GUIDA  Loreto/Santuario della Madonna di Loreto

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==Storia==
 
I lavori di erezione del santuario iniziarono nel 1468 da Paolo II. Ancora cardinale egli si recò qui e venne guarito dalla peste dalla madonna che gli annunciava l'imminente elezione. In riconoscenza Paolo II dispose che si costruisse la chiesa.
 
I lavori di erezione del santuario iniziarono nel 1468 da Paolo II. Ancora cardinale egli si recò qui e venne guarito dalla peste dalla madonna che gli annunciava l'imminente elezione. In riconoscenza Paolo II dispose che si costruisse la chiesa.
 
L'impianto originario, di transizione fra gotico e rinascimento, è opera di Francesco di Giorgio Martini.
 
L'impianto originario, di transizione fra gotico e rinascimento, è opera di Francesco di Giorgio Martini.
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Subentrarono ancora Sansovino e Antonio da Sangallo. Quest'ultimo modificò l'impianto gotico seguendo il disegno del Bramante lasciato a metà. La facciata fu iniziata da Giovanni Boccalini da Carpi nel 1571 e terminata nel 1587 da Giovanbattista Ghioldi.
 
Subentrarono ancora Sansovino e Antonio da Sangallo. Quest'ultimo modificò l'impianto gotico seguendo il disegno del Bramante lasciato a metà. La facciata fu iniziata da Giovanni Boccalini da Carpi nel 1571 e terminata nel 1587 da Giovanbattista Ghioldi.
 
Il campanile fu aggiunto dal Vanvitelli nel 1750. Mentre il completamento delle cappelle radiali è solo del XX secolo.
 
Il campanile fu aggiunto dal Vanvitelli nel 1750. Mentre il completamento delle cappelle radiali è solo del XX secolo.
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==Descrizione==
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La facciata, in bianca pietra d'Istria, è tripartita da u doppio ordine di lesene, ed è anticipata da uno scenografica scalinata.
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L'ingresso principale è coronato da un timpano spezzato, mentre gli ingressi laterali, più piccoli, sono coronati da un frontone regolare e da delle finestre. Sopra il portale principale è un'ulteriore nicchia con bella statua bronza raffigurante una Madonna col bambino. Importanti i battenti bronzei degli ingessi. Si tratta di stipiti realizzati fra la fine del Cinquecento e la prima decade Seicento da Tiburzio Vergelli, Antonio di Girolamo Lombardo e figli, Antonio Calcagni e Sebastiano Sebastiani. Il secondo livello della fabbrica è caratterizzato per la bella finestra, chiusa in festoni in bassorilevi ed incorniciata da un grande nicchione, stretto dalle doppie lesene del piano superiore e chiuso dal frontone.
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L'elegante campanile è opera del Vanvitelli che qui si spirò al Boromini di Sant'Andrea della Fratte, a Roma.

Versione delle 12:52, 6 dic 2007

Storia

I lavori di erezione del santuario iniziarono nel 1468 da Paolo II. Ancora cardinale egli si recò qui e venne guarito dalla peste dalla madonna che gli annunciava l'imminente elezione. In riconoscenza Paolo II dispose che si costruisse la chiesa. L'impianto originario, di transizione fra gotico e rinascimento, è opera di Francesco di Giorgio Martini. Nel 1476 la chiesa fu terminata da Giuliano da Maiano. Nel 1500 Giuliano da sangallo realizzò la cupola, mentre il Bramante fra il 1509 e 1511 realizzò ulteriori lavori di consolidamento ed aprì le cappelle laterali. Subentrarono ancora Sansovino e Antonio da Sangallo. Quest'ultimo modificò l'impianto gotico seguendo il disegno del Bramante lasciato a metà. La facciata fu iniziata da Giovanni Boccalini da Carpi nel 1571 e terminata nel 1587 da Giovanbattista Ghioldi. Il campanile fu aggiunto dal Vanvitelli nel 1750. Mentre il completamento delle cappelle radiali è solo del XX secolo.

Descrizione

La facciata, in bianca pietra d'Istria, è tripartita da u doppio ordine di lesene, ed è anticipata da uno scenografica scalinata.

L'ingresso principale è coronato da un timpano spezzato, mentre gli ingressi laterali, più piccoli, sono coronati da un frontone regolare e da delle finestre. Sopra il portale principale è un'ulteriore nicchia con bella statua bronza raffigurante una Madonna col bambino. Importanti i battenti bronzei degli ingessi. Si tratta di stipiti realizzati fra la fine del Cinquecento e la prima decade Seicento da Tiburzio Vergelli, Antonio di Girolamo Lombardo e figli, Antonio Calcagni e Sebastiano Sebastiani. Il secondo livello della fabbrica è caratterizzato per la bella finestra, chiusa in festoni in bassorilevi ed incorniciata da un grande nicchione, stretto dalle doppie lesene del piano superiore e chiuso dal frontone.

L'elegante campanile è opera del Vanvitelli che qui si spirò al Boromini di Sant'Andrea della Fratte, a Roma.