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Quindici è situato nella Campania nella Provincia di Avellino. L'8 settembre si festeggia il Patrono, SS. Maria delle Grazie.
Confina con i comuni di: Forino, Moschiano, Lauro, Sarno e Bracigliano.
Storia
Nell'area comunale di Quindici sono state trovate tracce di insediamenti romani in località San Teodoro e Santa Lucia, seppellite dai fanghi della famosa e distruttiva eruzione del Vesuvio del 79 d.C. che rase al suolo Pompei ed Ercolano. Lo stesso capoluogo Quindecim si ritiene sia stato fondato proprio in epoca romana da Quinto Decimo. Tutta la zona del vallo di Lauro è ricca, anche, di testimonianze romane successive all'eruzione del Vesuvio, soprattutto di cisterne che si alimentavano grazie alle acque dell'antico Clanio. Quindici era a ridosso della fertile pianura della Campania Felix, vero e proprio granaio di Roma che, non a caso nella divisione augustea era tutt'uno con il Lazio.
Con la caduta dell'Impero, la pianura campana diventa uno scenario di guerre fondamentali: presso i vicini Monti Lattari si scontra l'imperatore d'Oriente Narsete con il re degli Ostrogoti Teia. Con la discesa dei Longobardi il Vallo di lauro è al confine fra il Ducato di Benevento ed il mondo greco.
La situazione del vallo di Lauro di terra di confine con il mondo greco, rappresentato da Napoli, si ripresenta anche sotto l'apogeo longobardo del Principato di Capua sotto la riunificazione della longobardia minor realizzata dal Principe Pandolfo I Testadiferro.
Nel 1137 i normanni di Ruggero II conquistano la Campania, sottoposta al Regno di Sicilia. I normanni infeudano a Quindici la potente famiglia francese dei Sanseverino, che aveva personalmente servito Roberto il Guiscardo, nominando Roberto I signore di Lauro (1150 circa).
Dopo la dominazione sveva, con gli Angioini, al potere nel 1266, Napoli, dopo poco, diventa capitale del Regno di Napoli con Carlo II. Gli angioini infeudano, allora, gli Orsini del Balzo, anche loro mezzi francesi ed imparentati con gli stessi Angiò: gli Orsini erano Connestabili del Regno di Napoli e, nella loro storia, giunsero ad assommare vari titoli come quello di Principe di Taranto, Duca di Benevento, Conte di Lecce ed erano la principale autorità di Quindici in qualità di Conti di Nola.
Raimondo Orsini del Balzo, detto Raimondello, giocò un importante ruolo nella politica del regno, appoggiò, ad esempio, il colpo di stato di Carlo III contro Giovanna d'Angiò, anche se, alla fine, la casata ritornò ad appoggiare la monarchia riguadagnando i favori Ladislao I d'Angiò.
(da cui discenderebbe il nome).Appartenne in feudo agli Orsini, ai Sanseverino, ai Pignatelli e per ultimo ai Lancellotti.Con l'Unità d'Italia (1861) venne staccato dalla provincia di Caserta per entrare in quella di Avellino.
Il Centro Antico rappresenta un notevole richiamo turistico per il suo impianto urbanistico e per le caratteristiche abitazioni, come i Palazzi Pezzati e Santavilla. E' raccomandata la visita anche al Museo di Arte Sacra (che custodisce preziosi arredi, manoscritti, attrezzi della civiltà contadina e anche reperti archeologici) allestito nella settecentesca chiesa della Madonna delle Grazie, in stile barocco, con un notevole corredo di opere d'arte tra le quali si segnalano tele e affreschi di Solimena, Diana e Cosenza.Interessanti si rivelano anche l'edificio religioso di S.Lucia e, in località Mulini, laTorre Medievale. Meta di pellegrinaggio è, invece, il Santuario di S.Teodoro, che si trova su una vicina collina, custodisce qualche opera d'arte di notevole fattura e consente la visita di un meraviglioso panorama.






