GUIDA Pecco
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| + | ==Storia== | ||
| + | Il borgo è di imprecisati origini. Anche se si accogliesse l'idea che il nome deriva dl latino pecus, non resta segno alcuno di nessun insediamento romano. Le prime tracce storiche, comunque, risalgono ad un documento del 1176 c fratelli Griva di Loranze cedono il sito, ove verrà costruito il castello di Arundello, ai figli di Enrico di S.Martino della Torre, Filiberto e Oberto ed al cugino di essi, Guglielmo. | ||
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| + | 1214 che ne attesta la proprietà, riferita ai San Martino, anche se nella medesima località sappiamo che sorgeva un'importante fortificazione, il Castello di Arundello, del quale restano alcune tracce fuori Pecco. Questa fortificazione fu travolta una prima volta in occasione delle violenze legate al tuchinaggio che imperversò per questi luoghi. Fu ricostruito nel Quattrocento ma, in seguito abbandonato, cadde in rovina. | ||
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| + | primi documenti che ricordano il luogo sono del secolo XIII. Nel 1176 i fratelli Griva di Loranze cedono il sito, ove verrà costruito il castello di Arundello, ai figli di Enrico di S.Martino della Torre, Filiberto e Oberto ed al cugino di essi, Guglielmo. | ||
| + | Era consuetudine dei San Martino di assumere il predicato dal nome del loro castello principale, quindi abbiamo nel 1198 Filippo di Arundello che giura la cittadinanza di Ivrea e cede alla città il castello di Fiorano, che possedeva con Giacomo di Strambinello. Nel 1205, lo stesso Filippo infeuda Gilberto, podestà di Ivrea, del suo castello e nel 1214 viene nominato, a sua volta, arbitro in questioni importanti. | ||
| + | Nel 1274, un Savarino di Arundello acquista da un canonico un podere in Fiorano. | ||
| + | Verso la fine del secolo XIV anche il castello di Arundello viene distrutto dai Tuchini, ch'erano insorti contro lo strapotere dei nobili. Nel secolo successivo il castello risorse ancora e passò al Vescovo di Ivrea, signore della Valle di Chy, che lo reinfeudarono agli Arundello, casata che si estinse nel secolo XVIII. | ||
| + | La giurisdizione venne trasmessa nel 1721 ai Pochettini di Serravalle, dei quali, un monsignore vescovo di Ivrea fini di porre il castello, ormai rovinato, all'incanto nel 1811, che fu aggiudicato per 10.600 soldi a certo Minellono Giovan Battista, il quale nel 1831 lo trasmise al figlio Antonio. I discendenti della famiglia Minellono si distinsero nelle cariche civili, militari ed ecclesiastiche. | ||
| + | Nel 1929, durante il periodo fascista, Pecco venne aggregato al comune di Alice Superiore, ma nel 1947 riacquistò la sua autonomia. | ||
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| + | Miti e leggende | ||
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| + | La conoscenza dei miti e delle leggende di una vallata alpina consente, a quanti decidono di visitarla,di effettuare un suggestivo viaggio a ritroso nel tempo,giungendo alle origini delle tradizioni e ad una maggiore comprensione delle caratteristiche dei suoi abitanti. | ||
| + | Com'è naturale, l'apprendimento delle tradizioni non può sostituire l'approfondimento storico e sociale ma può configurarsi, tuttavia, come spiraglio attraverso cui cogliere tendenze spirituali e materiali. | ||
| + | In Valchiusella storia e leggenda spesso si intrecciano dando vita a suggestive storie cariche di pathos, come nel caso della leggenda de: | ||
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| + | Il fantasma della bella Margherita | ||
| + | Il paese di Pecco è lo scenario di una malinconica leggenda; si racconta che fino al secolo XIX si aggirasse nella zona il fantasma di una bellissima dama di nome Margherita, vissuta alla fine del Quattrocento e appartenente alla famiglia nobile degli Arundello. La famiglia combinò per la fanciulla un matrimonio a cui ella tentò invano di sottrarsi. | ||
