GUIDA Napoli/Chiesa di San Giovanni a Carbonara
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Versione delle 17:32, 8 feb 2010
La chiesa di San Giovanni a Carbonara è un insigne monumento, molto importante per la presenza di una ricca decorazione scultorea quattro-cinquecentesca. La struttura si articola in vari ambienti, include una chiesa inferiore e l'antico convento degli Agostiniani.
Indice |
Storia
Il complesso conventuale di San Giovanni a Carbonara sorse nel 1343 quando Gualtiero Galeotta donò agli Agostiniani un suolo fuori le mura urbane denominato ad carbonetum, con riferimento al fatto che qui si bruciavano le immondizie della città di Napoli, lasciando che le acque provenienti dalle colline a nord (Sanità e Capodimonte) trascinassero i sedimenti verso il mare. Gli agostiniani eressero il convento nei pressi delle mura, inglobando, a poco a poco, due torri ed una sezione di muro urbano.
Nel 1399, il re Ladislao di Durazzo la completò, trasformandola, in una sorta di Pantheon degli Angioini. Altri lavori furono intrapresi alla morte di Ladislao dalla sorella Giovanna, nel 1418, con l’erezione del presbiterio e dell’arcosolio del re.
Nel 1427, per volere di Sergianni Caracciolo, venne costruita la cappella della Natività dei Caracciolo del Sole. Nel Settecento, l’architetto Ferdinando Sanfelice, aggiunse la cappella di Gaetano Argento e la meravigliosa scala a doppia rampa sulla quale si erge la chiese. In realtà, il Sanfelice risolse con uno stratagemma il problema dei dislivelli fra la strada e i diversi ingressi degli edifici, in primis la chiesa della Consolazione e la Cappella di Santa Monica, che formano la complessa struttura architettonica.
La chiesa, infatti, è nata dalla giustapposizione di varie strutture e cappelle. Quella che si vede all’estremo della scalinata, infatti, non è la facciata della chiesa che, tecnicamente, ne è priva, ma trattasi della facciata della Cappella di Santa Monica. Mentre quella che, apparentemente, dall’esterno, sembra essere l’abside, è la Cappella Caracciolo del Sole, che fu aggiunta in asse con il presbiterio.
La prima ed originaria chiesa di San Giovanni a Carbonara è, invece, il corpo che si dipana alla sinistra di Santa Monica. Mentre, ai piedi della scalinata è la chiesa inferiore o della Consolazione a Carbonara, settecentesca.
Il complesso, infine, venne nuovamente restaurato da Federico Travaglino nel 1856 e, nel dopoguerra, a seguito dei danni patiti nel 1943.
Descrizione
Interno
Chiesa a navata unica - coperta da capriate lignee, ad eccezione dell’abside a crociera - aperta da quattro monofore, su di un lato, mentre l’altro, addossato al convento, è completamente ceco.
L’ingresso non è sulla controfacciata, ma sul fianco. Di seguito riportiamo i principali monumenti della chiesa, partendo dall’ingresso, cioè dalla cappella immediatamente precedente il presbiterio.
- Inizio navata, da destra, appena dopo l’ingresso (posto a metà fabbrica sul fianco destro) Altare dei Recco, di Tommaso Malvito (1504)
- Sepolcro del giureconsulto Gaetano Argento, realizzato su disegno di Ferdinando Sanfelice da Francesco Pagano (1716)
- Abside, sepolcro di re Ladislao, eretto in forme tardo gotiche ad opera di artisti toscani e settentrionali diretti da Andrea da Firenze (1414), per volontà della sorella Giovanna, alla morte di Ladislao. Si tratta di un complesso monumentale, alto 18 metri che celebra le virtù del sovrano e che culmina con il monumento equestre del re, con la spada sguainata.
- L’arcolsolio è sorretto dalle Virtù; sotto ad un arco a tutto sesto sono Ladislao e Giovanna in trono, e ai lati, sotto archi trilobati, altri gruppi, a coppie, raffiguranti Carità, Fede, Virtù militare e Speranza. Ai lati, il monumento prosegue lungo le pareti della navata con due edicole affrescate da Leonardo da Besozzo.
