GUIDA Barbania
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| − | La città di Barbania è posta tra i due torrenti Fandaglia e Malone, nel mezzo della prominente vegetazione della valla del canavese. Fu proprio la natura sconfinata a ispirare l'assegnazione del nome al territorio. Anticamente, infatti, la città era chiamata '''barbèn''' che nel vecchio dialetto provenzale indicava la quercia. Le prime fonti storiche risalgono al XI secolo, periodo in cui importanti casate cominciarono a detenere diversi feudi in tutto il territorio. Nel '''1164''' l'imperatore '''Federico I''' donò la città al marchese di Monferrato, appena qualche tempo dopo la città venne coinvolta negli scontri delle casate per il potere sul territorio. Per sottarsi alle logiche di potere delle signorie locali Barbania, così come città del Piemonte e della Lombardia, dichiararono l'indipendenza del proprio comune. Per tutelarne la libertà, quindi, la popolazione costruì una serie di fortificazioni e fossati lungo tutto il territorio. | + | La città di Barbania è posta tra i due torrenti Fandaglia e Malone, nel mezzo della prominente vegetazione della valla del canavese. Fu proprio la natura sconfinata a ispirare l'assegnazione del nome al territorio. Anticamente, infatti, la città era chiamata '''barbèn''' che nel vecchio dialetto provenzale indicava la quercia. Le prime fonti storiche risalgono al XI secolo, periodo in cui importanti casate cominciarono a detenere diversi feudi in tutto il territorio. Nel '''1164''' l'imperatore '''Federico I''' donò la città al marchese di Monferrato, appena qualche tempo dopo la città venne coinvolta negli scontri delle casate per il potere sul territorio. Per sottarsi alle logiche di potere delle signorie locali Barbania, così come città del Piemonte e della Lombardia, dichiararono l'indipendenza del proprio comune. Per tutelarne la libertà, quindi, la popolazione costruì una serie di fortificazioni e fossati lungo tutto il territorio. Con questo spiritoso i barbaniesi continuarono a difendere la propria città coon forza e determinazioni. Gli scontri, che coinvolsero anche gli altri paesi della valle, terminarono intorno al 1392 con la concessione di privilegi al comune. L'orgoglio dei barbiesi è testimoniato da un episodio in particolare. Tutti gli abitanti contribuirono a raccogliere il denaro necessario per l'acquisizione della città, sottraendola in tal modo al potere Savoia e alle successive aspirazioni di poteri di altre casate illustri. Nei secoli successivi non si registrarono episodi rilevanti. Barbania visse due secoli di pace e tranquillità. Rinetrò in scena invece durante la rivoluzione francese e in particolare quando un porprio concittadino, Bernardino Drovetti si trovò ad essere il primo canavesano a portare l'albero della libertà al centro di [[Ivrea]]. Bernardino fu tra i primi ad arruolarsi tra le file dell'esercito napoleonico per seguire gli ideali di indipendenza e democrazia. Il nord Africa divenne console generale, carica che che fu assegnata per i successivi trent'anni. Al lui si devono i numerosi e preziosi reperti storici provenienti dall'antico Egitto, conservati oggi nel museo di [[Torino]]. In tutti gli anni di servizio, infatti, raccolse, un immenso patrimonio storico, subito ricercato e acquistato dal sovrano Carlo Felice. |
| + | Ma Bernardino Drovetti non fu l'unico cittadino illustre di Barbania. Ivi vi nacquero, infatti, Pietro Audogianotti | ||
| + | In seguito i Savoja iniziarono a vendere titoli di nobiltà. I Barbaniesi, orgogliosi di non aver mai dovuto sopportare feudatari, raccolsero il denaro necessario ed acquisirono la signoria del loro paese. | ||
| + | Dopo due secoli di pace e prosperità giunse la Rivoluzione francese. | ||
| + | Un giovane barbaniese fu il primo canavesano a rizzare l’Albero della Libertà sulla piazza di Ivrea. Il suo nome era . Infiammato dagli ideali rivoluzionari, seguì Napoleone. In Egitto venne nominato console generale, carica che ricoprì per trent’anni. Drovetti radunò la più grande collezione privata di reperti egizi, venduta al Re Carlo Felice nel 1824. Nacque il Museo Egizio di Torino, ancor oggi secondo nel mondo solo a quello del Cairo. | ||
| + | Dopo la restaurazione del 1815, Barbania diede ancora i natali a , impegnato nel mondo dell’istruzione, a Giacinto Bianco, “gentiluomo di bocca” a corte e a Giovanni Drovetti, famoso scrittore bohémienne, autore tra l’altro della canzone “Le campane di San Giusto”. | ||
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Barbania è situato nel Piemonte in Provincia di Torino. L'ultima domenica di agosto si festeggia il Patrono, San Giuliano. Tra gli edifici religiosi: Chiesa Parrocchiale di San Giuliano Martire; Cappella di San Sisto.
