24 gennaio 2012 alle 09:15

Diaul

di pagati (Cividale del Friuli, Friuli-Venezia Giulia. Ponti. Categoria B) - In Gara

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Visite: 102. Candidata il 23 gennaio 2012 00:26

Risultato voto a scrutinio: 11.6 (Scrutinio: 193°; Totale: 2838°)
Turni (n.Voti/n.Sfide): 1° = 20/44 (45%); 2° = 20/45 (44%); 3° = no; 4° = no;

Il ponte del diavolo a Cividale. La leggenda vuole sia stato costruito dal diavolo in cambio dell’anima del primo passante. La tradizione vuole che i cividalesi non fossero stati in grado di costruire un ponte sul Natisone in un punto considerato troppo pericoloso. Allora ricorsero all’aiuto del diavolo, che promise di risolvere il problema in cambio dell’anima del primo che avesse attraversato il ponte. I cittadini accettarono questa condizione e il diavolo costruì rapidamente il ponte facendosi aiutare da sua nonna diavolessa, che portò nel suo grembiule il grande masso che sta al centro del fiume, tre le arcate. I cividalesi però non erano sciocchi: facendo attraversare il ponte ad un cane ingannarono il diavolo, che dovette accontentarsi dell’anima dell’animale. (Fonte: Wikipedia, http://it.wikipedia.org/wiki/Cividale_del_Friuli)


2 commenti a “Diaul”

  1. eziodellagondola2 scrive:

    Trovo strano che nessuno abbia commentato questa immagine, che pur nell’imbarazzo della scelta tra le buone foto che finora hai presentato, mi intriga appena un pizzico più delle altre, magari più di effetto.
    L’immagine apparentemente semplice ha una costruzione esemplare: il soggetto principale, pur leggermente scuro, viene ravvivato vuoi dalla colorata presenza di passanti, vuoi dalla luminosità dell’agglomeraro urbano (in special modo la parte destra); infine il tocco magico è l’intrico di rami secchi che sembra essere messo a bella posta a rischiarare una zona povera di interesse, un’ombra vuota che avrebbe sbilanciato la composizione
    E

  2. pagati (Senior) scrive:

    ezio, ti assumo come PR :-) altra ombra. hai eseguito un’ottima lettura dell’immagine e della sua composizione. aggiungo a quanto hai detto soltanto la considerazione che non è stato facile trovare il punto d’equilibrio nel bilanciamento delle luci e delle ombre per cercare di rendere quest’ultime leggibili ma conservando la giusta differenza di luminosità con le zone chiare

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