GUIDA Borgo San Lorenzo/Abbazia di Buonsollazzo
Il monastero di San Bartolomeo conosciuto anche come Abbazia del Buonsollazzo è una struttura religiosa, oggi chiusa, situata sul fianco settentrionale del Monte Senario.
L'abbazia (il cui nome canonico è Sanctus Bartholomoeus de Bono-Solatio) risulta citata per la prima volta in documenti del 1084, ma secondo la tradizione venne edificata prima del Mille dal marchese Ugo di Toscana nel luogo dove ebbe una visione miracolosa che lo convertì. Passata nel 1320 dai Benedettini Cluniacensi ai Cistercensi, venne affidata nel 1705 ai Trappisti per volere del granduca Cosimo III e fu completamente ristrutturata. Soppressa nel 1782, passò nel 1877 ai Camaldolesi. Nel 1990 il complesso è stato venduto e ora è di proprietà privata. Le vicende della Badia del Buonsollazzo iniziano ad essere documentate nel 1084, quando venne probabilmente fondata per i Benedettini da Gisla, figlia di Rodolfo (o Ridolfo) dei Ricasoli e moglie di Azzo di Pagano. Numerose donazioni incrementarono il patrimonio economico, specie negli anni 1106-1122. Documenti dei primi del Duecento attestano che l'Abbazia di Buonsollazzo era affidata al monastero di San Godenzo[1]. Dopo un periodo di notevole prosperità, Buonsollazzo subì il disastro di una amministrazione deplorevole, fino a che, rimasti cinque soli monaci, il vescovo di Firenze, Antonio d'Orso, vi introdusse nel 1320 i Cistercensi provenienti da San Salvatore a Settimo, che presero possesso della nuova abbazia il 4 gennaio 1321 sotto la guida dell'abate Bernardo Lamberteschi. I cinque monaci benedettini rimasero nell’abbazia adottando anche loro l’osservanza cistercense. Buonsollazzo, 701esima filiazione dell'Abbazia di Clairvaux, rifiorì e si riconsolidò. Nella seconda metà del XV secolo fu ceduta in commenda e subito dopo, nel 1497, entrò a far parte della Congregazione Cistercense di San Bernardo in Italia, inserita nella Provincia Toscana. Durante il Seicento due abati di Buonsollazzo furono anche presidenti generali della Congregazione. Nel 1705 accettò la riforma della Trappa, favorita in tutti i modi dal granduca Cosimo III. Si trattò della prima esperienza trappista in Italia, dalla quale si diramò nel 1717 una colonia di monaci che si insediò nell'Abbazia di Casamari. Nulla si conosce della struttura architettonica precedente, poiché Cosimo III fece abbattere l’antica chiesa e monastero e li ricostruì secondo le esigenze dei trappisti tra il 1707-1720. L’introduzione dei trappisti a Buonsollazzo non separò completamente l’abbazia dalla Provincia Toscana. Il 2 agosto 1782 fu soppressa dal granduca Pietro Leopoldo. Il patrimonio economico ed il monastero furono venduti al marchese Sigismondo Lotteringhi Della Stufa, eccetto la chiesa, la sagrestia, il capitolo, il cimitero, alcune stanze per uso del curato ed un pezzo d’orto. Nel 1877 i Camaldolesi ne presero possesso e vi insediarono un collegio per la formazione dei propri monaci. Nel 1990, dopo alcuni anni di sostanziale inutilizzo, alienarono la proprietà.






