificio. Le finestre del piano nobile sono tutte decorate con timpani lineari ed incorniciate. Le luci del secondo piano non presentano nè timpani nè cornici; sono sormontate da una sorta di tettuccio spiovente. Tutte le luci ottocentesche (sono state, infatti, posteriormente realizzate delle finestre deturpando la facciata) presentano un balcone, con l'eccezione della finestra al piano nobile, in corrispondenza del portale. Il terzo piano sull'ala sinistra è un'ulteriore superfetazione posteriore.

Curiosità

Bernardino Martirano chiamò la sua villa Leucopreta realizzando un triplice gioco linguistico; egli era, infatti, come tutti gli umanisti, un cultore del mondo classico ed un fine linguista. Leuco preta in greco significa pietra bianca. Il luogo dove Martirano realizzò la villa era, infatti, in passato noto col nome di Pietrabianca per distinguerlo dalla zona ancora oggi chiamata Pietrarsa (cioè pietra arsa, quindi scura). Sembra che il toponimo, desueto già all'epoca di Martirano, derivasse da una grossa pietra miliare bianca. Leucopreta era, inoltre, il nome di una località dell'antica Grecia dove si effettuavano i Giochi Istmici, fra i più importanti giochi panellenici. Martirano fece della sua villa un luogo di giochi, tornei e competizioni erudite, attorniandosi di artisti ed umanisti fra i più famosi di Napoli. Infine Leucopreta era, anche, il nome di una ninfa. Martirano, infatti, pensò bene di costruire nel giardino un ninfeo fra i più belli del regno. Il nome Leucopreta si riferiva, quindi, ad un antico toponimo, al sontuoso ninfeo e ai Giochi Istmici.

Memorie Storiche

Diego Rapolla nel libro Memorie Storiche di Portici (1891) così racconta del famoso soggiorno dell'Imperatore presso la villa (pag. 64 e ss.):

Venivano a piccole giornate dall'aver traversati gli Appennini, perchè l'Imperatore sbarcò a Reggio di Calabria e visitò la Puglia e la Terra di Lavoro, e per la via che ancora oggi si noma delle Calabrie entrò in Portici ed andò a sostare con tutto il seguito presso il luogo detto Pietrabianca.

Il Rapolla, ancora, ricostruisce il fasto della villa che era un affermato luogo di ritrovo per artisti, uomini illustri ed umanisti:

Pietrabianca o Leucopreta adunque era una grandiosa e magnifica villa del celebre Berardino Martirano da Cosenza, quel letterato milionario, il quale stanco dai lavori scientifici e più dal peso degli affari derivanti dal suo alto uffizio di Segretario del Reame, e per le onorifiche attribuzioni che conferivangli, siccome funzionante da protonotario prima della presa di possesso di tal sommo grado da Errico Conte di Nassau, ed altre molte, pensò crearsi un'oasi tranquilla nei dintorni incantevoli di Napoli, rumorosa e turbolenta. Prescelse un luogo tra i casali di Portici e San Giovanni, in sulla riva del mare. Nomò quel suo pelagio La Leucopreta per sontuosissimo ninfeo che conteneva [...] e là come gli antichi abitatori della greca Leucopreta sull'istmo di Corinto apprestava delle giostre, dei tornei, delle palestre in cui gareggiavasi tra i più dotti e valenti del tempo nelle scoperte scientifiche, letterarie, nell'arte di poetare, della melodia, della pittura e della scultura. Il Costanzo, il Rota, il Tansillo Venosino, il Sabbatini, il Giovanni Merliani convenivano in quell'amenissima villa a leggiadri trattenimenti, in presso che quotidiane accademie. Il poeta Anisio, verseggiando, leva alle stelle la bellezza e la magnificienza della Leucopreta [...]

Il pelagio era vasto di speciosa architettura e sontuosamente decorato. Dal lato di Mezzogiorno guardava l'isola di Capri, la spiaggia sorrentina ed un mare immenso; verso l'occidente scorgeasi come reina incoronata la cerulea Partenope; all'oriente la vista si allegrava con pittoresche e verdeggianti terre sottoposte al Vesuvio, che pareano seguirsi non interrotte sino alle montagne di Castellammare, formando una sequenza di vallicelle e montagnette e foreste nereggianti e di ameni ritrovi dall'incomparabile leggiadria. Dalla parte nord del pelagio delineavasi l'alto e superbo Vesuvio il quale torreggiava sopra l'odorosa e lussureggiante selva più sopra descritta, la quale accresce al luogo salubrità pace ed incanto. [...] L'interno del pelagio era poi quanto di più fastoso e severamente elegante e nobile possa mai crearsi. [...] Eranvi affreschi dei più rinomati artisti del tempo, siccome tele pregevolissime, e qualche lavoro di scultura che oggidì ancora si ammira [...]

Indirizzo

Corso Garibaldi, 239

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