GUIDA  Sanremo

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Foto Sanremo:
2012, 2009, 2008
Edificio di Bussana Vecchio

Sanremo è situato in Liguria in Provincia di Imperia. Il 13 ottobre si festeggia il Patrono, San Romolo.

Confina con i comuni di: Taggia, Ceriana, Bajardo, Apricale, Seborga, Ospedaletti e Perinaldo.

Indice

Da Vedere

  • Cattedrale di San Siro
  • Chiesa di San Giuseppe
  • Chiesa di Santo Stefano
  • Casinò Municipale, in stile liberty

Dove Mangiare

  • Ristorante Pignese Dal 1919, Piazza Sardi, 7. Tel. 0184-501929. Chiuso lunedì.
  • Osteria Degli Artisti, Via Bussana Vecchia, 112
  • Ristorante Da Giannino, Corso Cavallotti, 76. Tel. 0184-504014. Chiuso domenica.
  • Osteria Pizzeria 3 Scalini, Piazza Sardi, 2
  • Ristorante Cinese - La Muraglia, Via Roma, 136
  • Ristorante Paolo e Barbara, Via Roma, 47. Tel. 0184-531653. Chiuso mercoledì e giovedì.
  • Ristorante Don Fernando, Via Gaudio, 61
  • Ristorante Gambero Rosso, Corso Matteotti, 71
  • Ristorante Il Profumo Del Mosto, Piazza Colombo, 40
  • Ristorante L'Airone, Piazza Eroi Sanremesi, 12

Informazioni Utili

Icona biblio t.gif Biblioteche Icona asso t.gif Associazioni Icona memorie t.gif Memorie Storiche

Bibliografia

  • Storia della città di Sanremo, G. Rossi (1867)
  • Note storiche sanremesi, A. Canepa (1924)
  • Sanremo antica, A. Bacherini (1962)
  • Sanremo, il suo clima e i suoi monumenti, F. Onetti (1877)
  • Imperia e Sanremo, Maria Lobello, Ed. Mondadori Electa (2007)

Memorie Storiche

In Corografia fisica, storica e statistica (1837) così viene descritto il comune:

S. Remo è il giardino della riviera occidentale, come lo è Nervi di quella di Ponente: della sua origine ecco ciò che narrasi. Presso l'antico villaggio marittimo, detto Villa Matuziana, venne a morte il Santo Vescovo di Genova Romolo successore di S. Siro, cui erano stati donati diversi fondi rustici. Per venerazione al pio prelato gli abitanti di Matuziana incominciarono a chiamar quella villa Terra di S. Romolo: ma i Saraceni la rovinarono, e gli abitanti scampati all'eccidio ripararono sul colle vicino, costruendovi un borgo fortificato, col nome di Castel-S. Romolo. Cessato il periglio delle incursioni nemiche, alcuni per maggior comodo ritornarono al piano, dando origine ad un'altra borgata, cui distinsero col titolo di San Remo per indicare la fratellanza tra i due luoghi! Secondo l'opinione di altri cronisti, i genovesi approdati nel secolo IX alla spiaggia di Matuziana, per trasportare in Genova il corpo del loro Santo Vescovo Romolo, lasciarono il di lui nome ad un borgo ivi da essi fabbricato: un secolo dopo, l'altro Vescovo genovese Teodolfo trovò devastato dai Saraceni il borgo di S. Romolo, e un altro ne fondò, che venne detto San-Rerno. Ma da alcuni atti autentici del vescovo genovese Sabatino deducesi ch'ei si portò al Castel di S. Romolo, d'onde trasferì in Genova con solenne pompa le reliquie di quel Santo; dunque nel nono secolo il castello già esisteva, e per una bizzarra elisione o per altra non conosciuta causa fu poi detto S. Remo.

