GUIDA Manciano
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| − | Attilio Zuccagni-Orlandini nel suo [[Libri/Indicatore topografico della Toscana granducale]] ('''1856''') così scrive: | + | Attilio Zuccagni-Orlandini nel suo [[Libri/Indicatore topografico della Toscana granducale]] ('''1856''') così scrive su '''Manciano''': |
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MANCIANO. ''Capoluogo'', con Pret. civ. di 2a Cl. Castello posto in alto poggio tra l'Albegna e la Fiora. Fu edificato forse dagli Aldobrandeschi ai qualli appartenne; e poichè nella divisione del 1272 restò alla linea dei Conti di Sovana, ne furono più tardi eredi gli Orsini, ai quali lo tolsero i Senesi nel 1416. Sul vertice del poggio esiste tuttora l'antico cassero con altissima torre; fu questa demolita quasi per metà, allorquando il Granduca Pietro Leopoldo destinò quel fortilizio a Pretorio, richiamandovi il Giusdicente di Sovana. Poco sotto il Pretorio è l'Arcipretura a tre navate, una delle quali chiusa da cappelle con deforme irregolarità. L'ampia ma corta via interposta tra l'Arcipretura e la casa del Comune era la sola pianeggiante e ben selciata, tutte le altre ripidissime, scoscese e quasi impraticabili; modernamente furono eseguiti importanti restauri. Alle cattive vie corrispondono per la maggior parte le abitazioni. Nella più bassa parte del Castello è un quadrivio detto la ''Piazza'' su cui vedesi un meschino oratorio. ''(V. Atl. Tosc.)'. | MANCIANO. ''Capoluogo'', con Pret. civ. di 2a Cl. Castello posto in alto poggio tra l'Albegna e la Fiora. Fu edificato forse dagli Aldobrandeschi ai qualli appartenne; e poichè nella divisione del 1272 restò alla linea dei Conti di Sovana, ne furono più tardi eredi gli Orsini, ai quali lo tolsero i Senesi nel 1416. Sul vertice del poggio esiste tuttora l'antico cassero con altissima torre; fu questa demolita quasi per metà, allorquando il Granduca Pietro Leopoldo destinò quel fortilizio a Pretorio, richiamandovi il Giusdicente di Sovana. Poco sotto il Pretorio è l'Arcipretura a tre navate, una delle quali chiusa da cappelle con deforme irregolarità. L'ampia ma corta via interposta tra l'Arcipretura e la casa del Comune era la sola pianeggiante e ben selciata, tutte le altre ripidissime, scoscese e quasi impraticabili; modernamente furono eseguiti importanti restauri. Alle cattive vie corrispondono per la maggior parte le abitazioni. Nella più bassa parte del Castello è un quadrivio detto la ''Piazza'' su cui vedesi un meschino oratorio. ''(V. Atl. Tosc.)'. | ||
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| + | SATURNIA nella Valle dell'Albegna in Maremma; di vetustissima orgine etrusca, poi castello, ridotto ora a un gruppo di case ricinte da moderne mura, mentre le antiche erano di solidità e magnificenza ciclopica. Ne scrissero autori greci e romani, ma l'antica notizia che ne resta è di soli due secoli anteriore alla nascita di Gesù Cristo; nella quale epoca vi fu dedotta una colonia romana dai triumviri Labeone, Afranio Stellione e Sempronio Gracco. Nei bassi tempi vi dominarono i conti Aldobrandeschi di Soana, dai quali passò Saturnia sotto la Repubblica senese, indi cadde con essa in potere del Granduca Cosimo I. Saturnia fu eretta in feudo da Ferdinando I col titolo di Marchesato, del quale nel 1593 fu investito il portoghese Ximenes: da una femmina di quella illustre prosapia passò il feudo nei Panciatichi di Firenze, verso la metà del decorso secolo XVIII. | ||
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Versione delle 15:20, 22 set 2007
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Manciano è situato nella Toscana, ai confini con il Lazio, nella Provincia di Grosseto. Il 6 novembre si festeggia il Patrono, San Leonardo. Tra gli edifici religiosi: Chiesa di San Giorgio (in località Montemerano). Da Vedere: Area Archeologica Saturnia; Castello di Manciano; Castello di Scerpena.
Confina con i comuni di: Montalto di Castro, Magliano in Toscana, Orbetello, Roccalbegna, Scansano, Sorano, Semproniano, Pitigliano, Capalbio, Ischia di Castro e Canino.
Biblioteche
- Biblioteca Comunale Antonio Morvidi - Sezione staccata di Marsiliana, Marsiliana
- Biblioteca Comunale Antonio Morvidi - Sezione staccata di San Martino sul Fiora, San Martino sul Fiora
- Biblioteca Comunale Antonio Morvidi - Sezione staccata di Saturnia, Saturnia
- Biblioteca Comunale Antonio Morvidi, Via XX Settembre 79
Volontariato, Onlus e Associazioni
- Fraternita di Misericordia Manciano, Via Ricasoli N.19
- Gruppo A.G.E.S.C.I. Manciano 1, Via Trieste 20
- Nasara - per Il Burkina, Via Trieste 20
Memorie Storiche
Attilio Zuccagni-Orlandini nel suo Indicatore topografico della Toscana granducale (1856) così scrive su Manciano:
MANCIANO. Capoluogo, con Pret. civ. di 2a Cl. Castello posto in alto poggio tra l'Albegna e la Fiora. Fu edificato forse dagli Aldobrandeschi ai qualli appartenne; e poichè nella divisione del 1272 restò alla linea dei Conti di Sovana, ne furono più tardi eredi gli Orsini, ai quali lo tolsero i Senesi nel 1416. Sul vertice del poggio esiste tuttora l'antico cassero con altissima torre; fu questa demolita quasi per metà, allorquando il Granduca Pietro Leopoldo destinò quel fortilizio a Pretorio, richiamandovi il Giusdicente di Sovana. Poco sotto il Pretorio è l'Arcipretura a tre navate, una delle quali chiusa da cappelle con deforme irregolarità. L'ampia ma corta via interposta tra l'Arcipretura e la casa del Comune era la sola pianeggiante e ben selciata, tutte le altre ripidissime, scoscese e quasi impraticabili; modernamente furono eseguiti importanti restauri. Alle cattive vie corrispondono per la maggior parte le abitazioni. Nella più bassa parte del Castello è un quadrivio detto la Piazza su cui vedesi un meschino oratorio. (V. Atl. Tosc.)'.
mentre descrive così Saturnia:
SATURNIA nella Valle dell'Albegna in Maremma; di vetustissima orgine etrusca, poi castello, ridotto ora a un gruppo di case ricinte da moderne mura, mentre le antiche erano di solidità e magnificenza ciclopica. Ne scrissero autori greci e romani, ma l'antica notizia che ne resta è di soli due secoli anteriore alla nascita di Gesù Cristo; nella quale epoca vi fu dedotta una colonia romana dai triumviri Labeone, Afranio Stellione e Sempronio Gracco. Nei bassi tempi vi dominarono i conti Aldobrandeschi di Soana, dai quali passò Saturnia sotto la Repubblica senese, indi cadde con essa in potere del Granduca Cosimo I. Saturnia fu eretta in feudo da Ferdinando I col titolo di Marchesato, del quale nel 1593 fu investito il portoghese Ximenes: da una femmina di quella illustre prosapia passò il feudo nei Panciatichi di Firenze, verso la metà del decorso secolo XVIII.






