gemma greg ha scritto:il discorso non fa una piega e per questo è molto inquietante, significa che molte trasgressioni non si possono provare e che la passano liscio.
mavi80 ha scritto: "taroccate" talmente bene da risultare indimostrabile il taroccamento
Io sono molto pragmatico: se la trasgressione non si vede vuol dire che che non è una trasgressione
(ovvero detto in altri termini l'elaborazione è entro i limiti del tollerabile in quanto non altera in modo significativo la realtà)
Questo fermo restando che un'alterazione della realtà c'e' sempre per il solo fatto di riprodurre un immagine reale su di un monitor o di stamparla su di un cartoncino e ribadendo altresì che qualsiasi macchina fotografica, volente o nolente applica un algoritmo di elaborazione atto a convertire i dati luminosi rilevarti dal sensore in un immagine RBG da visualizzare sul monitor o da stampare.
Per inciso anche col vecchio pocedimento analogico il tempo di esposizione, la temperatura dei bagni, il tipo di pellicola potevano modificare vistosamente i risultati (ovvero modificarli/elaborali) in base alle esigenze ed ai gusti.
Per cui non si può usare quale discriminante il fatto che la foto sia elaborata (perchè OGNI foto è elaborata) ne' che alteri la realtà (perchè OGNI foto è un'alterazione della realtà), ma solo quando il risultato sia da considerarsi o meno ammissibile.