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Foto Scala Coeli:
2012, 2009, 2008

Scala Coeli è situato in Calabria in Provincia di Cosenza. Il 13 giugno si festeggia il Patrono, Sant'Antonio da Padova. Tra gli edifici religiosi: Chiesa di Santa Maria Assunta; Chiesa di Sant'Antonio da Padova; Chiesa Beata Vergine del Monte Carmelo. Da Vedere: Palazzo Marino; Castello Medievale (resti); Palazzo Ferrante, in via Toledo.

Confina con i comuni di: Mandatoriccio, Terravecchia, Campana, Cariati, Crucoli e Umbriatico.

NOTIZIE Scala Coeli, un tempo chiamato semplicemente “Scala”, si trova a 370 metri sul livello del mare e dista circa 130 km. da Cosenza. E’ zona agricola della fascia collinare presilana compresa tra le bassi valli del Trionto e del fiume Nicà, raggruppato su una rupe arenacea che poggia su terreni argillosi profondamente erosi, alla sinistra del fiume Nicà. Il nome originario attribuito al paese fu “Scala”, a causa dell’ubicazione delle case di abitazione su di un costone in pendio che danno l’impressione, a chi li vede da lontano, di avere dinanzi una grande scala che dalla valle si inerpica verso l’alto. A detto toponimo fu in seguito aggiunto “Celi” per distinguerlo da altri omonimi luoghi abitati dell’Italia. A seguito comunicazione della Prefettura n. 40509 del 31.08.1955 con la quale veniva segnalata “l’opportunità che venga promosso il cambiamento della denominazione del Comune di Scala Celi in quella di Scala Coeli”, il Consiglio Comunale, con delibera n. 16 del 26.09.1955, deliberò di cambiare e stabilire definitivamente il nome del paese in “Scala Coeli” Il paese sorse presumibilmente intorno al 1200 e comprendeva un gruppetto di case sparse qua e là, ai piedi di un’enorme costruzione medioevale (oggi conosciuta con il nome improprio di “Castello”), un tempo “Palazzo del Feudo”. Si ingrandì in poco tempo grazie alle immigrazioni di persone provenienti dalle contrade vicine al mare, le quali venivano infestate da Turchi e Saraceni che, sbarcando sulle coste, distruggevano e saccheggiavano tutto ciò che incontravano. Era compreso nello Stato di Cariati, che a sua volta faceva parte del Distretto di Rossano. Oggi, il comune risulta composto dal capoluogo Scala Coeli e dalla frazione San Morello, che fu aggregata al capoluogo con decreto n. 922 del 4 maggio 1911. Ha un territorio di 66,98 Kmq, confina con i comuni di Campana, Cariati, Mandatoriccio, Terravecchia e mare Jonio, oltre che con i comuni di Crucoli ed Umbriatico dell’ex provincia di Catanzaro oggi provincia Crotone. Per la legge n. 14 del 19 gennaio 1807, relativa all’ordinamento amministrativo, i francesi ne fecero un “Luogo”, ossia una “Università” , nel cosiddetto Governo di Cariati. La composizione numerica della popolazione residente nel territorio di Scala è dipesa dagli eventi storici che si sono succeduti, non dimenticando che le invasioni via mare costringevano le persone ad emigrare verso l’interno per nascondersi e comunque per proteggersi dalle azioni piratesche degli invasori. Scala è appartenuto da sempre alla diocesi di Cariati. La parrocchia è intitolata a Santa Maria Assunta. E’ stata sede di una confraternita laicale, intitolata alla “Meditazione della Morte”. Gli abitanti sono detti “scalesi”. -Enrico Iemboli-

STORIA

Scala era un casale compreso nel territorio di Cariati il quale aveva una  posizione di notevole importanza per la strategia normanna che voleva conquistare il resto del territorio. Cariati diventa “Contea” intorno al 1250, con la nomina di un tale Matteo De Cariati a signore della città. Di tale contea ne faceva parte il casale di Scala, San Maurello (San Morello) e Terravecchia.

