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Foto Desana:
2012, 2009, 2008

Desana è situato nel Piemonte in Provincia di Vercelli. Il 29 giugno si festeggia il Patrono, Santi Pietro e Paolo. Tra gli edifici religiosi: Chiesa Parrocchiale di San Pietro e Maurizio; Chiesa dei Santi Fabiano e Sebastiano; Chiesa della Beatissima Vergine Addolorata.

Confina con i comuni di: Ronsecco, Tricerro, Vercelli, Costanzana, Asigliano Vercellese e Lignana.

Indice

Dove Mangiare

  • Ristorante Oryza, Piazza Castello, 8
  • Ristorante La Rosa Dei Venti, Piazza Camillo Cavour, 9

Biblioteche

  • Biblioteca Civica, Via Trino, 28

Informazioni Utili

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Memorie Storiche

Nel Dizionario geografico-storico-statistico-commerciale (1840) Goffredo Casalis così descrive il comune:

Dezana o Desana (Deciana), capoluogo di mandamento nella prov. e dioc. di Vercelli, div. di Alessandria. Dipende dal senato di Piemonte, intend. prefett. ipot. di Vercelli, insin. di Trino. Ha l'uffizio della posta. Trovasi a libeccio di Vercelli, da cui è distante tre miglia ed un quarto sulla strada da Torino a Vercelli. Fra le varie frazioni che ne dipendono, havvi una borgata detta Settime, i cui terrazzani formano la vigesimaquarta parte della total popolazione del comune. Oltre il tribunale di giudicatura evvi l'uffìzio dell'esattore mandamentale. L'anzidetta strada provinciale da Torino a Vercelli attraversa questo borgo. Vi corrono ancora due vie, che sono comunali: una rivolgasi a levante, e l'altra a ponente.

Il comune è distante da Tricerro, a borea, un miglio e mezzo; da Asigliano, a ponente, un miglio ed un terzo, e così pure da Costanzana; da Lignana, a levante, un mezzo miglio, quattro da Gabiano; e tre e mezzo da Balzola.

Il territorio, situato in pianura, è bagnato dal rivo Gardina, che verso Tricerro interseca la provinciale strada, e vi è valicato da un ponte in cotto di solida costruzione. Il regio naviglio ivi detto d'Ivrea contribuisce particolarmente a fecondarne le risaje. Non si mantengono altre bestie bovine fuorché pei bisogni dell'agricoltura: vi sono esse soggette a congestioni sanguigne occasionate per lo più dall'eccessivo pascolo. Considerabili sono i prodotti del comune in riso, grano e meliga, dei quali si fa il commercio particolarmente col capoluogo di provincia. Nell'estensione del paese si veggono frequenti piante di noci, roveri, pioppi e salici. Evvi una foresta di giornate ducento dieci; essa per la più parte è comunale; vi annida poco selvaggiume.

Oltre la chiesa parrocchiale sotto l'invocazione dei ss. Pietro e Maurizio, vi hanno tre oratorii, ed una chiesa per uso di confraternita. La principale solennità vi si celebra ad onore di s. Pietro nella prima domenica di luglio. Prima del 1801 era ragguardevolissima la parrocchia di Dezana; che il prevosto presiedeva ad una collegiata di sei canonici instituita nel 1508 mediante particolari fondi assegnati dalla famiglia Tizzoni: godeva il prevosto le rendite di una pingue prebenda, le quali ad ogni anno ascendevano per approssimazione alla somma di ventimila lire. Fu soppressa la collegiata, e venne d'assai menomata la rendita della parrocchia: a malgrado di ciò essa è tuttavia una delle più considerabili della diocesi; la nomina del paroco appartiene all'augusta R. Casa.

Il più cospicuo palazzo di Dezana è l'antico castello già sede del feudatario, il quale per opera dell'attuale proprietario che è il signor Vitale Rosazza d'Andorno Pie di cavallo, fu riattato in bella forma, ed abbellisce viemmeglio questo borgo già riguardato come uno dei più distinti della provincia, si per la regolare sua costrutta, come per la pulitezza di non poche abitazioni.

