GUIDA Napoli/Chiesa di Sant'Anna dei Lombardi
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| − | Nel '''XVII''' secolo, la chiesa fu trasformata in stile barocco da '''Gaetano Sacco'''. Dopo il '''1799''', con la Restaurazione, gli Olivetani furono scacciati poiché avevano parteggiato per la Repubblica Partenopea. La chiesa fu, quindi, concessa, per volere di Ferdinando di Borbone, all’arciconfraternita dei Lombardi, originariamente attivi presso una piccola chiesa | + | Nel '''XVII''' secolo, la chiesa fu trasformata in stile barocco da '''Gaetano Sacco'''. Dopo il '''1799''', con la Restaurazione, gli Olivetani furono scacciati poiché avevano parteggiato per la Repubblica Partenopea. La chiesa fu, quindi, concessa, per volere di Ferdinando di Borbone, all’arciconfraternita dei Lombardi, originariamente attivi presso una piccola chiesa - propriamente chiamata Sant’Anna dei Lombardi, giacchè la chiesa in oggetto era nota solo con il nome di Monteoliveto -, allora inagibile. La vecchia Sant'Anna, di Domenico Fontana, fu demolita dopo il terremoto del 1805 e sorgeva presso l'attuale Palazzo della Confraternita dei Lombardi, in Calata Trinità Maggiore n.40. |
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| + | A seguito del trasferimento dell’Arciconfraternita, la chiesa incominciò ad essere nota con il nome di Sant’Anna dei Lombardi. | ||
Nel 1805, parte della chiesa crollò a causa di un terremoto. Ulteriori distruzioni furono patite in occasione dei bombardamenti del 1943. | Nel 1805, parte della chiesa crollò a causa di un terremoto. Ulteriori distruzioni furono patite in occasione dei bombardamenti del 1943. | ||
Versione delle 09:30, 11 feb 2010
La chiesa di Sant’Anna dei Lombardi, o di Monteoliveto, benché sia stato oggetto di numerosi restauri, è esemplificativa delle diffusione nel Regno di Napoli degli stili tipici del Rinascimento toscano. Alla fabbrica, infatti, lavorarono importanti artisti toscani come Giorgio Vasari, Antonio Rossellino, e Benedetto da Maiano.
Storia
La chiesa fu fondata nel 1411 sotto impulso della corte angioina che volle così fare un favore ai padri Olivetani. I padri costruirono un grande complesso conventuale (sopravvivono ancora oggi vari chiostri, uno dei quali inglobati nel Palazzo della Posta, costruito in epoca fascista, e che sorge sul sito dove era il convento di Monteoliveto), in un’area periferica rispetto al cuore della Napoli angioina. La chiesa crebbe ancora sotto Alfonso I di Aragona e, presto, divenne tra le favorite della corte Aragonese, per la vicinanza col Castel Nuovo, che era diventato il centro politico di Napoli sotto gli spagnoli (i francesi, infatti, gravitavano ad est, attorno a Castel Capuano).
Sotto Alfonso II, Marino Curiale, maggiordomo della casa reale, e Antonio Piccolomini, duca di Amalfi, personaggi clou dell’entourage aragonese, fecero costruire le loro due cappelle poste all’inizio della navata.
Nel XVII secolo, la chiesa fu trasformata in stile barocco da Gaetano Sacco. Dopo il 1799, con la Restaurazione, gli Olivetani furono scacciati poiché avevano parteggiato per la Repubblica Partenopea. La chiesa fu, quindi, concessa, per volere di Ferdinando di Borbone, all’arciconfraternita dei Lombardi, originariamente attivi presso una piccola chiesa - propriamente chiamata Sant’Anna dei Lombardi, giacchè la chiesa in oggetto era nota solo con il nome di Monteoliveto -, allora inagibile. La vecchia Sant'Anna, di Domenico Fontana, fu demolita dopo il terremoto del 1805 e sorgeva presso l'attuale Palazzo della Confraternita dei Lombardi, in Calata Trinità Maggiore n.40.
A seguito del trasferimento dell’Arciconfraternita, la chiesa incominciò ad essere nota con il nome di Sant’Anna dei Lombardi. Nel 1805, parte della chiesa crollò a causa di un terremoto. Ulteriori distruzioni furono patite in occasione dei bombardamenti del 1943.






