GUIDA Andria/Castel del Monte
Castello del Monte, fatto costruire da Federico II di Svevia intorno al 1240 direttamente su un banco roccioso, è universalmente noto per la sua forma ottagonale. Isolato e periferico, in realtà, il castello sorgeva non lontano dalla strada che collegava Andria ed il Garagnone, presso Gravina in Puglia.
Sugli otto spigoli del monumento si innalzano otto torri della stessa forma nelle cortine murarie in pietra calcarea locale, segnate da una cornice marcapiano, sulle quali si trovano otto monòfore al piano inferiore, sette bifore ed una sola trifora, in quello superiore. Alcune di queste torri raccolgono le acque piovane in cisterne, convogliate anche verso la cisterna scavata nella roccia che si trova sotto il cortile centrale, anch’esso di forma ottagonale. In altre torri, invece, sono ubicati i bagni, con latrina e lavabo – affiancati da un piccolo ambiente, spogliatoio o luogo per accogliere vasche per abluzioni, dato che la cura del corpo era molto praticata da Federico II e dalla sua corte – tipica usanza del mondo arabo, tanto amato dal sovrano.
Il collegamento fra i due piani avviene per mezzo di tre scale a chiocciola inserite in altrettante torri. Il Castello, di breccia corallina, pietra calcarea e marmi, ha sedici sale, otto per ciascun piano, a forma trapezoidale con campata centrale quadrata coperta a crocièra costolonata, decorata da elementi antropomorfi, zoomorfi e fitomorfi, mentre i residui spazi triangolari sono coperti da volte a botte ogivali.
Le otto sale al piano superiore, molto luminose per la presenza di ampie bifore, tranne la trifora in direzione di Andria, si differenziano da quelle sottostanti per i pilastri trilobati in marmo bianco venato di grigio, con capitelli decorati da elementi vegetali. Lungo le pareti corre un sedile e nelle sale III, V e VIII c’è una porta-finestra che si affaccia nel cortile, con elementi aggettanti e fori.
Si ipotizza per reggere un ballatoio ligneo utile a rendere indipendenti l’una dall’altra le sale, che sono tutte comunicanti tra loro con un percorso anulare, ad eccezione della prima e dell’ottava sala, separate da una parete con in alto un grande oculo, che probabilmente serviva per comunicare. Nella I, IV e VI sala sono presenti i resti di grandi camini, affiancati da nicchie rettangolari in breccia corallina che probabilmente erano utilizzate per riporre gli oggetti.
Molto interessante è il corredo scultoreo, significativa testimonianza dell’originario apparato decorativo.
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