- Al livello superiore è il sarcofago, finemente scolpito ad altorilievo con figure umane; nella parte superiore del sarcofago, gli artisti hanno raffigurato il re giacente benedetto dal vescovo con due diaconi. Questa scena si delinea alla vista dello spettatore attraverso il gioco di due angeli che aprono un tendaggio.
- Al livello superiore, c’è un altro gruppo statuario raffigurante la Madonna fra due Santi.
- Questo gruppo è infine coronato da un timpano polilobato gotico, chiuso da due guglie, sulla cui estremità c’è il monumento equestre. Da sotto il monumento a Ladislao, si prosegue per la
- Cappella Caracciolo del Sole, passando tra le cariatidi del monumento; la cappella, a pianta circolare, fu fatta erigere nel 1427 da Sergianni Caracciolo; ha un notevole pavimento maiolicato e le pareti riccamente affrescate da da Perrinetto da Benevento e Leonardo da Besozzo, nel Quattrocento. Gli affreschi raffigurano Vite di eremiti e Storie della vita di Maria. I Santi alle finestre sono attribuiti ad Antonio da Fabriano.
- Sul fondo, è il sepolcro di Sergianni Caracciolo, attribuito a Andrea da Firenze; l’iscrizione fu composta dall’umanista Lorenzo Valla. Segianni fu gran siniscalco e amante di Giovanna II, venne quindi pugnalato in una congiura nobiliare a Castel Capuano nel 1432; il corpo di Sergianni è, infatti, raffigurato sul sarcofago con un pugnale nella testa. Il monumento fu eretto per volontà del figlio Troiano.
- La Cappella Caracciolo di Vico, a sinistra del presbiterio, è uno dei massimi esempi architettonici del Cinquecento nell’Italia meridionale. Fu fondata nel 1499 e compiuta nel 1516. La pianta circolare, decorata con colonne doriche, particolarmente audace per i giochi prospettici, è attribuita ad un maestro ignoto, forse settentrionale, edotto sugli studi del Bramante e sulla ricerca spaziale di Giuliano di Sangallo.
- La decorazione marmorea è, invece, attribuita a Giovan Tommaso Malvito. All’altare marmoreo lavorarono gli scultori spagnoli Diego de Siloe e Bartolomé Ordoñez (Adorazione dei magi). Notevoli i monumenti funebri: i sepolcri Caracciolo di Giovanni Domenico D’Auria e Annibale Caccavello. Gli apostoli in stucco nel tamburo della cupola sono, invece, attribuiti a Giovanni Merliano. La cappella è, inoltre, decorata con nicchie e busti, metope e triglifi.
Dalla navata, per un cunicolo, si accede nella
- Sagrestia, patronato dei Caracciolo di Sant’Eramo, decorata con 18 tavole di Giorgio Vasari e Cristoforo Gherardi (1546), ora in deposito. Proseguendo per la navata, a destra:
- Altare della Madonna delle Grazie, realizzata da Michelangelo Naccherino, nel 1578
- Cappella Recco, decorata con il presepe quattrocentesco degli Alemanno (in deposito)
- Cappella Miroballo, attribuita a Jacopo della Pila, Tommaso Malvito, Pietro e Francesco da Milano
- Controfacciata, Madonna col Bambino del Naccherino e, sopra, frammenti di una cimasa di Tommaso Malvito. Al centro, arco con due statue, opera di Annibale Caccavello. Dall’arco si accede nella
- Cappella Somma, sorge dove si troverebbe l’ingresso e la facciata: è opera di Tommaso Malvito e del Caccavello
- Navata sinistra, notare la Purificazione del Caccavello e i resti di una Annunciazione di Giovanni da Gaeta (XV sec)
Altre strutture
Uscendo dalla chiesa, nel sagrato, è la Cappella Seripando, contenente il sepolcro del cardinale Antonio Seripando (1539). Sull’altare, Crocifissione del Vasari (1545).
Riferimenti
- Indirizzo: Via San Giovanni a Carbonara, 5 - 80139 Napoli (NA)
- Telefono: 081-295873
- Orari: 9.30-13.00; domenica chiuso