Vi si fanno due fiere, una il 16 di gennajo, e l'altra il primo lunedì di luglio: il principal commercio ne è quello delle bestie bovine: vi accorrono i negozianti monferrini e novaresi.

Pesi e misure come in Vercelli.

Gli abitanti sono di complessione alquanto debole, e di lodevol indole: fanno assai buona riuscita quelli fra loro, che si applicano ad arti o mestieri.

Cenni storici. Ardoino re d'Italia diede questo paese nel 1003 a Cuniberto preposto della chiesa di Vercelli, suo cancelliere. Nel necrologio di questa chiesa all'anno 1210, 10 novembre, Dezana è nominato Curte, cioè luogo di giurisdizione per le terre circostanti.

L'Azario racconta, che nella guerra del marchese Giovanni di Monferrato contro Galeazzo Visconti, venendo egli (1357) ed il capitano delle sue genti Ugolino di Gonzaga sulla vercellese contrada Ceperunt pugna Desanam, terram fortem, dove si posero a quartiere d'inverno, facendo barbaramente guasto di ogni cosa. Per questa guerra, e per altre riaccesesi nello stesso secolo decimoquarto, fu distrutto, e rimase al tutto disabitato per alcun tempo il luogo di Dezana; ed il marchese Teodoro II allo scopo di rendere a sè più sicuro il tragitto per a Vercelli, ordinò a questa città di concedere la giurisdizione di Dezana a Ludovico de Ticionibus suo cancelliere, il quale l'avrebbe a sue spese ricostrutta, e fatta riabitare, osservando, che per tal modo sarebbesi di bel nuovo avvivato il commercio a Vercelli, senza il quale già mancava questa città bene spesso di vettovaglie. Il che fu eseguito addì 16 di settembre del 1411 per opera di messer Guidino di Morana, laureato in leggi, vicario e luogotenente di messer Guidetto di s. Giorgio, de' coati di Biandrate, che era podestà di Vercelli e del suo distretto.

L'anzidetto Ludovico de' Tizzoni, a cui fu dato in allora il dominio di Dezana, era signore di Castellazzo, conte palatino, ed aveva l'imperiale privilegio di far coniare monete d'oro e d'argento. Riparò egli l'antico castello di questo borgo, e rialzate le case, le attorniò di valida muraglia: sotto Francesco nipote di lui ebbe poscia questo borgo il titolo comitale.

Nella guerra della successione degli Sforza furono indarno i mezzi adoperati dai Tizzoni nel 1541 per difendere Dezana dai francesi, che se ne impadronirono insieme con Crescentino e con parecchie ville confinanti. Nella guerra della successione del Monferrato, fu questo borgo preso agli spagnuoli dal duca di Savoja Carlo Emanuele I, il quale infastidito dei danni, che nel vercellese territorio al continuo recavano gli abitanti di cotal feudo imperiale, fecene atterrare il castello e le mura.

Dopo ciò i Tizzoni si accostarono alla Corte Sabauda, e di essi il conte Anton Maria fu fatto governatore delle provincie di Mondovì, Alba e Biella dal duca Vittorio Amedeo I, e venne creato cavaliere dell'Annunziata da Madama Reale Cristina: a quell'età Francesco Maria conte di Dezana vi godeva per anco certi imperiali privilegii, e soprattutto la facoltà di coniare moneta.

L'imperatore Leopoldo nell'anno 1699 addi 6 di novembre investì il duca Vittorio Amedeo II di questo feudo imperiale, concedendogli ad un tempo il vicariato dell'impero; e Carlo Emanuele III con patenti dell'8 di febbrajo del 1763 lo diede al suo secondogenito Benedetto Maria duca del Ciablese per appannaggio con titolo di marchesato. Popol. 1460.