GUIDA  Anacapri/Grotta Azzurra

Da Wiki.

Deve la sua scoperta al pittore Augusto Kopish che il 17 agosto 1826 vi entrò a nuoto in compagnia di Ernst Fries, pittore svizzero.

Quando raggiunsero l'interno della grotta, i due artisti si trovarono davanti uno spettacolo meraviglioso: per un fenomeno di rifrazione per un arco sottomarino, la grotta era completamente colorata di azzurro e i corpi nell'acqua avevano un colore fluorescente.

Tuttavia, la scoperta di Kopish, in realtà fu una riscoperta dato che questa era già conosciuta nel 1607 e se ne parla all'interno delle "Historiae Neapolitanae" di Capaccio. Tuttavia i capresi avevano paura e non vi entravano mai, anche se la stessa era utilizzata dai pescatori che vi accedevano tramite una scaletta scavata nella roccia.

Inoltre, la grotta viene anche citata all'interno di un racconto di due sacerdoti, che risale a due secoli prima la scoperta di Kopish. In essa i due trovarono delle statue, attualmente recuperate. Nel racconto i sacerdoti spiegano che il colore azzurro delle pareti rocciose li spaventarono e pertanto fuggirono, impauriti dalla magia che potesse nascondere la grotta. Si ritiene, tuttavia, che in epoca romana il luogo fosse un ninfeo marittimo che faceva parte della villa Gradola.

Le dimensioni della grotta sono: 1 metro di altezza e 2 metri di larghezza, anche se in origine il cunicolo poteva essere visto solo tramite una fessura.

Attualmente la grotta è una tappa obbligatoria di tutta l'isola e fu ribattezzata "Grotta azzurra" dalla scoperta di Kopish. La sua fama è andata via via accrescendosi, grazie anche a scrittori di rilievo che l'hanno citata nelle loro opere, come ad esempio Dumas che ne parlò in "Le Speronare".