GUIDA  Gargnano/Chiesa di San Francesco

Da Wiki.
Riga 1: Riga 1:
 
[[Immagine:Gargnano - Chiesa di San Francesco - Facciata.jpg|thumb|left|La facciata della chiesa]]
 
[[Immagine:Gargnano - Chiesa di San Francesco - Facciata.jpg|thumb|left|La facciata della chiesa]]
[[Immagine:Gargnano - Chiesa di San Francesco.,- - Statua di Sant'Antonio da Padova..jpg|thumb|right|La statua di Santa Antonio da Padova]]
+
[[Immagine:Gargnano - Altare dell'Immacolata - Chiesa di San Francesco.jpg|thumb|right|L'altare dell'Immacolata]]
 
==La Chiesa==
 
==La Chiesa==
 
Non si conosce con precisione l'anno in cui venne edificata, ma in una bolla del pontefice '''Nicolò IV''' del '''1289''' la si cita, in quanto il pontefice concede l'indulgenza di un anno e 40 giorni ai visitatori: "''Ecclesiam S: Francisci F.F. minorum de Garignano''".
 
Non si conosce con precisione l'anno in cui venne edificata, ma in una bolla del pontefice '''Nicolò IV''' del '''1289''' la si cita, in quanto il pontefice concede l'indulgenza di un anno e 40 giorni ai visitatori: "''Ecclesiam S: Francisci F.F. minorum de Garignano''".
  
 
A quella data dunque i lavori di costruzione del convento dovevano essere già terminati (in quanto F.F. sta secondo gli studiosi per '''Frati Francescani'''). Di conseguenza, la chiesa era già officiata. Fra '''Giuseppe Gelmina''', ultimo guardiano del convento, nel 1769 (prima della soppressione) scrive in una relazione al Governo [[Veneto]] che nell'archivio del convento non è conservato nessun documento inerente alla costruzione.
 
A quella data dunque i lavori di costruzione del convento dovevano essere già terminati (in quanto F.F. sta secondo gli studiosi per '''Frati Francescani'''). Di conseguenza, la chiesa era già officiata. Fra '''Giuseppe Gelmina''', ultimo guardiano del convento, nel 1769 (prima della soppressione) scrive in una relazione al Governo [[Veneto]] che nell'archivio del convento non è conservato nessun documento inerente alla costruzione.
 +
 +
Nel '''1800''', da una relazione del parroco di Gargnano, risultano essere presenti all'interno della chiesa otto '''altari'''. Attualmente se ne possono contare solo sei. Il più articolato e scultoreo risulta essere quello dedicato all''''Immacolata'''. Decorato da marmi di vari colori, è chiuso in alto dalle figure del ''Padre Eterno'' e di ''Gesù Cristo'' che reggono il ''Mondo''. Nella nicchia vi è una statua marmorea dell'Immacolata attribuita alla bottega del bergamasco '''Andrea Fantoni'''. Sulla parete di destra è posta una lapide ('''1954''') in occasione del centenario della proclamazione del ''Dogma dell'Immacolata Concezione''.
  
 
===La facciata===
 
===La facciata===
 +
[[Immagine:Gargnano - Chiesa di San Francesco.,- - Statua di Sant'Antonio da Padova..jpg|thumb|right|La statua di Santa Antonio da Padova]]
 
La '''facciata''' della chiesa si presenta costituita da diversi materiali che permettono di leggere la stratificazione storica dell'edificio. Si può dividere in 3 parti: una fascia inferiore protetta di intonaco di malta, una fascia centrale in pietra locale squadrata a vista e una fascia superiore intonacata con malta cementizia terminante con la copertura. Al centro della facciata si nota il bello e antico '''portale in pietra bianca''', con lavorazioni a profilo gotico e con capitelli a fascia obliqua ad arco.  
 
La '''facciata''' della chiesa si presenta costituita da diversi materiali che permettono di leggere la stratificazione storica dell'edificio. Si può dividere in 3 parti: una fascia inferiore protetta di intonaco di malta, una fascia centrale in pietra locale squadrata a vista e una fascia superiore intonacata con malta cementizia terminante con la copertura. Al centro della facciata si nota il bello e antico '''portale in pietra bianca''', con lavorazioni a profilo gotico e con capitelli a fascia obliqua ad arco.  
  
 
Il pregio della facciata, oltre che per i suoi materiali, è dovuto anche a questa statua che raffigura '''Sant'Antonio da Padova''', recante la data '''1301''', con la seguente iscrizione: "''MCCCI SANCTUS ANTONIUS ILLUMINAVIT UNO OCULO FRATREM DELAYORUM DE LAUDE FACTOREM HUIUS OPERIS''". Si tratta di una statua votiva in seguito alla miracolosa restituzione della vista ad un frate, '''Antonio Delay'''. Pur non rivelandosi il frate scultore un grande artista, la piccola statua ha un suo valore storico.  
 
