GUIDA  Portici/Chiesa di San Ciro

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[[Immagine:Portici - Chiesa di San Ciro.jpg|thumb|left|<center>Chiesa di San Ciro</center>]]
 
==Storia==
 
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La cattedrale, dedicata alla Vergine nella Natività e al Santo Patrono, San Ciro, fu costruita fra il 1633 e 1641, sui resti di una presistente parrocchiale dedicata a Santa Maria delle Grazie, costruita nel 1627 e crollata a seguito dell'eruzione del [[Vesuvio]] del 1631. La chiesa fu fortemente rimaneggiata negli anni 40 del Settecento da '''Domenico Antonio Vaccaro''', al quale si devono la cupola e le torri campanarie.
 
La cattedrale, dedicata alla Vergine nella Natività e al Santo Patrono, San Ciro, fu costruita fra il 1633 e 1641, sui resti di una presistente parrocchiale dedicata a Santa Maria delle Grazie, costruita nel 1627 e crollata a seguito dell'eruzione del [[Vesuvio]] del 1631. La chiesa fu fortemente rimaneggiata negli anni 40 del Settecento da '''Domenico Antonio Vaccaro''', al quale si devono la cupola e le torri campanarie.
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La chiesa ha subito ulteriori rifacimenti nel corso dell'Ottocento.
 
La chiesa ha subito ulteriori rifacimenti nel corso dell'Ottocento.
 
  
 
==Descrizione==
 
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Versione delle 15:38, 8 set 2007

Chiesa di San Ciro

Indice

Storia

La cattedrale, dedicata alla Vergine nella Natività e al Santo Patrono, San Ciro, fu costruita fra il 1633 e 1641, sui resti di una presistente parrocchiale dedicata a Santa Maria delle Grazie, costruita nel 1627 e crollata a seguito dell'eruzione del Vesuvio del 1631. La chiesa fu fortemente rimaneggiata negli anni 40 del Settecento da Domenico Antonio Vaccaro, al quale si devono la cupola e le torri campanarie.

All'epoca, l'importanza di Portici era notevolmente accresciuta per la presenza della [../Reggia di Portici]]. Fu chiamato, quindi, il Vaccaro a dare lustro ad una chiesa che doveva rappresentare simbolicamente il nuovo status di residenza dei Borbone.

La chiesa ha subito ulteriori rifacimenti nel corso dell'Ottocento.

Descrizione

Esterno La facciata è rettangolare, con un frontone nella sezione centrale e le due torri campanarie che svettano ai lati, sopra le navate minori. Il gusto è misurato, ma notevole è il ricorso a decori floreali. Sopra i portali minori sono due nicchie, mentre la luce principale è un oculo modanato. Notevoli sono le porte di bronzo con base di piperno. I due ingressi minori sono sormontati da un timpano lineare e da oculi, mentre il portale principale reca un elaborato architrave scolpito con Santi e Angeli, sul quale poggia il timpano. Lesene e paraste ritmano le sezioni.

Interno L'altare maggiore, realizzato con marmi policromi dal Vaccaro, è ornato lateralmente con angeli marmorei ed impreziosito da un magnifica tela: la Nascita della Vergine, capolavoro del 1666 di Luca Giordano, forse il massimo esponente della scuola napoletana caravaggesca.

Sontuosa è la cupola, manifestazione del genio del Vaccaro. Le trombe sono decorate, ed il tamburo è impreziosito da lesene, mentre l'occhio fugge fra i decori verso la bella lanterna.

Notevoli sono gli arredi sacri. L'Immacolata e il San Lazzaro sono di Giuseppe Bonito, fine pennello rococò. La statua di San Ciro, nel cappellone di sinistra, è opera del 1770 dello Sperandeo. Si notino le due fonti per l'acqua benedetta all'ingresso, il battistero in fondo alla navata destra ed il pulpito. Il presbiterio è decorato da pregevoli stucchi.

La Congrega del Santissimo Sacramento

Dalla chiesa si accede alla Congrega del Santissimo Sacramento, opera del Vaccaro. Fu costruita per volontà della Arciconfraternita e dell'Università. Si tratta di una deliziosa fabbrica rococò, con le pareti decorate con stucchi, volute, cornicioni tortili ed oculi recanti dei tondi raffiguranti storie della Passione.

Fastoso è l'altare marmoreo policromo sormontato dalla pala d'altare coronata da un timpano rococò dal gioco concavo e convesso e fiancheggiata da due nicchie recanti figure di santi.

Notevole è il coro ligneo.

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