Confina con i comuni di: Vauda Canavese, Levone, Rivara, Rocca Canavese e Busano.
Indice |
Storia
La città di Barbania è posta tra i due torrenti Fandaglia e Malone, nel mezzo della prominente vegetazione della valla del canavese. Fu proprio la natura sconfinata a ispirare l'assegnazione del nome al territorio. Anticamente, infatti, la città era chiamata barbèn che nel vecchio dialetto provenzale indicava la quercia. Le prime fonti storiche risalgono al XI secolo, periodo in cui importanti casate cominciarono a detenere diversi feudi in tutto il territorio. Nel 1164 l'imperatore Federico I donò la città al marchese di Monferrato, appena qualche tempo dopo la città venne coinvolta negli scontri delle casate per il potere sul territorio. Per sottarsi alle logiche di potere delle signorie locali Barbania, così come città del Piemonte e della Lombardia, dichiararono l'indipendenza del proprio comune. Per tutelarne la libertà, quindi, la popolazione costruì una serie di fortificazioni e fossati lungo tutto il territorio. Con questo spiritoso i barbaniesi continuarono a difendere la propria città coon forza e determinazioni. Gli scontri, che coinvolsero anche gli altri paesi della valle, terminarono intorno al 1392 con la concessione di privilegi al comune. L'orgoglio dei barbiesi è testimoniato da un episodio in particolare. Tutti gli abitanti contribuirono a raccogliere il denaro necessario per l'acquisizione della città, sottraendola in tal modo al potere Savoia e alle successive aspirazioni di poteri di altre casate illustri. Nei secoli successivi non si registrarono episodi rilevanti. Barbania visse due secoli di pace e tranquillità. Rinetrò in scena invece durante la rivoluzione francese e in particolare quando un porprio concittadino, Bernardino Drovetti si trovò ad essere il primo canavesano a portare l'albero della libertà al centro di Ivrea. Bernardino fu tra i primi ad arruolarsi tra le file dell'esercito napoleonico per seguire gli ideali di indipendenza e democrazia. Il nord Africa divenne console generale, carica che che fu assegnata per i successivi trent'anni. Al lui si devono i numerosi e preziosi reperti storici provenienti dall'antico Egitto, conservati oggi nel museo di Torino. In tutti gli anni di servizio, infatti, raccolse, un immenso patrimonio storico, subito ricercato e acquistato dal sovrano Carlo Felice. Ma Bernardino Drovetti non fu l'unico cittadino illustre di Barbania. Ivi vi nacquero, infatti, Pietro Audogianotti
In seguito i Savoja iniziarono a vendere titoli di nobiltà. I Barbaniesi, orgogliosi di non aver mai dovuto sopportare feudatari, raccolsero il denaro necessario ed acquisirono la signoria del loro paese. Dopo due secoli di pace e prosperità giunse la Rivoluzione francese. Un giovane barbaniese fu il primo canavesano a rizzare l’Albero della Libertà sulla piazza di Ivrea. Il suo nome era . Infiammato dagli ideali rivoluzionari, seguì Napoleone. In Egitto venne nominato console generale, carica che ricoprì per trent’anni. Drovetti radunò la più grande collezione privata di reperti egizi, venduta al Re Carlo Felice nel 1824. Nacque il Museo Egizio di Torino, ancor oggi secondo nel mondo solo a quello del Cairo. Dopo la restaurazione del 1815, Barbania diede ancora i natali a , impegnato nel mondo dell’istruzione, a Giacinto Bianco, “gentiluomo di bocca” a corte e a Giovanni Drovetti, famoso scrittore bohémienne, autore tra l’altro della canzone “Le campane di San Giusto”.
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Dove Mangiare
- Ristorante Chiara, Corso Garibaldi, 1
Biblioteche
- Biblioteca Civica, Via Roma, 1
Memorie Storiche
In Corografia fisica, storica e statistica (1837) così viene descritto il comune:
L'antichissimo borgo di Barbania, in cui risiede il giudice del Mandamento, era in altri tempi compreso nel Canavese. Un'iscrizione apposta ad una casa, indica essere stata eretta nel 1425; essa è al certo la più antica degli edifizj ora esistenti. Erano questi circondati da un' alta e solida muraglia, e le porte castellane aveano ponti levatoj, sormontati da due torri; una di queste fu fatta demolire dal comune, ma l'altra resta in piedi. Sulla cima di un poggetto vicino si vedono le fondamenta dell'antica rocca. Fuori del ricinto quadrangolare incominciarono a costruirsi dei fabbricati, per cui la borgata va ad ingrandire.






