pitzimba ha scritto:Come ebbi già ribadito in altro vecchio post, questo più che un concorso fotografico vero e proprio, è una comunità virtuale ( dove peraltro molti si sono conosciuti di persona) dove è stato allestito questo concorsone che ha avuto un ottimo successo. Il voto per andare al giudizio finale di una giuria vera e propria è dato dagli stessi concorrenti. Per cui, siccome la maggior parte dei concorrenti non è in grado di dare giudizi tecnici, alcuni risultati possono essere opinabili.
Non è andata proprio così, e tu che ti sei iscritta pochi mesi dopo di me, dovresti saperlo.
Prima è nato il concorso, ed intorno al concorso si è poi sviluppata la comunità virtuale.
Io, come credo te, e come credo tutti, ho appreso più o meno per caso che era stato indetto questo concorso fotografico sul web. E mi sono iscritta perchè l'ho trovato molto interessante, ben al di là dei premi.
Ho letto e accettato il regolamento, che mi è parso valido, salvo poi scoprirne le pecche, o meglio i risvolti, che hanno trasformato il voto "popolare" in voto di scambio.
Più o meno come in politica, e su questo hai fatto un esempio azzeccato.
In quella prima edizione, visto l'andazzo, che a me ripugnava, sono arrivata ad astenermi dai voti e dai commenti. Sono stata in disparte, insomma, a guardare.
Ma non me ne sono stata buona e zitta, a subire senza protestare. Tanto è vero che il confronto con Massimo si è spesso trasformato in scontro.
Uno scontro che ho comunque sempre pensato come civile, e in un certo qualmodo "paritario", perchè se è vero che lui è l'organizzatore è anche vero che io non sono una sua dipendente, ma che anzi la mia volontaria e gratuita partecipazione, anche attiva, ha contribuito insieme a quella di altri a far sì che questo concorso e questa comunità crescessero.
Questa crescita ha dato come esito felice anche la modifica dell'impianto regolamentare, e del sistema di voto in primis, e ha fatto intravedere un cambiamento che, almeno personalmente, mi ha convinta a restare e a continuare.
Da brava utopista, però, ho visto gradualmente trasformarsi anche questo nuovo impianto, nel senso che hai ben descritto tu, e anche in altri, che non sto ad enumerare.
Ora sono di nuovo perplessa, oltre che delusa.
E sto cercando il buon motivo per continuare ancora.
Non che pensi di essere indispensabile, sia chiaro, ma come tutti coloro che hanno in qualche modo e sia pure in piccolo "coltivato" il campo, mi spiace pensare a un abbandono definitivo. Perchè il progetto, l'idea che è - o che almeno credevo fosse - sottesa a questo concorso è più che buona, direi anzi che è geniale.
Non pretendo di avere ricette in tasca, dico solo: proviamo. O meglio, riproviamo.
Cercando un modo diverso, provando magari un nuovo impianto, sempre che ci siano i mezzi. E che il gioco, per l'organizzazione, valga la candela.
Perchè è vero che si può ottenere lo stesso risultato con il minimo sforzo, ma è anche vero che si rischia di ritrovarsi con un pugno di mosche in mano, a lungo andare.
Per cui l'unico punto fermo che resta in questo concorso per giocare tutti ad armi pari dovrebbe essere la correttezza. Invece qui ha prevalso la furbizia.
Aggiungerei: ha prevalso anche la meschinità.
E non per il non provato sospetto del "voto contro", ma per le strategie, individuali e di team, che hanno portato chi più chi meno a guardarsi in cagnesco, a cercare il pelo nell'uovo dell'avversario, a rintuzzarsi e accusarsi reciprocamente di slealtà e di scorrettezza, a profondersi in lodi e dichiarazioni d'amore e d'amicizia false e opportunistiche o ad armarsi all'attacco e in difesa contro chi ci stava più antipatico o ci dava più fastidio o non era o non era più "amico".
E' stato detto che anche in questo questo concorso si rispecchia la nostra società.
E' vero, ma nella mia utopia mi aspetto ancora che ci sia un modo, un "qualche modo" che ci porti a vivere, almeno in questo piccolo contesto, un po' meno da bruti.