GUIDA  Ivrea/Poesia di Giosuè Carducci

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:specchia sognando a la cerulea Dora
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:di re Arduino''' :
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:Biella tra 'I monte e il verdeggiar de' piani  
 
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:lieta guardante l'ubere convalle,
 
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:de la fatal penisola a vestirsi
 
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:d'ira e di ferro.  
 
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— Italia, Italia!—E il popolo de' morti
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:— Italia, Italia!—E il popolo de' morti
surse cantando a chiedere la guerra;
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:surse cantando a chiedere la guerra;
e un re a la morte nel pallor del viso
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:e un re a la morte nel pallor del viso
sacro e nel cuore
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:sacro e nel cuore
trasse la spada. Oh anno de' portenti,
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:trasse la spada. Oh anno de' portenti,
oh primavera de la patria, oh giorni,
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:oh primavera de la patria, oh giorni,
ultimi giorni del fiorente maggio,
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:ultimi giorni del fiorente maggio,
oh trionfante
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:oh trionfante
suon de la prima italica vittoria
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:suon de la prima italica vittoria
che mi percosse il cuor fanciullo! Ond'io,
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:che mi percosse il cuor fanciullo! Ond'io,
vate d'Italia a la stagion più bella,
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:vate d'Italia a la stagion più bella,
in grige chiome
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:in grige chiome
oggi ti canto, o re de' miei verd'anni,  
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:oggi ti canto, o re de' miei verd'anni,  
re per tant'anni bestemmiato e pianto,  
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:re per tant'anni bestemmiato e pianto,  
che via passasti con la spada in pugno
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:che via passasti con la spada in pugno
ed il cilicio
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:ed il cilicio
al cristian petto, italo Amleto. Sotto
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:al cristian petto, italo Amleto. Sotto
il ferro e il fuoco del Piemonte, sotto
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:il ferro e il fuoco del Piemonte, sotto
di Cuneo 'I nerbo e l'impeto d'Aosta
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:di Cuneo 'I nerbo e l'impeto d'Aosta
sparve il nemico.  
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Languido il tuon de l'ultimo cannone
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dietro la fuga austrïaca moría:  
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il re a cavallo discendeva contra
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il sol cadente:
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a gli accorrenti cavalieri in mezzo,  
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di fumo e polve e di vittoria allegri,
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trasse, ed, un foglio dispiegato, disse
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resa Peschiera.
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Oh qual da i petti, memori de gli avi,  
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alte ondeggiando le sabaude insegne,
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surse fremente un solo grido: Viva
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il re d'Italia!
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:il re d'Italia!
Arse di gloria, rossa nel tramonto.
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:Arse di gloria, rossa nel tramonto.
I'ampia distesa del lombardo piano;
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:I'ampia distesa del lombardo piano;
palpitò il lago di Virgilio, come
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:palpitò il lago di Virgilio, come
velo di sposa
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:velo di sposa
che s'apre al bacio del promesso amore:
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:che s'apre al bacio del promesso amore:
pallido, dritto su l'arcione, immoto,
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:pallido, dritto su l'arcione, immoto,
gli occhi fissava il re: vedeva l'ombra
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:gli occhi fissava il re: vedeva l'ombra
