Una prece sotto il campanile ericino

Visite: 101. Candidata il 23 luglio 2012 11:50

Risultato voto a scrutinio: 12.22 (Scrutinio: 890°; Totale: 7092°)
Turni (n.Voti/n.Sfide): 1° = 8/18 (44%); 2° = 11/20 (55%); 3° = no; 4° = no;

Il Duomo è certamente la chiesa ericina più famosa. Ci si imbatte in essa subito dopo aver oltrepassato Porta Trapani. La sua allocazione all’ingresso del paese non è casuale ma era una sorta di messaggio per i viandanti che si erano faticosamente inerpicati sulla montagna percorrendo l’antica strada regia: la Matrice dimostrava che proprio su quella montagna dove per secoli aveva dominato Venere ericina, la dea dell’amore, era la religione cristiana a trionfare dopo aver liberato il popolo dai falsi dei pagani sostituendoli con la devozione a Cristo Gesù e a Maria sua madre.
Sorta per volere di re Federico II d’Aragona a partire dal 1312 si racconta che fu utilizzato anche materiale proveniente dall’antico tempio sulla rocca.
In stile gotico, con mosaici e affreschi, subì nel tempo interventi deleteri fino a diventare inagibile nella metà del XIX sec. a seguito di un crollo. Ristrutturata prontamente, fu riaperta nel 1865 non senza polemiche per via del tocco in stile neogotico, di moda in quel periodo, che aveva cancellato via decori, affreschi e mosaici secolari.
Il Campanile, alto 28 metri, si articola su tre livelli: il pianterreno è illuminato da monofore; gli altri piani presentano bifore molto belle. È stato edificato alcuni decenni prima del tempio, quale torre di avvistamento, quando la Sicilia, estinta la dinastia Normanno-Sveva, si apprestava alla guerra dinastica tra Angioini e Aragonesi