GUIDA Lama Mocogno
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Lama Mocogno è situato in Emilia-Romagna in Provincia di Modena. Il 16 luglio si festeggia il Patrono, Madonna del Carmine.
Confina con i comuni di: Pavullo nel Frignano, Polinago, Riolunato, Palagano e Montecreto.
E' a circa cinquantasette chilometri da Modena.
Indice |
Curiosità
Nel sottosuolo di Barigazzo esistono giacimenti di metano, che a partire dal 1931 vennero utilizzati dalla S.I.A.M. (Società Idroelettrica Alto Modenese) per produrre energia. Anticamente prima dello sfruttamento dei giacimenti, dal terreno uscivano fiamme. Lo storico fenomeno che caratterizzava questo luogo, chiamato fuochi di Barigazzo o fuochi dell'inferno, venne descritto anche da Plinio il Vecchio.
Da Vedere
- Chiesa di San Giovanni Battista (a Mocogno)
- Santuario della Madonna di Montecerreto (nella frazione Pianorso)
- Osservatorio Astronomico del Frignano (nella frazione Piane di Mocogno)
- Ponte del Diavolo o Ponte Ercole (nella frazione Montecenere)
- Torraccia (nella frazione Sassostorno)
- Torre Montecuccoli (nella frazione Montecenere)
Biblioteche
- Biblioteca Comunale, Via XXIV Maggio, 31
Complessi Bandistici
- G. Rossini (Ex Banda Cittadina)
Volontariato, Onlus e Associazioni
- Associazione Volontari Pubblica Assistenza, Via XXIV Maggio, 31/33
- Grg Gruppo Resurrection Garden, Via Roncacioli, 4
- Asd Emissioni Zero - Monte Cantiere, Via Cà di Drino, 20 [1]
Informazioni Utili
Memorie Storiche
In Corografia dell'Italia (1832) così viene descritta la frazione del comune:
BARIGAZZO, picciol villaggio sopra i monti della prov. di Frignano, nel ducato di Modena, 45 miglia ad ostro da questa città, sulla via che comunica colla Toscana. Ha una popolazione di 140 abitanti, i quali fanno comunità con il vill. di Brocco. E' poi rimarchevole, perché nelle sue vicinanze veggonsi in varii luoghi quasi di continuo uscir dal suolo fiamme all'altezza di circa due piedi, e che talvolta divampano e salgono sino a venti e trenta. Accendesi quel fuoco avvicinando alla terra una qualunque leggier fiamma; arde per più giorni, finché la mancanza del nutrimento, o un rovescio d'acqua lo estingua. L'origine di tali fiamme è un'aria infiammabile che in gran copia sgorga per le fessure del suolo dalle viscere del monte. Scavando alcun poco quel terreno si è potuto raccogliere ed aumentare quel fuoco in modo da cuocere le pietre calcaree. Si potrebbe pure rivolgere quelle fiamme ad altri profitti.