del Trocadero.
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:del Trocadero.
E lo aspettava la brumal Novara
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:E lo aspettava la brumal Novara
e a' tristi errori mèta ultima Oporto.
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:e a' tristi errori mèta ultima Oporto.
Oh sola e cheta in mezzo de' castagni
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:Oh sola e cheta in mezzo de' castagni
villa del Douro,
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:villa del Douro,
che in faccia il grande Atlantico sonante
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:che in faccia il grande Atlantico sonante
a i lati ha il fiume fresco di camelie,
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:a i lati ha il fiume fresco di camelie,
e albergò ne la indifferente calma
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:e albergò ne la indifferente calma
tanto dolore!
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:tanto dolore!
Sfaceasi; e nel crepuscolo de i sensi
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:Sfaceasi; e nel crepuscolo de i sensi
tra le due vite al re davanti corse
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:tra le due vite al re davanti corse
una miranda visïon: di Nizza
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:una miranda visïon: di Nizza
il marinaro
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:il marinaro
biondo che dal Gianicolo spronava
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:biondo che dal Gianicolo spronava
contro l'oltraggio gallico : d'intorno
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:contro l'oltraggio gallico : d'intorno
splendeagli, fiamma di piropo al sole,
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:splendeagli, fiamma di piropo al sole,
I'italo sangue.
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:I'italo sangue.
Su gli occhi spenti scese al re una stilla,
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:Su gli occhi spenti scese al re una stilla,
lenta errò l'ombra d'un sorriso. Allora
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venne da l'alto un vol di spirti, e cinse
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:venne da l'alto un vol di spirti, e cinse
del re la morte.
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:del re la morte.
Innanzi a tutti, o nobile Piemonte,
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:Innanzi a tutti, o nobile Piemonte,
quei che a Sfacteria dorme e in Alessandria
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:quei che a Sfacteria dorme e in Alessandria
diè a l'aure primo il tricolor, Santorre
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:diè a l'aure primo il tricolor, Santorre
di Santarosa.
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:di Santarosa.
E tutti insieme a Dio scortaron l'alma  
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:E tutti insieme a Dio scortaron l'alma  
di Carl'Alberto.—Eccoti il re, Signore,  
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:di Carl'Alberto.—Eccoti il re, Signore,  
che ne disperse, il re che ne percosse.  
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:che ne disperse, il re che ne percosse.  
Ora, o Signore,
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:Ora, o Signore,
anch'egli è morto, come noi morimmo,
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:anch'egli è morto, come noi morimmo,
Dio, per l'Italia. Rendine la patria.
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:Dio, per l'Italia. Rendine la patria.
A i morti, a i vivi, pe 'I fumante sangue
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:A i morti, a i vivi, pe 'I fumante sangue
da tutt'i campi,  
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per il dolore che le regge agguaglia
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:per il dolore che le regge agguaglia
a le capanne, per la gloria, Dio,
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:a le capanne, per la gloria, Dio,
che fu ne gli anni, pe 'I martirio, Dio,
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:che fu ne gli anni, pe 'I martirio, Dio,
che è ne l'ora,
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:che è ne l'ora,
a quella polve eroïca fremente,
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:a quella polve eroïca fremente,
a questa luce angelica esultante,
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:a questa luce angelica esultante,
rendi la patria, Dio; rendi l'Italia
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:rendi la patria, Dio; rendi l'Italia
a gl'italiani.
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:a gl'italiani.
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:(''Giosuè Carducci'')
 