Il pregio della facciata, oltre che per i suoi materiali, è dovuto anche a questa statua che raffigura '''Sant'Antonio da Padova''', recante la data '''1301''', con la seguente iscrizione: "''MCCCI SANCTUS ANTONIUS ILLUMINAVIT UNO OCULO FRATREM DELAYORUM DE LAUDE FACTOREM HUIUS OPERIS''". Si tratta di una statua votiva in seguito alla miracolosa restituzione della vista ad un frate, '''Antonio Delay'''. Pur non rivelandosi il frate scultore un grande artista, la piccola statua ha un suo valore storico.  
 +
 +
Oltre alla statua di Sant'Antonio, anche sul lato settentrionale, ai lati della porta secondaria dalla quale si accede all'interno della chiesa, si trovano '''due frammenti lapidei'''. Sul lato destro guardando la porta c'è un '''bassorilievo''' in marmo rosso di [[Verona]], raffigurante la ''Madonna Incoronata in adorazione del Bambin Gesù'', datato intorno alla metà del '''Quattrocento'''; di fattura molto semplice le due figure sono sproporzionate nelle forme.
 +
 +
L'altro bassorilievo, considerato più importante, è situato a sinistra della porta secondaria. In pietra bianca di forma poligonale a 5 lati, probabilmente costituiva il sopraporta di una cappelletta oggi demolita. In esso è raffigurato '''San Francesco''' in ginocchio nell'atto di ricevere le stigmate dal Serafino alato. Si nota anche la figura di Frate Elia che assiste alla scena. Sullo sfondo, una chiesetta (forse la '''Chiesuola della Verna''') dove secondo la tradizione San Francesco ha ricevuto le '''stigmate'''. Gli studiosi d'arte locali, nel bassorilievo, hanno rilevato i caratteri dell'arte duecentesca facendolo risalire alla fine del XIII secolo o agli inizi XIV. Si tratterebbe di un'opera contemporanea al Sant'Antonio della facciata. Se fosse confermata questa datazione, il bassorilievo sarebbe di notevolissima importanza poiché si tratterebbe di un'opera precedente all''''affresco giottesco''' della [[Assisi/Basilica di San Francesco|Basilica Superiore di Assisi]]. Altri studiosi collegano questa frammentaria scultura intorno alla seconda metà del Quattrocento.
  
 
===Il chiostro===
 
===Il chiostro===
Riga 18: Riga 25:
 
Al centro del chiostro esisteva anticamente un '''pozzo''' che venne sostituito da un '''gelso''' e successivamente da un '''cipresso'''. Tutti i '''capitelli''' sono diversi fra loro, con decorazioni di agrumi, fiori e foglie delle più svariate forme, uccelli, pesci, teste di frati e teste di leoni. Prezioso il '''portale''' che risale alla fine del XV secolo e che mette il chiostro in comunicazione la '''sacrestia''' della Chiesa di San Francesco.
 
Al centro del chiostro esisteva anticamente un '''pozzo''' che venne sostituito da un '''gelso''' e successivamente da un '''cipresso'''. Tutti i '''capitelli''' sono diversi fra loro, con decorazioni di agrumi, fiori e foglie delle più svariate forme, uccelli, pesci, teste di frati e teste di leoni. Prezioso il '''portale''' che risale alla fine del XV secolo e che mette il chiostro in comunicazione la '''sacrestia''' della Chiesa di San Francesco.
 
[[Immagine:Gargnano - Chiostro di San Francesco.- - Preparativi per la demolizione.jpg|thumb|right|Uno scorcio del chiostro]]
 
[[Immagine:Gargnano - Chiostro di San Francesco.- - Preparativi per la demolizione.jpg|thumb|right|Uno scorcio del chiostro]]
In pietra nera di [[Nago-Torbole|Torbole]], la '''fascia esterna''' è decorata con eleganti tralci di foglie e fiori intrecciati, sormontati sui due lati dalle figure dell'''Angelo Nunziante'' e la ''Vergine Annunciata''. Gli ultimi lavori di restauro del chiostro furono eseguiti nel '''1922'''.
+
In pietra nera di [[Nago-Torbole|Torbole]], la '''fascia esterna''' è decorata con eleganti tralci di foglie e fiori intrecciati, sormontati sui due lati dalle figure dell' ''Angelo Nunziante'' e la ''Vergine Annunciata''. Gli ultimi lavori di restauro del chiostro furono eseguiti nel '''1922'''.
  
