GUIDA San Germano Chisone
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| + | Nell'area del comune sono state ritrovate tracce di insediamenti di epoca romana; non abbiamo indizi che ci permettono di rilevare con maggiore precisione le caratteristiche di questi centri, certo è che già nel V secolo ci dobbiamo trovare di fronte a dei nuclei precisi. Questi borghi, infatti, come il resto della valle, furono visitati da San Geramno vescovo, nel suo viaggio verso la corte ravennate di Valnetiniano, nel 425 a.C. San Germano, infatti, originario di Auxerre fu fortemente impegnato in una missione evangelizzatrice che incluse anche la val Chisone. | ||
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| + | La presenza di toponimi berberi, presso le frazioni sangermanesi, riprova che questi borghi patirono le violente incursioni saracene. | ||
| + | Questi, in Piemonte, giunsero addirittura a saccheggiare l'abbazia della Novalesa, proveniendo dalla Provenza. E' sicuro, ormai, che le loro scorrerie furono concesse anche attraverso accordi politici, come quella con Ugo di Provenza (880-947), conte d'Arles, marchese del regno di Provenza e re d'Italia. Con Berengario I i saraceni vennero definitivamente sconfitti. | ||
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| + | Nel X secolo San Germano è possesso del vescovo di Torino, ma nel 1037, il vescovo Landolfo cede la località all'abbazia di Santa Maria di Cavour. Nel 1064 Adelaide di Susa dona San Germano all'abbazia di Santa Maria di Pinerolo che è posta direttamente sotto al giurisdizione di Roma. Nel 1246 San Germano viene incamerata direttamente dai Savoia-Acaia, a causa della perdita d'indipendenza di Pinerolo. I pinerolesi avevano, infatti, proclamato la loro indipendenza contro le rivendicazioni del vescovo di Torino, ai tempi di Federico Barbarossa che aveva anche appoggiato il vescovo. | ||
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| + | Accadde, però, che una serie di contrasti interni al comune, e che coinvolgevano anche importanti istituzioni sovracomunali come l'abbazia di San Verano, portassero nel 1245, i Savoia-Acaia direttamente a capo di Pinerolo che diventava, a partire dal 1295 la capitale dei loro possedimenti in Piemonte. | ||
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| + | Nel 1418 a seguito dell'estinzione del ramo dei Savoia-Acaia, Amedeo VIII passava al potere. Nel frattempo, nel 1361, il feudo di San Germano era stato scorporato e venduto ai fratelli Pietro e Daniele Provana; costoro, nel 1378, lo vendettero ad Andreone e Pietro Solaro. | ||
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| + | Intanto, nel 1440, era salito al potere Ludovico di Savoia, detto il generoso: Costui, nel 1432 sposò Anna di Cipro, figlia del re Giano di Lusignano, re di Cipro, Gerusalemme e Armenia. La moglie ebbe una forte influenza sul marito che decise di infeudare, al posto dei Solaro, il cardinale Lancilloto di Lusignano, parente della moglie, nel 1449. | ||
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| + | Per una strano scherzo della storia il cardinal Lusignano fu fatto abate di Santa Maria di Cavour e San Germano ritornò ad essere patrimonio della abbazia. | ||
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Versione delle 15:18, 5 feb 2008
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San Germano Chisone è situato in Piemonte, in Provincia di Torino. Il 30 settembre si festeggia il Patrono, San Germano. Tra gli edifici religiosi: Chiesa Parrocchiale di San Germano; Tempio Valdese di San Germano Chisone.
Confina con i comuni di: Inverso Pinasca, Porte, Prarostino, Pramollo, San Secondo di Pinerolo, Villar Perosa e Angrogna.
Storia
Nell'area del comune sono state ritrovate tracce di insediamenti di epoca romana; non abbiamo indizi che ci permettono di rilevare con maggiore precisione le caratteristiche di questi centri, certo è che già nel V secolo ci dobbiamo trovare di fronte a dei nuclei precisi. Questi borghi, infatti, come il resto della valle, furono visitati da San Geramno vescovo, nel suo viaggio verso la corte ravennate di Valnetiniano, nel 425 a.C. San Germano, infatti, originario di Auxerre fu fortemente impegnato in una missione evangelizzatrice che incluse anche la val Chisone.
La presenza di toponimi berberi, presso le frazioni sangermanesi, riprova che questi borghi patirono le violente incursioni saracene. Questi, in Piemonte, giunsero addirittura a saccheggiare l'abbazia della Novalesa, proveniendo dalla Provenza. E' sicuro, ormai, che le loro scorrerie furono concesse anche attraverso accordi politici, come quella con Ugo di Provenza (880-947), conte d'Arles, marchese del regno di Provenza e re d'Italia. Con Berengario I i saraceni vennero definitivamente sconfitti.
Nel X secolo San Germano è possesso del vescovo di Torino, ma nel 1037, il vescovo Landolfo cede la località all'abbazia di Santa Maria di Cavour. Nel 1064 Adelaide di Susa dona San Germano all'abbazia di Santa Maria di Pinerolo che è posta direttamente sotto al giurisdizione di Roma. Nel 1246 San Germano viene incamerata direttamente dai Savoia-Acaia, a causa della perdita d'indipendenza di Pinerolo. I pinerolesi avevano, infatti, proclamato la loro indipendenza contro le rivendicazioni del vescovo di Torino, ai tempi di Federico Barbarossa che aveva anche appoggiato il vescovo.
Accadde, però, che una serie di contrasti interni al comune, e che coinvolgevano anche importanti istituzioni sovracomunali come l'abbazia di San Verano, portassero nel 1245, i Savoia-Acaia direttamente a capo di Pinerolo che diventava, a partire dal 1295 la capitale dei loro possedimenti in Piemonte.
Nel 1418 a seguito dell'estinzione del ramo dei Savoia-Acaia, Amedeo VIII passava al potere. Nel frattempo, nel 1361, il feudo di San Germano era stato scorporato e venduto ai fratelli Pietro e Daniele Provana; costoro, nel 1378, lo vendettero ad Andreone e Pietro Solaro.
Intanto, nel 1440, era salito al potere Ludovico di Savoia, detto il generoso: Costui, nel 1432 sposò Anna di Cipro, figlia del re Giano di Lusignano, re di Cipro, Gerusalemme e Armenia. La moglie ebbe una forte influenza sul marito che decise di infeudare, al posto dei Solaro, il cardinale Lancilloto di Lusignano, parente della moglie, nel 1449.
Per una strano scherzo della storia il cardinal Lusignano fu fatto abate di Santa Maria di Cavour e San Germano ritornò ad essere patrimonio della abbazia.
Dove Mangiare
- Trattoria Birreria Namaste, Via Ghersine, 2/B
Complessi Bandistici
- Banda Musicale Sangermanese