| + | Sposata da alcuni anni, si innamorò di un giovane con il quale iniziò una tresca che venne,però, presto smascherata. | ||
| + | Il marito,pazzo di gelosia, uccise l'amante facendolo precipitare in un burrone, e rinchiuse la bella Margherita in una torre dove la poverina morì di stenti. | ||
| + | Nel castello di Pecco, a partire dal XVII secolo, si verificarono numerose apparizioni della bella dama vestita con un lungo abito di velluto nero. Seppure trasformata in fantasma la fanciulla non perse il suo potere di seduzione; un giovane cavaliere che la vide durante una festa, non rendendosi conto di trovarsi di fronte ad una creatura soprannaturale, se ne innamorò perdutamente. | ||
| + | Margherita, dopo esser svanita e riapparsa più volte, gli rivelò la sua vera natura facendo comprendere al cavaliere quanto impossibile fosse quell'amore. | ||
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| + | ;Parrocchia di san Michele | ||
| + | :La chiesa risale al XII secolo. La chiesa conserva un aspetto particolare. Originariamente si presentava con una struttura, tipica della Francia o della Germania, caratterizzata dalla presenza della torre campanaria davanti la facciata. In seguito, è stata aggiunta una facciata classicheggiante che ha, automaticamente, reato un effetto particolare. Il prospetto attuale è ritmato da paraste di ordine gigante ed è coronato da un frontone triangolare | ||
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| + | ;Castello d'Arundello | ||
| + | Fu eretto nel 1176 per volontà di Filiberto e Oberto della Torre. | ||
| + | L'aspetto attuale è legato alla riedificazione quattrocentesca, dopo la prima distruzione ad opera dei Tuchini, quando passò nelle mani del vescovo d'Ivrea. In realtà, ulteriori superfetazioni hanno alterato anche quest'ultimo impianto. Ciò non di meno il castello è legato ad una simpatica teoria. Il Bertolotti ritiene che questa fortezza sai l'Arundell Castle, dal quale proveniva la famiglia nobiliare inglese degli Howard. Secondo questa ipotesi storografica, un avo degli Howard-Arundell sarebbe approdato nel XIII secolo in Inghilterra al seguito del conte Verde. | ||
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Versione delle 15:26, 23 gen 2008
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Pecco è situato nel Piemonte nella Provincia di Torino. Il 2 luglio si festeggia il Patrono, San Martiniano. Tra gli edifici religiosi: Chiesa Parrocchiale di San Michele.
Confina con i comuni di: Lugnacco, Vistrorio e Alice Superiore.
Storia
Il borgo è di imprecisati origini. Anche se si accogliesse l'idea che il nome deriva dl latino pecus, non resta segno alcuno di nessun insediamento romano. Le prime tracce storiche, comunque, risalgono ad un documento del 1176 c fratelli Griva di Loranze cedono il sito, ove verrà costruito il castello di Arundello, ai figli di Enrico di S.Martino della Torre, Filiberto e Oberto ed al cugino di essi, Guglielmo.
1214 che ne attesta la proprietà, riferita ai San Martino, anche se nella medesima località sappiamo che sorgeva un'importante fortificazione, il Castello di Arundello, del quale restano alcune tracce fuori Pecco. Questa fortificazione fu travolta una prima volta in occasione delle violenze legate al tuchinaggio che imperversò per questi luoghi. Fu ricostruito nel Quattrocento ma, in seguito abbandonato, cadde in rovina.
primi documenti che ricordano il luogo sono del secolo XIII. Nel 1176 i fratelli Griva di Loranze cedono il sito, ove verrà costruito il castello di Arundello, ai figli di Enrico di S.Martino della Torre, Filiberto e Oberto ed al cugino di essi, Guglielmo.
