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L'origine del nome è collegata all'antica denominazione del luogo: ''Bauli'', chiamata così perché sede del tempio di '''Ercole Boario'''. Difatti lo stemma cittadino reca la figura di Ercole con dei buoi, proprio a simboleggiare il passato greco della città.
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Bacoli, infatti, fu colonizzata dai Greci che la utilizzarono come zona militare e per l'espansione territoriale; e dai Romani che sfruttarono appieno le sue bellezze paesaggistiche, ma soprattutto quelle terapeutiche delle acque. Fecero costruire ponti e piscine per collegare la città alle zone limitrofe e per spingere i turisti a curarsi nelle loro acque.
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Inoltre la bellezza della zona aumentò anche con la costruzione di ville e palazzi signorili che resero la città una vera zona di lusso e ozi.
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Tuttavia con la caduta del dominio romano, le '''invasioni barbariche''' fecero perdere alla città il suo ruolo di peculiarità nel Sud [[Italia]] e in poco tempo le zone, prima ricche di ville e giardini, si trasformarono in selve.
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Solo a partire dal '''XVII secolo''' alcuni abitanti di [[Pozzuoli]] e [[Procida]] iniziarono a disboscare le selve che furono, poi, abitate da agricoltori ebraici. Le testimonianze della loro presenza sono da ritrovarsi in alcuni nomi e cognomi biblici tra le attuali popolazioni e in alcuni piatti tipici.
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Da allora la città continuò a espandersi, ottenendo definitivamente l'autonomia il '''19 marzo 1919''' staccandosi dal comune di [[Pozzuoli]].
  
 
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*Cento Camerelle, impianto di cisterne noto anche con il nome di "Prigioni di Nerone" (probabilmente a causa dell'intricato reticolo della sua pianta), apparteneva alla villa privata romana di Quinto Ortensio Ortalo
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;Cento Camerelle
*Piscina Mirabilis, scavata nel tufo, era alimentata dall'acquedotto del Serino, fu costruita per il rifornimento d'acqua della flotta imperiale romana stazionante a Miseno  
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:Impianto di cisterne noto anche con il nome di "Prigioni di Nerone" (probabilmente a causa dell'intricato reticolo della sua pianta), apparteneva alla villa privata romana di Quinto Ortensio Ortalo.
*Tomba di Agrippina (detto ODEON): Erroneamente identificato come la tomba di Agrippina, l'edificio è in realtà un antico teatro (risalente al I secolo d. C.), così come dimostra la sua struttura. Formato da tre corridoi semicircolari, coperti da volte e disposti su più livelli. Al corridoio superiore vi si accedeva attraverso delle scale che consentivano l'accesso ad una sorta di androne su cui si affacciavano archi e finestrelle. Internamente i corridoi erano collegati tra loro grazie alla presenza di scale. Notevole esempio di architettura di epoca romana.
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:Scavata nel tufo, era alimentata dall'acquedotto del Serino, fu costruita per il rifornimento d'acqua della flotta imperiale romana stazionante a Miseno.
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:Erroneamente identificato come la tomba di Agrippina, l'edificio è in realtà un antico teatro (risalente al I secolo d. C.), così come dimostra la sua struttura. Formato da tre corridoi semicircolari, coperti da volte e disposti su più livelli. Al corridoio superiore vi si accedeva attraverso delle scale che consentivano l'accesso ad una sorta di androne su cui si affacciavano archi e finestrelle. Internamente i corridoi erano collegati tra loro grazie alla presenza di scale. Notevole esempio di architettura di epoca romana.
  
 
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Versione delle 13:26, 27 feb 2009

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Bacoli è situato in Campania in Provincia di Napoli. Il 26 luglio si festeggia il Patrono, Sant'Anna. Tra gli edifici religiosi: Chiesa Parrocchiale di Sant'Anna.

Confina con i comuni di: Pozzuoli e Monte di Procida.

Indice

Ritratto della Città

L'origine del nome è collegata all'antica denominazione del luogo: Bauli, chiamata così perché sede del tempio di Ercole Boario. Difatti lo stemma cittadino reca la figura di Ercole con dei buoi, proprio a simboleggiare il passato greco della città.

Bacoli, infatti, fu colonizzata dai Greci che la utilizzarono come zona militare e per l'espansione territoriale; e dai Romani che sfruttarono appieno le sue bellezze paesaggistiche, ma soprattutto quelle terapeutiche delle acque. Fecero costruire ponti e piscine per collegare la città alle zone limitrofe e per spingere i turisti a curarsi nelle loro acque.

Inoltre la bellezza della zona aumentò anche con la costruzione di ville e palazzi signorili che resero la città una vera zona di lusso e ozi.

Tuttavia con la caduta del dominio romano, le invasioni barbariche fecero perdere alla città il suo ruolo di peculiarità nel Sud Italia e in poco tempo le zone, prima ricche di ville e giardini, si trasformarono in selve.

Solo a partire dal XVII secolo alcuni abitanti di Pozzuoli e Procida iniziarono a disboscare le selve che furono, poi, abitate da agricoltori ebraici. Le testimonianze della loro presenza sono da ritrovarsi in alcuni nomi e cognomi biblici tra le attuali popolazioni e in alcuni piatti tipici.

Da allora la città continuò a espandersi, ottenendo definitivamente l'autonomia il 19 marzo 1919 staccandosi dal comune di Pozzuoli.

Monumenti

Cento Camerelle
Impianto di cisterne noto anche con il nome di "Prigioni di Nerone" (probabilmente a causa dell'intricato reticolo della sua pianta), apparteneva alla villa privata romana di Quinto Ortensio Ortalo.
Piscina Mirabilis
Scavata nel tufo, era alimentata dall'acquedotto del Serino, fu costruita per il rifornimento d'acqua della flotta imperiale romana stazionante a Miseno.
Tomba di Agrippina (detto ODEON)
Erroneamente identificato come la tomba di Agrippina, l'edificio è in realtà un antico teatro (risalente al I secolo d. C.), così come dimostra la sua struttura. Formato da tre corridoi semicircolari, coperti da volte e disposti su più livelli. Al corridoio superiore vi si accedeva attraverso delle scale che consentivano l'accesso ad una sorta di androne su cui si affacciavano archi e finestrelle. Internamente i corridoi erano collegati tra loro grazie alla presenza di scale. Notevole esempio di architettura di epoca romana.

Biblioteche

  • Biblioteca Comunale, Via Risorgimento, 36

Dove Mangiare

  • Ristorante Da Fefè, Via della Shoah 15, località Casevecchie, Telefono 081/5233011 [1]
  • Ristorante La Catagna, Via Pennata 26, Telefono 081/5234218 [2]

Lapidi Commemorative

Informazioni Utili

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Bibliografia

  • Bacoli. Le strade, la storia, Stefano Guarino, Ed. Il Punto di Partenza (2006)
  • Il Castello e l'area archeologica di Baia, Paola Miniero, Ed. Mondadori Electa (2000)
  • Il velo del tempo. Storie di pietre, di vita e di anime del centro antico di Bacoli, Ciro Amoroso, Ed. Il Punto di Partenza (2006)
  • Il castello di Baia, G. Picone (1978)
  • Bacoli in pace e in guerra, Gianni Race, Ed. Il Punto di Partenza (2003)