Nel 1305, sotto il re Carlo II d’Angiò, le terre di Scala e di San Morello seguirono le vicende della contea di Cariati; vennero concesse, ma solo per sfruttarne il reddito di cui godere, al capitano generale Gentile di San Giorgio di Salerno, il quale ebbe altri feudi in Basilicata in segno di gratitudine per i servizi resi alla casa d’Angiò. Alla morte di Gentile, che non aveva avuto figli maschi, la contea di Cariati venne ereditata dalla figlia Tomasa che sposò Amerigo de Sus, al quale successe il figlio Pietro de Sus. Le terre del feudo di Cariati, e quindi di Scala, San Morello e Terravecchia, non furono mai concesse a titolo di proprietà ai signori di Cariati, da Gentile di Sangiorgio a Pietro de Sus, i quali beneficiarono solo delle rendite, “si deve supporre, pertanto, che la città di Cariati e le sue terre continuarono ad essere feudo dei Ruffo”. A questa potente famiglia di feudatari calabresi, che dominarono la regione fin dal 400 e per molti anni, sono legate le vicende storiche di Cariati e quindi di Scala. Nel periodo intorno al 1417, il territorio di Scala era sotto la signoria di Polissena Ruffo, che, in seconde nozze, celebrate a Rossano il 23 ottobre del 1418, sposò Francesco Sforza, condottiero delle milizie della regina e Conte di Ariano. Polissena morì a Cariati per un misfatto legato alle mire ambiziose della sorella Covella, in quanto fu lei ad ereditare beni e titoli. Alla morte di Covella, il re riconfermò a suo figlio Marino Marzano tutti i diritti sulle terre ereditate dalla madre. Pur non trascurando l’amministrazione del principato, che affidò per la gestione politica ad un suo luogotenente con il titolo di “viceprincps” e la gestione amministrativa ad un agente denominato “erario”, Marino preferì stare con la sua corte un po’ a Rossano e un po’ a Napoli, mantenendo all’inizio buoni rapporti con la monarchia aragonese, per la quale si mise a disposizione nei momenti più difficili. Alla morte di Marino Marzano la contea di Cariati, e quindi anche il territorio di Scala, tornò al demanio regio, per essere nel 1479 affidata da Ferdinando I d’Aragona a Geronimo Riario, signore di Imola e nipote del Papa Sisto IV.

Tratta dal libro: “SCALA COELI, Storia, costumi, tradizioni”, autore prof. Enrico Iemboli, volume edito nel gennaio 2010 Ferrari Editore

Storia

Scala Coeli, o Scala, sorse prima o dopo la colonizzazione Greca (VII° sec. a.c.)? Nel suo libro “La Grende Grèce-Paysage et Histoyre”, pubblicato nel 1881 a Parigi, Francois Lenormant parla di una antica colonia in località “Fiume Nicà”. Il fiume Nicà nasce in località “Cozzo di Colamacca” in territorio di Campana e attraversa il territorio di Scala Coeli prima di sfociare nel mare Jonio. E’ in questo fiume che vanno a confluire le acque dei torrenti che circondano e attraversano parte dei territori agricoli di Scala Coeli; nel punto di imbocco di questi torrenti (località “Quella Parte”, “Cozzo, “Copparelle”, Macchie Pismataro”, ecc.) il Nicà si ingrossa ed assume l’aspetto e la portata di un grosso fiume che va poi a sfociare nel mare Jonio, delimitando il territorio della Provincia di Cosenza con il territorio della Provincia di Catanzaro (oggi Provincia di Crotone), nonché Scala Coeli con Umbriatico e di Cariati con Torretta di Crucoli.

Del fiume Nicà parla Anderson H. Nissen che lo identifica con lo storico fiume “Hilias”, che all’epoca della guerra del Peloponneso (413 a.c.) segnava il confine tra le città greche di Thurii e Crotone; ne parla anche Tucidite (VIII, 35), in occasione della resistenza offerta dai crotoniani all’esercito di Demostene ed Eurimedone che, provenienti da Sibari, furono fermati ed impediti di attraversare il fiume.

Al paese si accedeva attraverso tre porte: “Portapiana” e “Portafrischia” (le principali e le più antiche), e “Portabalze”. Scala Coeli, un tempo chiamato semplicemente “Scala”, si trova a 370 metri sul livello del mare e dista circa 130 km. da Cosenza.

Biblioteche

  • Biblioteca Comunale, Via Provinciale, presso Municipio

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