Era consuetudine dei San Martino di assumere il predicato dal nome del loro castello principale, quindi abbiamo nel 1198 Filippo di Arundello che giura la cittadinanza di Ivrea e cede alla città il castello di Fiorano, che possedeva con Giacomo di Strambinello. Nel 1205, lo stesso Filippo infeuda Gilberto, podestà di Ivrea, del suo castello e nel 1214 viene nominato, a sua volta, arbitro in questioni importanti. Nel 1274, un Savarino di Arundello acquista da un canonico un podere in Fiorano. Verso la fine del secolo XIV anche il castello di Arundello viene distrutto dai Tuchini, ch'erano insorti contro lo strapotere dei nobili. Nel secolo successivo il castello risorse ancora e passò al Vescovo di Ivrea, signore della Valle di Chy, che lo reinfeudarono agli Arundello, casata che si estinse nel secolo XVIII. La giurisdizione venne trasmessa nel 1721 ai Pochettini di Serravalle, dei quali, un monsignore vescovo di Ivrea fini di porre il castello, ormai rovinato, all'incanto nel 1811, che fu aggiudicato per 10.600 soldi a certo Minellono Giovan Battista, il quale nel 1831 lo trasmise al figlio Antonio. I discendenti della famiglia Minellono si distinsero nelle cariche civili, militari ed ecclesiastiche. Nel 1929, durante il periodo fascista, Pecco venne aggregato al comune di Alice Superiore, ma nel 1947 riacquistò la sua autonomia.
Miti e leggende
La conoscenza dei miti e delle leggende di una vallata alpina consente, a quanti decidono di visitarla,di effettuare un suggestivo viaggio a ritroso nel tempo,giungendo alle origini delle tradizioni e ad una maggiore comprensione delle caratteristiche dei suoi abitanti. Com'è naturale, l'apprendimento delle tradizioni non può sostituire l'approfondimento storico e sociale ma può configurarsi, tuttavia, come spiraglio attraverso cui cogliere tendenze spirituali e materiali. In Valchiusella storia e leggenda spesso si intrecciano dando vita a suggestive storie cariche di pathos, come nel caso della leggenda de:
Il fantasma della bella Margherita Il paese di Pecco è lo scenario di una malinconica leggenda; si racconta che fino al secolo XIX si aggirasse nella zona il fantasma di una bellissima dama di nome Margherita, vissuta alla fine del Quattrocento e appartenente alla famiglia nobile degli Arundello. La famiglia combinò per la fanciulla un matrimonio a cui ella tentò invano di sottrarsi. Sposata da alcuni anni, si innamorò di un giovane con il quale iniziò una tresca che venne,però, presto smascherata. Il marito,pazzo di gelosia, uccise l'amante facendolo precipitare in un burrone, e rinchiuse la bella Margherita in una torre dove la poverina morì di stenti. Nel castello di Pecco, a partire dal XVII secolo, si verificarono numerose apparizioni della bella dama vestita con un lungo abito di velluto nero. Seppure trasformata in fantasma la fanciulla non perse il suo potere di seduzione; un giovane cavaliere che la vide durante una festa, non rendendosi conto di trovarsi di fronte ad una creatura soprannaturale, se ne innamorò perdutamente. Margherita, dopo esser svanita e riapparsa più volte, gli rivelò la sua vera natura facendo comprendere al cavaliere quanto impossibile fosse quell'amore.
- Parrocchia di san Michele
- La chiesa risale al XII secolo. La chiesa conserva un aspetto particolare. Originariamente si presentava con una struttura, tipica della Francia o della Germania, caratterizzata dalla presenza della torre campanaria davanti la facciata. In seguito, è stata aggiunta una facciata classicheggiante che ha, automaticamente, reato un effetto particolare. Il prospetto attuale è ritmato da paraste di ordine gigante ed è coronato da un frontone triangolare
- Castello d'Arundello
Fu eretto nel 1176 per volontà di Filiberto e Oberto della Torre. L'aspetto attuale è legato alla riedificazione quattrocentesca, dopo la prima distruzione ad opera dei Tuchini, quando passò nelle mani del vescovo d'Ivrea. In realtà, ulteriori superfetazioni hanno alterato anche quest'ultimo impianto. Ciò non di meno il castello è legato ad una simpatica teoria. Il Bertolotti ritiene che questa fortezza sai l'Arundell Castle, dal quale proveniva la famiglia nobiliare inglese degli Howard. Secondo questa ipotesi storografica, un avo degli Howard-Arundell sarebbe approdato nel XIII secolo in Inghilterra al seguito del conte Verde.






