NON VOGLIO L'ITALIA DELLE REGIONI,
MA LE REGIONI D'ITALIA!
PREMESSA DEL PRESIDENTE: cotrapporre il nord e il sud è uno dei tanti modi di applicare il celebre sistema noto come "divide et impera", tanto caro a chi governa e vuole dirottare la rabbia crescente di molti cittadini, per evitare di diventarne il target. Ma 150 anni di unità nazionale non possono e non devono essere liquidati con slogan da quattro soldi e facili quanto sciocchi pregiudizi. Cittadinanza Sovrana crede in un'Italia unita, nella quale anche il Meridione possa partecipare attivamente alla ripresa economica, con investimenti mirati che tengano conto delle peculiarità specifiche di ogni Regione.
Siamo al dunque?! No, siamo sempre alle solite, sempre pronti a parlar male del meridione, sempre abbastanza esperti da far un'analisi del sud Italia in poche frasette preconfezionate, sempre abbastanza sapienti da poter modificare la storia e il presente a nostro vantaggio. Ho proposto un'immagine della Lega Nord, non perché i suoi ideali rappresentino il nord, ma perché sono tanti, aggiungo troppi, quelli che hanno l'idea di un sud che sfrutta il nord. E' vero che al sud c'è la mafia, è vero che al sud ci sono gli evasori, è vero che al sud ci sono i politici corrotti, ma è altrettanto vero che le stesse cose ci sono in egual misura
anche al nord. Da dove viene fuori l'idea di un sud che sfrutta il nord? Gli stanziamenti al sud sono possibili anche grazie alla ricchezza del nord, ma qui non ci sono delle regioni che sfruttano delle altre, c'è uno stato unitario che fa fronte alle sue difficoltà come può. E sono le circostanze storiche che hanno portato a questo: mentre la borghesia settentrionale sotto gli Austriaci cominciava ad investire, quella meridionale sotto i Borboni puntava allo sfruttamento della classe contadina, e questo perché la ferrovia c'era, ma la utilizzava il re per andare in vacanza, c'erano piccole industrie, che però non potevano competere con il mercato e quindi destinate a chiudere, c'erano le coltivazioni, ma di sussistenza e non di esportazione. Già ai tempi dei Romani il nord aveva più comunicazioni con l'esterno della penisola. Con questo non voglio giustificare le colpe del sud, né tanto meno attribuirne qualcuna al nord, però prima di parlare, anzi sparlare, del sud Italia dovremmo informarci, fermarci un attimo a capire e a conoscere, e poi porci delle domande, come ad esempio perché i briganti sono sorti qui e non al nord. Quando nella novella di Verga i contadini gridavano "Libertà, libertà", non è perché mancasse loro davvero la libertà, volevano finalmente quelle terre che sono sempre state loro vietate facendoli vivere in miseria! Quella parola,“Italia„ era per loro garanzia di terra e prosperità, ma hanno ricevuto solo sterminio (vedi il massacro di Pontelandolfo e Casalduni ma la stessa Bronte verghiana).
Può sembrare strano, ma per alcuni diventare delinquenti era l'unico modo per sopravvivere in uno Stato che non aveva mai considerato le esigenze del sud. Cavour neppure ci venne mai al sud, e il suo interesse era solo quello di creare una nazione grande abbastanza per fronteggiare la Francia e l'Inghilterra però un'Italia c'era, c'è e c'è sempre stata a prescindere dagli interessi economici, perché a differenza del popolo padano, un popolo italiano esisteva ed esiste per lo meno dal punto di vista culturale, e di questa identità sono orgoglioso. Dal 1861 in poi sono cambiate molte cose, altre no, l'Italia è stata fatta, e credo pure gli italiani. Ma rimangono gli sciocchi, che in una situazione difficile per il nostro Paese, credono di trovare la soluzione nell'indipendenza della Padania, che neppure la storia ha mai riconosciuto. Mi è difficile capire perché uno come Bossi non riesca a capire che il sud, quello che un popolo nobile come quello dell'antica Grecia definì Magna Grecia, ha delle risorse che devono essere ancora sfruttate, risorse che possono portare vantaggio all'Italia tutta. Sono del sud, eppure parlo italiano, mangio italiano, lavoro per l'Italia e amo il tricolore, lo stesso con cui Bossi disse di pulircisi il sedere. Studio, e non per sfruttare il nord, ma le mie capacità. E qui ci sono tanti giovani che lottano per un posto di lavoro proprio come al nord, tanti giovani che hanno voglia di fare, che vorrebbero fare del sud un'ottima Italia. Il cambiamento ci deve essere, e l'Italia tutta si deve riprendere da questa crisi, e in un contesto in cui l'Europa gioca un ruolo fondamentale, dividere l'Italia mi sembra una mossa politica priva di fondamenta. Non voglio l'Italia delle regioni, ma le regioni dell'Italia.
Oggi se c'è da studiare, ci si trasferisce al nord, se c'è da lavorare ci si trasferisce al nord, se c'è da andare all'ospedale ci si trasferisce al nord, eppure il sud ha ottime scuole, ottimi ospedali, ottimi medici e tante capacità. La verità è che noi desideriamo sempre il meglio, e guardiamo al nord con ammirazione, tanto da aver perso la fiducia in noi stessi.
Non abbiamo fiducia nelle istituzioni, non abbiamo fiducia nello stato; e questa è una cosa vecchia, è una cosa che ci deriva dai nostri poveri contadini dai secoli scorsi. Portiamo con noi la nostra determinazione e la volontà, sia che andiamo al nord, sia che emigriamo all'estero, e al di là dell'immagine che gli altri hanno di noi, vorremmo solo dimostrare di poter migliorare. Non ci interessa essere autonomi per competere con il nord, ma per collaborare con esso per l'Italia, vogliamo essere autonomi perché noi siamo Italia e agiamo nei suoi interessi. Vogliamo un'Italia fatta di scambi reciproci, di merci, persone, e cultura.
Vogliamo un'Italia per cui nord e sud siano indicazioni geografiche e identità tradizionali, ma anche e soprattutto uno stesso stato, l'Italia.
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