GUIDA  Aosta/Miti e Leggende

Da Wiki.

Aosta/Miti e Leggende

  • In ogni comunità, nell’ambito delle tradizioni, si tramandano di generazione in generazione le leggende locali. Di seguito se ne riportano alcune:
1. Lo sfrondatore di castagni : in un caldo giorno di agosto, un nerboruto contadino, se ne stava tranquillamente seduto su un grosso ramo di castagno e, con una scure ben affilata, mandava colpi formidabili per staccarlo dal tronco. Transitò di là compare Crestaz , uomo di intelligenza non comune che, accompagnato dal suo somarello, portava provviste in montagna. Questi, vedendo il povero Barnabà (nome del contadino) in quella pericolosa situazione, si fermò ad osservare, poi lo chiamò e gli disse: Barnabà! Ma che fai? Sei impazzito? Ti vuoi suicidare? Se continui a stare sul ramo che tagli, cadrai...! Gli Rispose il contadino: E che ne sai tu?... Sei forse un profeta per conoscere il futuro? Non è la prima volta che taglio dei rami di castagno e non mi è mai capitato nulla! Che importanza può avere poggiare i piedi un po' più in qua o un po' più in là?!!! Uccello del malaugurio, vattene per i fatti tuoi! Compare Crestaz non aveva ancora fatto cento passi, quando uno scricchiolio, accompagnato da un forte grido, lo avvertì che il povero Barnabà era miseramente caduto al suolo, unitamente al ramo che aveva tagliato. Il povero uomo sbuffò, sgambettò un pochino, poi si rialzò. La distanza dalla terra non era eccessiva, così il poveretto se la cavò con una gran paura e qualche scalfittura alle mani ed ai piedi. Ma quale non fu il suo stupore quando dovette toccare con dito che compare Crestaz aveva predetto giusto. Sei un profeta o un mago? Come fai a conoscere il futuro? E' proprio vero che sei un uomo di una rara testa! Se tu sai predire l'avvenire, come ho avuto modo di constatare, tu saprai certamente predirmi il giorno e l'ora che dovrò morire! , gli chiese Barnabà. Certamente! E che ti pare? E se ti preme sapere quando dovrà accadere quel triste avvenimento, ti dirò che quando il mio somarello cadrà per la terza volta, sarà giunta la tua ultima ora . Possibile? Se è così, seguirò te e il tuo asinello rispose Barnabà . E si avviarono tutti e tre verso la Frazione Arpuilles , soggiorno estivo di compare Crestaz . La strada erta si snodava su di un terreno ghiaioso e franoso. Il sole lanciava i suoi dardi cocenti; le cicale assordavano i passanti con la loro monotona canzone. I nostri due uomini, di quando in quando, si fermavano per asciugare il sudore che scendeva abbondante dalle loro gote, poi riprendevano il cammino, parlando del più e del meno. Ad un certo punto il somarello inciampa e cade a terra con la soma e tutto. Poi l'asino si rialza, la soma viene rimessa in groppa e riprendono la strada... Intanto Barnabà si sentì una stretta al cuore! La sua ora si avvicinava... Camminarono ancora... Continuavano a parlare di politica, delle elezioni, delle conquiste di Napoleone Bonaparte... Ma, Barnabà fu quasi assente... pensando che la sua vita sta volgendo al termine e che essa era strettamente legata al comportamento del ciuco di compare Crestaz . Non gli levava più gli occhi di dosso... Ad un tratto: patapunfete!!! L'asino posò le zampe su di un ciottolo mobile, sdrucciolò, inciampò, e fu di nuovo in terra. E due!... Il cuore di Barnabà prese a martellare più forte e pensò: Se cade una terza volta, sono belle e fritto. Per me è finita . Ripresero la strada e ricominciarono la conversazione. Il cuore di Barnabà martellò sempre di più. Già si scorgeva sul poggio la bianca casetta di compare Crestaz ... Forse ci siamo! pensò Barnabà. Ed il cuore gli si aprì alla speranza. Che debba proprio cadere adesso? ...Speriamo di no!.. Ma, nell'attraversare un rigagnolo, il terreno cedette sotto le zampe della bestia, che, dopo un lungo scivolone, stramazzò di nuovo al suolo. Barnabà si sentì mancare, si abbattè al suolo anche lui e cadde, come corpo morto cade... Egli attese la morte, o piuttosto si credette già morto. Compare Crestaz lo chiama, lo scuote, gli spruzza il viso di acqua. Invano. Non diede più segni di vita. Non ottenne più risposta. Si recò allora a casa a chiamare soccorso. Accorrete! Recatevi laggiù vicino alla gora! Là troverete il povero Barnabà agonizzante! Tutta la gente del villaggio volò sul posto indicato per portare soccorso a Barnabà .Si sperava che si trattasse solo di uno svenimento. Chi gli spruzzava acqua in viso, chi lo spogliava, chi lo scuoteva, chi gli faceva annusare dell'aceto, chi gli bagnava i polsi di acquavite... Ma furono tutti sforzi inutili. Il pover'uomo non diede più segno di vita. Allora fu portato a casa e si pensò ai funerali. L'indomani si provvide a portare il morto a valle. Quattro uomini forti e robusti adagiarono il presunto defunto su di una barella e gli fecero rifare la strada che il giorno prima, aveva fatto da se con tanta trepidazione. Un ragazzo portava la lanterna e il mesto corteo s'incamminò, adagio, adagio, giù per la strada scoscesa. Man mano che scendevano, secondo una pia abitudine delle nostre montagne, le campane delle cappellette facevano sentire i loro rintocchi al passaggio del morto. Dopo lunghe ore di cammino, passo, passo, giunsero al bivio che sovrastava di poche centinaia di metri l'abitazione di Barnabà . Qui si fermarono e fecero una lunga tappa. Quando si trattò di ripartire, si venne a un diverbio: chi voleva prendere la strada di destra e chi quella di sinistra. La discussione si animò e non accennò a finire. Allora avvenne l'imprevisto: si udì la voce di Barnabà esclamare: quando ero vivo, passavo da questa parte; ora che sono morto, fate come volete!I quattro portatori e il ragazzino che reggeva la candela, scapparono a gambe levate. Barnabà , rimase solo, stette alquanto a riflettere e, poichè i morsi della fame incominciavano a farglisi sentire, concluse che non era completamente morto. Si scosse la polvere dagli abiti; diede una lisciatina ai capelli e a lunghi passi si avviò verso la sua abitazione, a vedere se la moglie gli aveva preparato la polenta di patate o la minestra di castagne.