GUIDA Portici/Villa Menna
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Storia
Villa Menna fu costruita nel 1742 dall'architetto Maurizio Anaclerio (o Muzio Nauclerio), sui resti di preesistenti edifici seriamente danneggiati dall'eruzione del Vesuvio del 1631. La facciata venne rifatta interamente nell'Ottocento.
La fabbrica originaria comprendeva solo il piano rialzato destinato alla servitù e il piano nobile; il secondo piano fu probabilmente aggiunto quando la casa fu comprata dalla famiglia Torre. Nella pianta del duca di Noja del 1775 la villa risulta già essere di proprietà di Nicola Torre: è, infatti, indicato come "Casino del Torra".
La villa fu poi di proprietà della famiglia D'Amendola che la utilizzava per battute di caccia. In seguito don Giovanni Amendola fece aggiungere le scuderie e affidò i lavori all'Ing. Giovanni Battista D'Amico.
Carolina Ruffo della Leonessa, Principessa di Monteroduni e Sepino, acquistò la dimora nel 1850. Nel 1870 subentrarono i Pignatelli e, nel 1907, i Campanile.
La Villa è oggi proprietà della famiglia Menna.
Descrizione
La facciata è pentapartita, divisa in quattro ali ospitanti due finestre ciascuna, scandite da lesene in bugnato. Tutto il basamento è decorato in bugnato liscio di stucco. Il portale, agettante, è decorato anch'esso in bugnato di stucco con i dadi, del basamento, in piperno. L'arco a sesto acuto dell'ingresso è sormontato sa uno stemma gentilizio e dalle mensole che puntellano il balcone della parte centrale del piano nobile: qui, tutte le luci sono decorate con timpani lineari poggianti su mensole a sbalzo, con l'eccezione della finestra del corpo centrale, decorata con un timpano triangolare.
Degni di nota sono, all'interno, i sontuosi vestiboli; il primo è decorato con dei giochi di arcate e stucchi. Il secondo è chiuso da una sorta di calotta ribassata, sorretta dalle colonne a fascio dalle quali si dipanano gli archi ribassati. I falsi pennacchi sono scenicamente decorati con degli stucchi e sormontati dalla calotta-soffitto, capolavoro di decorazione rococò: essa è formata da quattro raggi che reggono un rosone modanato. Lo spazio fra i raggi e l'occhio del rosone sono decorati con ovuli e volute. Da segnalare, infine, le scale che conducono ai piani alti, di cui quella a sinistra conduce solo al piano ammezzato. Un singolare movimento scenografico è stato creato, nel piccolo spazio del vestibolo, dalle arcate di varia ampiezza che si aprono sul cortile e dalle due scale poste simmetricamente ai lati, di cui quella a sinistra conduce solo al piano ammezzato.
La facciata interna, molto rovinata da sovrapposizioni e aggiunte posteriori, la gran parte effettuate in tempi recenti, presenta, nella zona centrale del piano nobile, un'ampia balconata sorretta da arcate che scaricano su pilastri ottagonali. La sporgenza ad arcate del vestibolo con la terrazza soprastante rimanda di fronte ad un esedra che conclude il cortile e, attraverso due colonne sormontate da due vasi in terracotta, delimita l'ingresso al giardino. Un tempo, come mostra la pianta del duca di Noja, il giardino era formato da un lungo viale che conduceva al mare, ornato di statue, spalliere e sedili, ai lati del quale, come descrive il Nocerino, si apriva un bel parterre di aiuole fiorite e agrumeti.
Stato attuale
Attualmente l'antico giardino non esiste più: venduto e lottizzato è stato trasformato in un parco privato. Attraverso un percorso che costeggia sulla destra il moderno complesso di palazzine, si giunge al Lido Dorato. Qui è stata conservata l'antica terrazza che si affaccia sul mare, alla quale si arriva dopo aver attraversato un ponte sulla linea ferroviaria. Qui risultano particolarmente visibili gli effetti devastanti, dal punto di vista paesistico, prodotti dalla creazione della linea ferroviaria che ha completamente stravolto il rapporto delle ville con il giardino e il mare.
Curiosità
I d'Amendola ospitarono più volte re Carlo e la regina Amalia, come ricordano le due lapidi poste nel vestibolo.Infatti, Carlo di Borbone vi si recava spesso perché la palude intorno alla proprietà offriva un'ottima riserva di caccia e la regina amava passeggiare lungo la terrazza prospiciente il mare.
Indirizzo
Corso Garibaldi, 115