 
Le '''mura perimetrali''' del chiostro sono ricchi di '''lapidi''' antichissime; la più vecchia del '''1302''', a seguire '''1427''' e '''1753'''. Anche sul pavimento dei porticati vi sono parecchie '''vecchie lapidi''' di famiglie del Comune di Gargnano, a testimonianza che molte di loro (soprattutto nobili) chiedevano di essere sepolte nel chiostro.
 
Le '''mura perimetrali''' del chiostro sono ricchi di '''lapidi''' antichissime; la più vecchia del '''1302''', a seguire '''1427''' e '''1753'''. Anche sul pavimento dei porticati vi sono parecchie '''vecchie lapidi''' di famiglie del Comune di Gargnano, a testimonianza che molte di loro (soprattutto nobili) chiedevano di essere sepolte nel chiostro.
Riga 35: Riga 42:
 
Immagine:Gargnano - L'Antico Portale - Chiesa di San Francesco.jpg|Il portale della chiesa
 
Immagine:Gargnano - L'Antico Portale - Chiesa di San Francesco.jpg|Il portale della chiesa
 
Immagine:Gargnano - Chiesa di San Francesco.-- - Particolare del Portale..jpg|Particolare del portale
 
Immagine:Gargnano - Chiesa di San Francesco.-- - Particolare del Portale..jpg|Particolare del portale
 +
Immagine:Gargnano - Chiesa di San Francesco- Lato settentrionale.jpg|Bassorilievo della Madonna Incoronato con Bambino
 +
Immagine:Gargnano - Chiesa di San Francesco- Lato settentrionale.- - Bassorilievo.jpg|Bassorilievo di San Francesco
 
Immagine:Gargnano - La palizzata della Vergogna.jpg|Particolare della palizzata
 
Immagine:Gargnano - La palizzata della Vergogna.jpg|Particolare della palizzata
 
Immagine:Gargnano - La Palizzata della Vergogna - Nr 2.jpg|La "palizzata della vergogna"
 
Immagine:Gargnano - La Palizzata della Vergogna - Nr 2.jpg|La "palizzata della vergogna"

Versione delle 11:40, 6 lug 2010

La facciata della chiesa
L'altare dell'Immacolata

Indice

La Chiesa

Non si conosce con precisione l'anno in cui venne edificata, ma in una bolla del pontefice Nicolò IV del 1289 la si cita, in quanto il pontefice concede l'indulgenza di un anno e 40 giorni ai visitatori: "Ecclesiam S: Francisci F.F. minorum de Garignano".

A quella data dunque i lavori di costruzione del convento dovevano essere già terminati (in quanto F.F. sta secondo gli studiosi per Frati Francescani). Di conseguenza, la chiesa era già officiata. Fra Giuseppe Gelmina, ultimo guardiano del convento, nel 1769 (prima della soppressione) scrive in una relazione al Governo Veneto che nell'archivio del convento non è conservato nessun documento inerente alla costruzione.

Nel 1800, da una relazione del parroco di Gargnano, risultano essere presenti all'interno della chiesa otto altari. Attualmente se ne possono contare solo sei. Il più articolato e scultoreo risulta essere quello dedicato all'Immacolata. Decorato da marmi di vari colori, è chiuso in alto dalle figure del Padre Eterno e di Gesù Cristo che reggono il Mondo. Nella nicchia vi è una statua marmorea dell'Immacolata attribuita alla bottega del bergamasco Andrea Fantoni. Sulla parete di destra è posta una lapide (1954) in occasione del centenario della proclamazione del Dogma dell'Immacolata Concezione.

La facciata

La statua di Santa Antonio da Padova

La facciata della chiesa si presenta costituita da diversi materiali che permettono di leggere la stratificazione storica dell'edificio. Si può dividere in 3 parti: una fascia inferiore protetta di intonaco di malta, una fascia centrale in pietra locale squadrata a vista e una fascia superiore intonacata con malta cementizia terminante con la copertura. Al centro della facciata si nota il bello e antico portale in pietra bianca, con lavorazioni a profilo gotico e con capitelli a fascia obliqua ad arco.

Il pregio della facciata, oltre che per i suoi materiali, è dovuto anche a questa statua che raffigura Sant'Antonio da Padova, recante la data 1301, con la seguente iscrizione: "MCCCI SANCTUS ANTONIUS ILLUMINAVIT UNO OCULO FRATREM DELAYORUM DE LAUDE FACTOREM HUIUS OPERIS". Si tratta di una statua votiva in seguito alla miracolosa restituzione della vista ad un frate, Antonio Delay. Pur non rivelandosi il frate scultore un grande artista, la piccola statua ha un suo valore storico.

