GUIDA  Castellammare di Stabia

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Foto Castellammare di Stabia:
2012, 2009, 2008

Castellammare di Stabia è situato nella Campania nella Provincia di Napoli. Il 19 gennaio si festeggia il Patrono, San Catello. Tra gli edifici religiosi: Duomo, intitolato alla Madonna dell'Assunta e a San Catello; Chiesa di Santa Maria dell'Orto; Santuario della Madonna della Libera. Da Vedere: Villa Ersilia (sulla collina del Solaro); Villa Comunale.

Confina con i comuni di: Torre Annunziata, Gragnano, Vico Equense, Pompei, Santa Maria la Carità e Pimonte.

Indice

Ritratto della Città

Le antiche tradizioni fanno risalire le origini al 950 a.C., cioè a quando Ercole conquistò la penisola sorrentina. Tuttavia si pensa che già due secoli prima la città esisteva. Dominata dagli Osci, dai Greci, dagli Etruschi e dai Romani, ebbe una funzione difensiva, da qui deriva il nome che rimanda ad un castello, luogo fortificato. Con la seconda guerra punica, nel 218 a.C., la città si schierò a favore dei romani. In seguito, con la guerra sociale, il territorio, che si era schierato contro i Romani, fu distrutto da Silla nell'89 a.C.

Nel 79 d.C. l'eruzione del Vesuvio che toccò Pompei ed Ercolano, coprì con strati di lava anche Castellammare che fu ricostruita dai cittadini, lungo la costa, lì dove i terreni erano ricchi di vigneti, agrumeti, castagni e alberi. Da ciò, Castellammare divenne nuovamente meta turistica, soprattutto per le bellezze paesaggistiche, per il clima e per le acque, utilizzate per le stazioni termali.

Biblioteche

  • Biblioteca Comunale Gaetano Filangieri, Corso Vittorio Emanuele, 90
  • Biblioteca del Clero della Chiesa del Gesù, Via del Gesù, 62
  • Biblioteca del Convento di S. Francesco a Quisisana, Quisisana
  • Biblioteca dell'Istituto salesiano San Michele, Via Salario, 12 - Scanzano

Dove Mangiare

  • Ristorante Gouache, S.S. 145 Sorrentina Km 11, Telefono 081/3946700

Informazioni Utili

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Bibliografia

  • Castellammare di Stabia. Luogo d'arte, cultura e tradizione, Ed. Longobardi (1997)
  • Castellammare di Stabia. I luoghi della memoria, Giuseppe D'Angelo, Ed. Longobardi (1994)
  • Castellammare di Stabia nella storia, nell'arte, nel costume, G. Lauro-Aiello (1966)
  • I luoghi della memoria. Il centro antico di Castellammare di Stabia, Giuseppe D'Angelo, Ed. Longobardi (1990)

Memorie Storiche

Andrea de Jorio nell'Indicazione del più rimarcabile (1835) così ricorda Castellammare:

Castellammare - Per quanto riguarda l'antico, questa città ricorda Stabia distrutta con Ercolano, Pompei, ed altri villaggi, nella eruzione del 79 dell'era cristiana. Nel 1745 il Re Carlo III, mentre da 7 anni proseguivano gli scavi in Ercolano, intraprese anche quello dell'antica Stabia. Si rinvennero non poche cose; ma siccome il sistema di quel tempo era di ricoprire il luogo di terra dopo la estrazione degli oggetti, perciò ora nulla degli antichi edifizii è rimasto visibile. Qualche traccia che tuttavia è sotto al coltivato, si può scorgere nel vallone detto del ponte. Si conosce però benissimo che la più gran parte degli edifizii di Stabia esisteva precisamente nella collinetta sita a sinistra di chi entra nella città, e sotto il territorio Gerace. Il moderno Castellammare poi è deliziosissimo ne' mesi di està; e a chi volesse una semplice idea della località sua, e di qualche vicinanza, come Gragnano ec., potrà bastare un sol giorno. Vi si può pernottare, per indi scorrere il resto della costiera.

Mentre il libro L'Italia meridionale o L'antico reame delle Due Sicilie (1860) così descrive il comune:

Castellammare, innalzata sulle rovine dell'antica Stabia, sede vescovile, capoluogo di distretto e di circondario della provincia, con 25,000 abitanti. È il cantiere della Reale Marina, ed ha una ricca ed operosa marina mercantile. La città è commerciante e molto industriosa; e sono da notare le fabbriche di suole e pelli colorate, di saponi, di cotoni, di spille. Ed è rinomata per l'amena posizione, per le fonti di acque minerali, per le impareggiabili bellezze delle sue vicinanze e di tutta la marina fino a Sorrento, cui mette capo una strada aperta or sono pochi anni con mirabile perizia sulla dirupata costa, e toccando le importanti e popolose terre di Vico Equense, Meta, e il Piano di Sorrento, deliziose per il mite aere, pe' giardini di aranci e di mirti, pe' boschetti di ulivi e le folte piantagioni di carrubi e melegrani e i festoni delle pampinose viti, e pe' sorridenti villaggi e le campestri dimore.