GUIDA Portici/Villa Menna
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Storia
Villa Menna fu costruita nel 1742 dall'architetto Maurizio Anaclerio (o Muzio Nauclerio), sui resti di una primitiva villa seriamente danneggiata dall'eruzione del Vesuvio del 1631, ma venne rifatta quasi interamente nel'Ottocento.
Della costruzione originaria rimangono l'androne, gli stucchi, il cortile e la scala.
La villa era di proprietà della famiglia D'Amendola che la utilizzava per battute di caccia. In seguito don Giovanni Amendola fece aggiungere le scuderie e affidò i lavori all'Ing. Giovanni Battista D'Amico.
Carolina Ruffo della Leonessa, Principessa di Monteroduni e Sepino, acquistò la dimora nel 1850. Nel 1870 subentrarono i Pignatelli e, nel 1907, i Campanile.
La Villa è oggi proprietà della famiglia Menna.
Descrizione
La facciata è pentapartita, divisa in quattro ali ospitanti due finestre ciascuna, scandite da lesene in bugnato. Tutto il basamento è decorato in bugnato liscio di stucco. Il portale, agettante, è decorato anch'esso in bugnato di stucco con i dadi, del basamento, in piperno. L'arco a sesto acuto dell'ingresso è sormontato sa uno stemma gentilizio e dalle mensole che puntellano il balcone della parte centrale del piano nobile: qui, tutte le luci sono decorate con timpani lineari poggianti su mensole a sbalzo, con l'eccezione della finestra del corpo centrale, decorata con un timpano triangolare. Tutto il secondo piano è, con molta probabilità, interamente una superfetazione ottocentesca.
Degni di nota sono, all'interno, i sontuosi vestiboli; il primo è decorato con dei giochi di arcate e stucchi. Il secondo è chiuso da una sorta di calotta ribassata, sorretta dalle colonne a fascio dalle quali si dipanano gli archi ribassati. I falsi pennacchi sono scenicamente decorati con degli stucchi e sormontati dalla calotta-soffitto, capolavoro di decorazione rococò: essa è formata da quattro raggi che reggono un rosone modanato. Lo spazio fra i raggi e l'occhio del rosone sono decorati con ovuli e volute.
Da segnalare, infine, le scale che conducono ai piani alti.
Curiosità
I d'Amendola ospitarono più volte re Carlo e la regina Amalia, come ricordano le due lapidi poste nel vestibolo.Infatti, Carlo di Borbone vi si recava spesso perché la palude intorno alla proprietà offriva un'ottima riserva di caccia e la regina amava passeggiare lungo la terrazza prospiciente il mare.
Indirizzo
Corso Garibaldi, 115






