GUIDA Venezia/Basilica di San Marco
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Storia
La Basilica, divenne la Cattedrale di Venezia nel 1807; fino a quel momento era stata la cappella privata dei dogi. La struttura, dell'XI secolo, fu edificata sui resti due precedenti chiese; la prima, costruita per ospitare le reliquie di San Marco trafugate in occasione delle Crociate, era del IX secolo.
Descrizione
Esterno
La basilica è un'imponente fabbrica a croce greca, sovrastata da cinque cupole e largamente influenzata dall'arte bizantina, modellata sulla struttura della Basilica dei Dodici Apostoli in Costantinopoli. La facciata si apre con cinque magnifici ingressi strombati dotati di un fitto gioco a doppio ordine di colonne i cui magnifici capitelli sono di provenienza orientale. Colonne a fascio e colonne annodate completano l'ordine inferiore. Le lunette, gli architravi e gli intradossi delle strombature sono meravigliosamente decorati. Notevoli i bassorilievi di incommensurabile pregio; capolavori dell'arte romanica antica e di influenza antelamica. Le decorazioni musive, sono per lo più del Seicento e del Settecento (cartoni di Sebastiano Ricci e Pietro Vecchia), tranne la Traslazione di San Marco, duecentesca, nella calotta del primo ingresso si San Alipio, il primo a sinistra. Meravigliose le porte bronzee trecentesche del Maestro Bertuccio.
L'ordine superiore è arretrato. Magnifica la balaustra dove alloggia copia della quadriga inviata dal doge Dandolo del 1204 da Costantinopoli a Venezia, i Cavalli di San Marco: si tratta di un'opera greca del IV secolo a.C. (gli originali sono conservati nel Museo di San Marco) Alle spalle cinque arcate a fondo piano di cui la centrale, finestrata, e le laterali chiuse da paramenti marmorei ed aperte da piccole monofore. Le arcate sono sormontate da lunette decorate con mosaici di Alvise Gaetano su cartoni di Maffeo da Verona e coronate da frontoni gotici ed edicole cuspidate in asse con i piedritti. Il frontone dell'arcata principale è decorato con un leone di San Marco dorato a sbalzo su fondo blu; le sime sono decorate con motivi floreali e statue di angeli, mentrei in corrisponenza dell'apice è la statua di San Marco, opera del XV secolo.
Magnifici i due fianchi: sono decorati con pregevoli sculture di arte romanica e bizantina. In prossimità del fianco meridionale sono i Tetrarchi, gruppo di porfido proveniente da Costantinopoli nel IV secolo, le colonne acritane e la colonna del bando, opere siriache del VI secolo. Sul lato settentrionale è la tomba ottocentesca del patriota Daniele Manin, opera di Luigi Borro.
Interno
Meraviglioso il nartece che precede la chiesa. Si notino i pavimenti in mosaico del X secolo e le decorazioni musive delle cupole, duecentesche, di fattura veneto-bizantina (Storie del Vecchio e del Nuovo Testamento).
L'interno della chiesa colpisce per i fasti ed i decori. Ogni particolare ed ogni arredo sacro rappresentano un capolavoro della storia dell'arte. La pianta è a croce greca con una cupola centrale ed una per ogni braccio. Le navate sono tre, anche lungo il transetto. Il presbiterio è in posizione rialzata per la presenza della cripta. Moltissimi gli elementi di spoglio classici e orientali, provenienti in parte dai saccheggi di Costantinopoli effettuati in occasione delle Crociate. Si notino i plutei dei matronei e i fantastici capitelli delle colonne.
Strepitoso il ciclo musivo che decora pareti, pennacchi, cupole e catini absidali. Sono in gran parte databili fra il XII e il XIV secolo e sono ispirati alla scuola del Monte Athos. Sono estesi per cirac 4000 mq e donano una grande luce mistica a tutta la basilica. Si noti il Cristo Pantocratore della Cupola dell'Ascensione e le Scene della Passione nella Cupola della Pentecoste.
Di grandissimo pregio è il pavimento decorato a mosaico marmoreo policromo, del XIII sec.
Al centro del presbiterio è un fastoso ciborio con preziose colonne in alabastro orientale decorate con bassorilievi raffiguranti scene del Nuovo Testamento. Si tratta di un'importantissima testimonianza artistica ed iconografica, probabilmente di scuola ravennate o siriaca. Il presbiterio è chiuso da una meravigliosa iconostasi policroma affiancata dal capolavoro gotico veneziano di Jacobello e Pier Paolo Delle Masegne, la Madonna, San Giovanni e i 12 Apostoli ed è decorato con le statue degli Evangelisti, opera di Jacopo Sansovino. Anche i preziosi bassorilievi presenti sui parapetti delle tribune sono opera del Sansovino.
Dietro l'altare maggiore è la Pala D'oro, capolavoro di orificeria bizantina e veneziana. E' composta davarie icone, con smalti e pietre preziose, di epoche diverse.
Nella crociera sono due meravigliosi pergami: l'ambone delle reliquie l'ambone doppio. Si notino agli angoli della crociera i quattro angeli dell'apocalisse, fine arte antelamica in marmo dorato del XIII secolo.
Dalla navata destra si accede al Battistero. Pregevoli i mosaici trecenteschi del ciclo sulla vita del Battista. Il fonte Battesimale è opera superba di Jacopo Sansovino, le cui ceneri sono riposte dietro il monumento funebre posto davanti all'altare.
In fondo alla navata destra del transetto destro c'è l'accesso al tesoro di San Marco. Il tesoro si costituì grazie ai tesori trafugati da Venezia a Costantinopoli, nel 1204. In tutta la storia della Serenissima si è accresciuto ed è un'importantissima collezione di arte liturgica cristiana, soprattutto di oreficeria bizantina.
Curiosità
Per la tradizione popolare il gruppo dei Tetrarchi rappresenta, in realtà, i mori che cercarono di trafugare le reliquie di San Marco e che si tramutarono in pietra per l'ira del Santo. Dalla colonna del bando, il commandador leggeva alla città le leggi e i bandi. Fu spezzara in occasione del crollo del Campanile di San Marco.
Presso il nartecee, sulla lastra di marmo rosso di fronte all'ingresso, avvenne l'incontro fra Federico Barbarossa e papa Alessandro III, ne 1177, auspice il doge Sebastiano Ziani.
Presso il transetto sinistro è la Cappella della Madonna di Nicopeia, pittura bizantina del XII sec. ritenuta miracolosa.
Nella cripta furono originariamente sistemate le reliquie di San Marco nel 1094






