GUIDA  Bussoleno/Storia

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Lo scenario sociale mutò radicalmente a seguito della costruzione della ferrovia. L'era moderna, dunque, cominciava con il tratto '''Torino-Susa''' inaugurato nel ''' 1854''' e con tutte le industrie che ne derivarono in seguito.
 
Lo scenario sociale mutò radicalmente a seguito della costruzione della ferrovia. L'era moderna, dunque, cominciava con il tratto '''Torino-Susa''' inaugurato nel ''' 1854''' e con tutte le industrie che ne derivarono in seguito.
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Istituita nell’anno 1290 dal '''Conte Amedeo V''' la fiera "franca" di San Luca era il motore dell’economia bussolenese e risultava un atto di concorrenza commerciale con le antiche fiere franche di[[Oulx]] e Briançon (Francia), volute dai rivali '''Conti d’Albon'''.
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Collocata in data 18 ottobre (che coincideva o era di poco successiva a quella in cui le mandrie,lungo i tratturi della transumanza,scendevano dagli alpeggi al termine della stagione estiva e diretti verso la pianura lombarda) la fiera si presentava come un mercato boario,punto d’incontro tra le popolazioni subalpine ed i montanari della Moriana e del Delfinato meridionale.Il parco bestiame era stato ricavato nei prati a sud-ovest del paese ,in una località che assunse il nome di '''Prato della Fiera''',fuori della '''Porta di Francia'''.
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Sull’altro lato dell’insediamento,fuori '''Porta di Piemonte''' (demolita nell’anno 1815) dove si teneva anche il mercato settimanale,trovavano spazio i banchi degli altri generi commerciali e l’ospedale medievale,uno dei più antichi della valle a gestione comunale che fungeva da ospedale-ospizio (raccoglieva cioè poveri pellegrini e viandanti che non potevano permettersi l’ospitalità a pagamento nelle locande) ma non svolgeva funzioni nosocomiali.Disponeva di un modesto arredo sia per le camerate che per  la cucina  e la ricettività era limitata alla disponibilità di sette posti letto. Intitolato a '''Sant’Antonio''' (per una  diffusa devozione medievale verso il "Santo Abate con il maialino" che tra i montanari della Savoia, del Delfinato e dell’attuale Piemonte era una sorta di Santo agrario polivalente.
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Ancora oggi in quest’area (attuale Piazza realizzata nel’anno 1970 ed intitolata ai '''Cavalieri di Vittorio Veneto''') prospiciente la Cappella di Sant’Antonio si svolgono le manifestazioni fieristiche nonché i mercati settimanali.
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Versione delle 18:17, 4 dic 2011

Storia

Città

La cinta muraria medievale

Diversi ritrovamenti archeologici risalenti all'età del bronzo, rinvenuti tra i boschi, testimoniano che vi erano popolazioni presenti sul territorio già in epoca antichissima. Molto più documentata è sicuramente l'era romana grazie ai molti resti emersi negli scavi della valle. Tra le più importanti scoperte si segnalano quattro epigrafi votive in onore delle dee celtiche, datate I-II secolo d.C, oggi custodite al Museo Civico di Susa. Altra importante scoperta è un frammento di fregio in marmo, estremamente raffinato del II secolo d.C. In effetti non è un caso l'utilizzo del materiale, vi sono testimonianze certe dell'esistenza in zona di cave sfruttate per l'estrazione di marmo.

Il toponimo di Bussoleno deriverebbe dal termine tardo medievale Bussulus. Storici affermano che lo sviluppo dell'abitato si sia formato su entrambi i lati del fiume. Il medioevo della città trascorre tra le vicende familiari delle importanti dinastie dei Gaglione, Gusti, i Ferrandini e tante altre ancora. Nel 1294 ebbe luogo la prima fiera franca concessa da Amedeo V, in concomitanza con le celebrazioni per la festa di San Luca. Gli eventi organizzati vengono ripresi, per tradizione, ancora oggi dagli abitanti. Il via vai di gente che la fiera ha richiamato, assieme al transito di pellegrini in viaggio sulla strada di Francia, incentivò un discreto movimento commerciale che, unito alle produzioni delle cave e ad un'agricoltura florida, resero Bussoleno un centro discretamente autonomo finanziariamente.

Politica ed economia del paese non subirono rilevanti cambiamenti per molti secoli se non per l'aumento delle fiere in città concesse, un prima volta nel 1689 dal duca di Savoia e nel 1846 da re Carlo Alberto . Sebbene fiere e mercati stimolassero scambi commerciali, la prima attività economica del paese restava, comunque, l'agricoltura, divisa tra la coltura di frumento, segale, avena, patate e castagne; queste ultime divenute richieste verso fine ottocento sia sul mercato italiano che su quello estero. Tale slancio produttivo diede il via alla nascita in città di diverse fabbriche per la lavorazione dei pregiati marroni. A differenza, invece, della produzione alimentare stabile e cospicua, il lavoro nelle cave subiva un andamento altalenante.

Lo scenario sociale mutò radicalmente a seguito della costruzione della ferrovia. L'era moderna, dunque, cominciava con il tratto Torino-Susa inaugurato nel 1854 e con tutte le industrie che ne derivarono in seguito.

Fiera di San Luca

Istituita nell’anno 1290 dal Conte Amedeo V la fiera "franca" di San Luca era il motore dell’economia bussolenese e risultava un atto di concorrenza commerciale con le antiche fiere franche diOulx e Briançon (Francia), volute dai rivali Conti d’Albon.

Collocata in data 18 ottobre (che coincideva o era di poco successiva a quella in cui le mandrie,lungo i tratturi della transumanza,scendevano dagli alpeggi al termine della stagione estiva e diretti verso la pianura lombarda) la fiera si presentava come un mercato boario,punto d’incontro tra le popolazioni subalpine ed i montanari della Moriana e del Delfinato meridionale.Il parco bestiame era stato ricavato nei prati a sud-ovest del paese ,in una località che assunse il nome di Prato della Fiera,fuori della Porta di Francia.

Sull’altro lato dell’insediamento,fuori Porta di Piemonte (demolita nell’anno 1815) dove si teneva anche il mercato settimanale,trovavano spazio i banchi degli altri generi commerciali e l’ospedale medievale,uno dei più antichi della valle a gestione comunale che fungeva da ospedale-ospizio (raccoglieva cioè poveri pellegrini e viandanti che non potevano permettersi l’ospitalità a pagamento nelle locande) ma non svolgeva funzioni nosocomiali.Disponeva di un modesto arredo sia per le camerate che per la cucina e la ricettività era limitata alla disponibilità di sette posti letto. Intitolato a Sant’Antonio (per una diffusa devozione medievale verso il "Santo Abate con il maialino" che tra i montanari della Savoia, del Delfinato e dell’attuale Piemonte era una sorta di Santo agrario polivalente.

Ancora oggi in quest’area (attuale Piazza realizzata nel’anno 1970 ed intitolata ai Cavalieri di Vittorio Veneto) prospiciente la Cappella di Sant’Antonio si svolgono le manifestazioni fieristiche nonché i mercati settimanali.