Ciò premesso avvertasi, che sebbene nel 1170 i Sanremesi appariscano liberi, in una triplice lega formatasi contro le piraterie pisane tra i Comuni di Genova, Nizza e S. Remo, tuttavia è forza il riconoscere che i Vescovi di Genova ebbero sotto la loro signorìa il castello di S. Romolo e il territorio adiacente sino al 1296; nel qual anno il pio prelato Giacomo da Varazze lo vendè insieme con Ceriana a Oberto D'Oria e Giorgio De' Mari per 407,000 lire genovesi. Da essi ne fece poi compra la Repubblica nel secolo successivo, concedendo bensì agli abitanti di governarsi col loro sapientissimo statuto, e contentandosi di una protezione armata, piuttostochè pretendere l'assoluto dominio. Discretissimi dunque erano stati i patti di quella accomandigia; ma i genovesi, divenuti più potenti, nel 1361 vollero arbitrariamente alterarli. Giusta il consueto in politica, fu forza al più debole l'obbedire: e per verità i Sanremesi si mantennero tranquilli nell'obbedienza sino al cominciare del decorso secolo; ma nel 1728 la Banca di S. Giorgio pretese d'imporre certo gravame sulla riviera occidentale, e la popolazione di S. Remo si pose in rivolta. Il Principe di Monaco s'interpose in allora come mediatore; la repubblica si mostrò modestissima, ed il germe della rivolta restò sopito, non estinto. Scoppiò infatti nel 1753 con violenza ancor maggiore, nè mancò il sostegno ai Sanremesi di contestazioni diplomatiche, colle quali si pretese di riconoscere anche sopra di essi l'alto dominio dell'impero: la repubblica però sostenne energicamente i suoi diritti; poi dispogliò i rivoltosi dei loro migliori privilegi, e fatta demolire l'antica rocca, ordinò che fosse costruito un forte sulla spiaggia che tuttora sussiste.

La moderna città di S. Remo, veduta dal mare, presenta la figura di un triangolo, cui forma base la spiaggia marittima, e serve di apice la cupola del Santuario della Costa. Questo insigne tempio sacro all'Assunzione, in cui sono da osservarsi quattro colonne di alabastro, sorge sull'alto del colle, soprastante all'antica borgata: consiste questa in un numero di luridi tugurj, traversati da viali angusti ed impraticabili. Ove la pendice diviene più dolce, sin presso il mare, i fabbricati sono di decente e bell'aspetto, ed alcuni assai grandiosi. Tra questi è l'antica Casa dei Gesuiti, il palazzo dei conti Roverizj, e quello del Marchese Borea d'Olmo, in cui è attirato il dotto osservatore ad ammirare una galleria ricca di preziosi dipinti. Ma nemmeno le vie della bassa parte della città sono comode e pianeggianti, che anzi alcune sono piuttosto ripide, e molte di una pessima selciatura. Si contano in S. Remo non meno di sei piazze, e tra queste possono considerarsi come principali quella di S. Siro e la nuova, cosi detta perché di recente formazione. Mancava la città di buone acque potabili, ed a questa funesta cagione di endemici morbi fu posto un riparo, per le saggie cure del celebre Cav. Alberto Nota, il quale mentre onorava S. Remo come Vice-Intendente, provvide insieme col Dott. Andrea Carli Sindaco, che copiose e limpide acque fossero condotte da una distanza di 5ooo metri in città, e distribuite in pubbliche fonti. Fu in allora resa praticabile dalle ruote anche la moderna via postale marittima, la quale traversa i fabbricati urbani; ed aggiungeremo che per sollievo della popolazione vennero migliorati i pubblici passeggi di S. Lazzaro e di S. Rocco, l'uno situato a levante, e l'altro nel lato opposto. Un nuovo Spedale, ampio, arioso e bene esposto, stà all'oriente della città.

Oltre il Santuario dell'Assunta si contano in S. Remo quattordici chiese, compresa la Collegiata. Alcune di queste sono ufiziate da famiglie religiose; dai Cappuccini cioè, dalle Suore della Visitazione, e dalle Celestine o Turchine: la casa dei Gesuiti, come avvertimmo, fu soppressa, ma la loro chiesa restò aperta al culto. Il palazzo del Comune è un edifizio piuttosto vasto, ed è assai ampio anche il locale delle pubbliche scuole: attualmente stà costruendosi un seminario per la gioventù ecclesiastica. Due miglia a greco di San Remo siede un grosso borgo denominato il Poggio, la di cui chiesa arcipresbiteriale è dedicata a S. Margherita. S. Remo diè i natali al celebre medico Gioffredo, ed al dotto matematico P. Gaudo scolopio.