Oltre alla statua di Sant'Antonio, anche sul lato settentrionale, ai lati della porta secondaria dalla quale si accede all'interno della chiesa, si trovano due frammenti lapidei. Sul lato destro guardando la porta c'è un bassorilievo in marmo rosso di Verona, raffigurante la Madonna Incoronata in adorazione del Bambin Gesù, datato intorno alla metà del Quattrocento; di fattura molto semplice le due figure sono sproporzionate nelle forme.

L'altro bassorilievo, considerato più importante, è situato a sinistra della porta secondaria. In pietra bianca di forma poligonale a 5 lati, probabilmente costituiva il sopraporta di una cappelletta oggi demolita. In esso è raffigurato San Francesco in ginocchio nell'atto di ricevere le stigmate dal Serafino alato. Si nota anche la figura di Frate Elia che assiste alla scena. Sullo sfondo, una chiesetta (forse la Chiesuola della Verna) dove secondo la tradizione San Francesco ha ricevuto le stigmate. Gli studiosi d'arte locali, nel bassorilievo, hanno rilevato i caratteri dell'arte duecentesca facendolo risalire alla fine del XIII secolo o agli inizi XIV. Si tratterebbe di un'opera contemporanea al Sant'Antonio della facciata. Se fosse confermata questa datazione, il bassorilievo sarebbe di notevolissima importanza poiché si tratterebbe di un'opera precedente all'affresco giottesco della Basilica Superiore di Assisi. Altri studiosi collegano questa frammentaria scultura intorno alla seconda metà del Quattrocento.

Il chiostro

Il chiostro di San Francesco
La porta d'ingresso, chiusa per lavori

Affiancato al lato sud della Chiesa di San Francesco, l'omonimo chiostro è da attribuire storicamente alla prima metà del XIV secolo. Si presenta come un piccolo cortile a pianta quadrata (19 metri di lato), circondato da un caratteristico portico ad archi con lobi e controcurve di chiara derivazione veneziana. E' l'esempio più antico nella provincia di Brescia.

Al centro del chiostro esisteva anticamente un pozzo che venne sostituito da un gelso e successivamente da un cipresso. Tutti i capitelli sono diversi fra loro, con decorazioni di agrumi, fiori e foglie delle più svariate forme, uccelli, pesci, teste di frati e teste di leoni. Prezioso il portale che risale alla fine del XV secolo e che mette il chiostro in comunicazione la sacrestia della Chiesa di San Francesco.

Uno scorcio del chiostro

In pietra nera di Torbole, la fascia esterna è decorata con eleganti tralci di foglie e fiori intrecciati, sormontati sui due lati dalle figure dell' Angelo Nunziante e la Vergine Annunciata. Gli ultimi lavori di restauro del chiostro furono eseguiti nel 1922.

Le mura perimetrali del chiostro sono ricchi di lapidi antichissime; la più vecchia del 1302, a seguire 1427 e 1753. Anche sul pavimento dei porticati vi sono parecchie vecchie lapidi di famiglie del Comune di Gargnano, a testimonianza che molte di loro (soprattutto nobili) chiedevano di essere sepolte nel chiostro.

All'interno del chiostro ci sono inoltre due are di notevole importanza, in quanto uniche testimonianze dell'epoca romana a Gargnano.

  • La prima, di fattura elegante, è dedicata al dio protettore del luogo, Revino. Riporta la scritta: REVINO SACR PPI V.S.L.M.,interpretata dagli studiosi: Revino Sacrum PPI Votum Solvit Libens Merito. L'ara è stata datata I° secolo d.C. e sempre secondo gli studiosi l'incisione venne eseguita per lo scioglimento di un voto che un rivierasco sottoscrisse con le sole iniziali del suo nome: PPI.
  • La seconda ara, di fattura più rozza, è dedicata al dio Nettuno ed è stata datata III° secolo d.C.

Il destino di tutto questo è la demolizione per far posto a un condominio, nonostante il Ministero della Pubblica Istruzione (con la legge nr. 20 del giugno 1909 - art. 5.) abbia dichiarato il chiostro monumento nazionale, in data 10 febbraio 1912.

La Palizzata della Vergogna

E' chiamata così dai cittadini di Gargnano questa palizzata di paglia pressata, lunga un sessantina di metri, che delimita tutta l'area dei lavori. Alcuni cittadini hanno cominciato a scrivere su semplici fogli di carta i loro pensieri.

Galleria Foto