Santuario della Madonna delle Galline

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- Si racconta che nel 1500 alcuni polli, che razzolavano in un’aia, portarono alla luce un’icona raffigurante la Madonna del Carmine. Il quadro era stato verosimilmente sotterrato per proteggerlo dalla lotta iconoclasta nel VII-IX secolo, o forse per difenderlo dalle incursioni dei Saraceni. Fatto sta che l’immagine della Vergine venne conservata a lungo nell’Oratorio dell’Annunziatella, detto dello Spogliaturo, in quanto lì, prima di un funerale, i confratelli si vestivano dell’abito indicato per la celebrazione.
La tavoletta lignea versava in condizioni pietose e per questo nel XVII secolo fu necessario riprodurne l’immagine su tela. A quell’ epoca risalgono le prime guarigioni miracolose attribuite all’immagine sacra.
Il culto della Madonna del Carmine si estese a macchia d’olio e nel 1610, si decise di erigere, accanto all’Oratorio, una Chiesa vera e propria, dedicata alla Vergine, per accogliere i numerosi pellegrini che accorrevano. La Chiesa è conosciuta anche come Chiesa delle Galline. Dal 1954 essa è divenuta Santuario di Maria.
A memoria di queste vicende, nel giorno della Domenica in Albis, viene portata in processione la statua lignea della Madonna conservata nella Chiesa ed al suo passaggio, i fedeli del paese offrono polli, oche e colombi, ornati da nastri.
L’elemento delle galline si lega anche ad una tradizione pagana, connessa con l’arrivo della primavera e il risveglio della natura. Nel pomeriggio, i pellegrini, sempre in questo contesto, cantano le tradizionali Tammuriate, inni profani densi di richiami sessuali, di celebrazione del ritorno alla vita ed alla vitalità, come vittoria sulla morte e sull’inverno.