:(''Giosuè Carducci'')
  
 
[[Categoria:Varie]]
 
[[Categoria:Varie]]

Versione attuale delle 18:17, 23 lug 2012

Piemonte
Su le dentate scintillanti vette
salta il camoscio, tuona la valanga
da' ghiacci immani rotolando per le
selve croscianti :
ma da i silenzi de l'effuso azzurro
esce nel sole l'aquila, e distende
in tarde ruote digradanti il nero
volo solenne.
Salve, Piemonte! A te con melodia
mesta da lungi risonante, come
gli epici canti del tuo popol bravo,
scendono i fiumi.
Scendono pieni, rapidi, gagliardi,
come i tuoi cento battaglioni, e a valle
cercan le deste a ragionar di gloria
ville e cittadi:
la vecchia Aosta di cesaree mura
ammantellata, che nel varco alpino
èleva sopra i barbari manieri
l'arco d'Augusto:
Ivrea la bella che le rosse torri
specchia sognando a la cerulea Dora
nel largo seno, fosca intorno è l'ombra
di re Arduino :
Biella tra 'I monte e il verdeggiar de' piani
lieta guardante l'ubere convalle,
ch'armi ed aratri e a l'opera fumanti
camini ostenta :
Cuneo possente e pazïente, e al vago
declivio il dolce Mondoví ridente,
e l'esultante di castella e vigne
suol d'Aleramo;
e da Superga nel festante coro
de le grandi Alpi la regal Torino
incoronata di vittoria, ed Asti
repubblicana.
Fiera di strage gotica e de l'ira
di Federico, dal sonante fiume
ella, o Piemonte, ti donava il carme
novo d'Alfieri.
Venne quel grande, come il grande augello
ond'ebbe nome, e a l'umile paese
sopra volando, fulvo, irrequïeto,
—Italia, Italia—
egli gridava a' dissueti orecchi,
a i pigri cuori, a gli animi giacenti.
—Italia, Italia—rispondeano l'urne
d'Arquà e Ravenna :
e sotto il volo scricchiolaron l'ossa
sé ricercanti lungo il cimitero
de la fatal penisola a vestirsi
d'ira e di ferro.
— Italia, Italia!—E il popolo de' morti
surse cantando a chiedere la guerra;
e un re a la morte nel pallor del viso
sacro e nel cuore
trasse la spada. Oh anno de' portenti,
oh primavera de la patria, oh giorni,
ultimi giorni del fiorente maggio,
oh trionfante
suon de la prima italica vittoria
che mi percosse il cuor fanciullo! Ond'io,
vate d'Italia a la stagion più bella,
in grige chiome
oggi ti canto, o re de' miei verd'anni,
re per tant'anni bestemmiato e pianto,
che via passasti con la spada in pugno
ed il cilicio
al cristian petto, italo Amleto. Sotto
il ferro e il fuoco del Piemonte, sotto
di Cuneo 'I nerbo e l'impeto d'Aosta
sparve il nemico.
Languido il tuon de l'ultimo cannone
dietro la fuga austrïaca moría:
il re a cavallo discendeva contra
il sol cadente:
a gli accorrenti cavalieri in mezzo,
di fumo e polve e di vittoria allegri,
trasse, ed, un foglio dispiegato, disse
resa Peschiera.
Oh qual da i petti, memori de gli avi,
alte ondeggiando le sabaude insegne,
surse fremente un solo grido: Viva
il re d'Italia!
Arse di gloria, rossa nel tramonto.
I'ampia distesa del lombardo piano;
palpitò il lago di Virgilio, come
velo di sposa
che s'apre al bacio del promesso amore:
pallido, dritto su l'arcione, immoto,
gli occhi fissava il re: vedeva l'ombra
del Trocadero.
E lo aspettava la brumal Novara
e a' tristi errori mèta ultima Oporto.
Oh sola e cheta in mezzo de' castagni
villa del Douro,
che in faccia il grande Atlantico sonante
a i lati ha il fiume fresco di camelie,
e albergò ne la indifferente calma
tanto dolore!
Sfaceasi; e nel crepuscolo de i sensi
tra le due vite al re davanti corse
una miranda visïon: di Nizza
il marinaro
biondo che dal Gianicolo spronava
contro l'oltraggio gallico : d'intorno
splendeagli, fiamma di piropo al sole,
I'italo sangue.
Su gli occhi spenti scese al re una stilla,
lenta errò l'ombra d'un sorriso. Allora
venne da l'alto un vol di spirti, e cinse
del re la morte.
Innanzi a tutti, o nobile Piemonte,
quei che a Sfacteria dorme e in Alessandria
diè a l'aure primo il tricolor, Santorre
di Santarosa.
E tutti insieme a Dio scortaron l'alma
di Carl'Alberto.—Eccoti il re, Signore,
che ne disperse, il re che ne percosse.
Ora, o Signore,
anch'egli è morto, come noi morimmo,
Dio, per l'Italia. Rendine la patria.
A i morti, a i vivi, pe 'I fumante sangue
da tutt'i campi,
per il dolore che le regge agguaglia
a le capanne, per la gloria, Dio,
che fu ne gli anni, pe 'I martirio, Dio,
che è ne l'ora,
a quella polve eroïca fremente,
a questa luce angelica esultante,
rendi la patria, Dio; rendi l'Italia
a gl'italiani.
(Giosuè Carducci)