GUIDA  Caltanissetta/Chiesa di Sant'Agata

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Sant'Agata al Collegio
Interno
Facciata Superiore
Portale
Particolare del Portale
Decorazione marmorea del soffitto, al centro visibile la sigla "IHS" identificativa dei Gesuiti

La chiesa di Sant'Agata al Collegio costruita nel 1605 in forme tardo rinascimentali, si trova in Corso Umberto I nel centro storico di Caltanissetta, prende il nome dal vicino collegio dell'ordine dei gesuiti. A detta della tradizione, costruita sul luogo di un precedente edificio religioso, del Cinquecento, intitolata a Sant'Agata. Alla fine del Cinquecento Luisa Moncada e suo figlio, il principe Francesco Moncada, accolsero in città l'ordine dei gesuiti, per il quale fecero costruire la chiesa, dedicata a sant'Agata, ed il relativo collegio. Iniziati i lavori il 1 gennaio 1589 si protrassero fino alla seconda metà del XII secolo a motivo di alterne vicende, mentre l'edificazione della chiesa iniziò nel 1600 e si concluse nel 1610.

Restaurata nel 1950 dall'artista nisseno Luigi Garbato su committenza del Genio Civile in occasione dell'anno Giubilare, con l’incarico di sostituire e ridipingere ex novo gli affreschi, il transetto, il presbiterio, la volta centrale, la navata e le cappelle laterali, opere pittoriche dei frateli Sozzi artisti catanesi. Gli affreschi del 1950, trattano temi eucaristici con decorazione chimerica in finto marmo.

Esterno

La facciata della chiesa è opera di Natale Masuccio e risale al Seicento, tranne il portale attribuito a Natale Marabitti, del Settecento, costruito in pietra bianca, che risalta con il materiale del resto della facciata in pietra arenaria rossa di Sabucina. Il portale è sormontato da un timpano spezzato, con al centro uno stemma sostenuto da due puttini. La scalinata esterna su disegno dell'architetto Pasquale Saetta venne aggiunta alla facciata nel 1890.

Interno

La chiesa possiede un impianto a croce greca, con quattro bracci di uguale lunghezza e quattro cappelle laterali. L'interno è rivestito da lastre di marmo o di stucco a imitazione del marmo, dove ricorre la sigla IHS, marchio distintivo dell’ordine gesuitico. Gli affreschi sono di Luigi Borremans del XVIII secolo. Sull'altare maggiore contenuta in una stupenda cornice di marmo nero con putti, opera di Ignazio Marabitti, troviamo una tela del 1654 di Agostino Scilla, raffigurante il Martirio di Sant'Agata. Nelle pareti laterali, infine, troviamo due tele del pittore nisseno Vincenzo Roggeri, raffiguranti da una lato Santa Rosalia e le sante vergini e dall'altra Santa Rosalia e le sante monache.

Di notevole interesse è la cappella dedicata a Sant'Ignazio di Loyola, fondatore dell'ordine, posta nel transetto di sinistra, possiamo osservare un bassorilievo su lastra di marmo, attribuito allo scultore siciliano Ignazio Marabitti, con la figura del santo, ritratto sul mondo misto ad un novero di raggi dorati con a lato un puttino che regge un libro su cui si legge la scritta Anno Domini 1600 e al di sopra un triangolo (simbolo della Trinità), con scritto in lingua ebraica Yahwe (Geova). Posizionate sotto il triangolo quattro figure femminili rappresentano i quattro continenti allora conosciuti: una donna con il cammello rappresenta l'Asia, una donna con una testa di leone che simboleggia l' Africa, a sinistra una donna seduta con la tiara papale a rappresentare l' Europa e, per finire, una donna con la faretra che simboleggia l' America. Nella parte inferiore dell'altare, il paliotto è rivestito da un intarsio di marmi e pietre dure in forma di fiori ed uccellini i cui nomi sono scritti nei nastri bianchi situati intorno a loro, vicino all'altare sono posizionate le statue di San Stanislao e di San Luigi Gonzaga.