GUIDA Marano Equo
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Marano Equo è situato nel Lazio nella Provincia di Roma. Il 3 febbraio si festeggia il Patrono, San Biagio. Tra gli edifici religiosi: Chiesa di San Biagio; Santuario della Madonna della Quercia.
Confina con i comuni di: Agosta, Anticoli Corrado, Arsoli, Cervara di Roma, Roviano e Rocca Canterano.
Storia
Uno dei più piccoli comuni della provincia di Roma, Marano Equo sorge alle falde della collina di Santa Maria dei Morti, lungo il fianco sinistro della valle dell'Aniene. Secondo L'archeologo Nibby la sua etimologia è legata ad un probabile fundus Marianus appartenente alla gens romana Marius; secondo il Marocco, invece, Marano deriverebbe dalle acque perenni che scorrevano sul sottosuolo romano, in quanto, a Roma queste acque erano chiamate "marane".; Equo sarebbe stato aggiunto con il decreto regio 1156 del 1872, per distinguere questo comune da molti altri di simile denominazione.
I primi documenti che testimoniano l'esistenza del centro abitato riportano Marano Equo come un feudo sublacense (864 d. C). Il Castello di Marano passò a Cesario Console duca di Roma, e poi al vescovo di Tivoli. Nel 1063 Raniero dei Crescenzi vi fece edificare la rocca, e poi passò di nuovo agli abati di Subiaco. Tra il 1145 e il 1176 fu al centro di continue lotte tra i vari signori locali, e nel 1280 passò ai vescovi di Tivoli. Nel 1474 il castello finì agli abati commendatari che lo amministrarono fino al 1753: durante l'anno la giurisdizione civile passò alla Congregazione del Buon Governo, che provvedeva alla gestione economica di tutte le comunità dello stato pontificio. Tra il 1492 e il 1653 appartenne ai Colonna, ai Caffarelli Borghese e ai Barberini.
Marano Equo nel corso dei secoli è stata esposta a molti incidenti e calamità naturali che hanno inciso profondamente sul suo tessuto urbano e sociale: nel 1656 un'epidemia di peste bubbonica dimezzò la popolazione; nel 1703 un terremoto provocò danni gravissimi ma nessuna vittima; nel 1740, a causa di una inondazione del fiume il raccolto fu rovinato, generando una profondissima carestia, che si ripresentò nel 1779.
Complessi Bandistici
- Don Giuseppe Del Sole






