GUIDA Palermo/Teatro Massimo
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| + | I lavori iniziati nel '''1875''' furono sospesi nel '''1878''' e ripresi nel '''1890''', motivo per cui Giovan Battista Filippo Basile non riusci a completare l'opera, morì il '''16''' giugno '''1891'''; gli succedette il figlio Ernesto, anch'esso architetto, che acconsentì di ultimare l'opera in corso del padre su invito del ''Comune di Palermo''. | ||
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| + | La cupola che domina la sala ha un diametro di '''28,73''' metri, due leoni bronzei fiancheggiano la monumentale scalinata e raffigurano la ''Tragedia'', opera dello scultore palermitano '''Benedetto Civiletti''', in cima alla scalinata un pronao con sei colonne corinzie precede l'ingresso al teatro. Il fregio in alto inciso sull'architrave porta la scritta: ''L’Arte rinnova i popoli e ne rivela la vita. Vano delle scene il diletto ove non miri a preparar l'avvenire''. | ||
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| + | Nel '''1935''', un decreto del ''Ministro della Cultura Popolare'' lo dichiara ''Ente Teatrale Autonomo'' e dall’anno successivo ottiene la qualifica ufficiale di ''Ente Autonomo Teatro Massimo di Palermo''. | ||
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Versione attuale delle 21:17, 2 ott 2020
Situato in Piazza Giuseppe Verdi è considerato il più grande teatro lirico in Italia uno dei più grandi teatri d'Europa, il Teatro Massimo Vittorio Emanuele detto dai palermitani semplicemente Il Massimo fu inaugurato il 16 maggio 1897 con il Falstaff di Giuseppe Verdi.
L'edificio di forma neoclassico-eclettico, si innalza sulle aree ove sorgevano la Chiesa delle Stimmate e il Monastero di San Giuliano, il progetto inizialmente fu affidato all'architetto palermitano Giovan Battista Filippo Basile, che si aggiudicò il concorso per provvedere alla mancanza di un teatro che stesse in rapporto alla cresciuta civiltà ed a' bisogni della popolazione indetto il 10 settembre 1864 dal Sindaco di quel tempo Antonio Starabba, marchese di Rudinì.
I lavori iniziati nel 1875 furono sospesi nel 1878 e ripresi nel 1890, motivo per cui Giovan Battista Filippo Basile non riusci a completare l'opera, morì il 16 giugno 1891; gli succedette il figlio Ernesto, anch'esso architetto, che acconsentì di ultimare l'opera in corso del padre su invito del Comune di Palermo.
La cupola che domina la sala ha un diametro di 28,73 metri, due leoni bronzei fiancheggiano la monumentale scalinata e raffigurano la Tragedia, opera dello scultore palermitano Benedetto Civiletti, in cima alla scalinata un pronao con sei colonne corinzie precede l'ingresso al teatro. Il fregio in alto inciso sull'architrave porta la scritta: L’Arte rinnova i popoli e ne rivela la vita. Vano delle scene il diletto ove non miri a preparar l'avvenire.
Nel 1935, un decreto del Ministro della Cultura Popolare lo dichiara Ente Teatrale Autonomo e dall’anno successivo ottiene la qualifica ufficiale di Ente Autonomo Teatro Massimo di Palermo.
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