GUIDA Caltanissetta/Memorie Storiche
Nel Dizionario del 1858 di Antonio Busacca la città viene così descritta:
Caltanissetta città vescovile - È nell'interno del val di Mazzara, capo luogo, una delle sette Intendenze, sita sul dorso di un monte; dista 30 miglia dal mare africano, 90 da Palermo, al grado 37, 36 di latitudene. Ex-feudo della famiglia Moncada, dei principi Paternò col titolo di contea. Cluverio la crede derivata dalle rovine di Petiliana, altri della antica Nisa. I Saraceni la dicevano Calatanissa. La sua popol. è 18560. Ha un territorio di 23800 salme; abbonda di tutto, ed esporta grano, orzo, vino, olio, mandorle e pistacchi. Ha solfatare all'intorno ed acque calde solfuree, utilissime per diversi mali. La città è bella; ha molte fabbriche sontuose; vi si trova un collegio di studi, un ospedale, un monte di pietà, e molti conventi e monisteri.
Caltanissetta vanta vari uomini illustri, fra i quali Filippo Ferrara cardinale al 1418, il padre Diego Filippuzzi gesuita, insigne teologo dal XVII secolo, che stampò vari panegirici sacri in Palermo nel 1674; il padre Geronimo Gravina gesuita, missionario alla China, ove morì nel 1661; il padre Giovanni Lo Jacono cappuccino, facondo oratore; il giureconsulto Nicolò Aronica, autore di varie opere; ed il celebre Tommaso Tamburino gesuita, nato nel 1606 che lasciò varie opere pubblicate in Palermo, ed in Leone.
Mentre il libro L'Italia meridionale o L'antico reame delle Due Sicilie (1860) così descrive il comune:
Caltanissetta, capoluogo della provincia e sede vescovile, con 17 mila abitanti, posta sul dorso di un altipiano, con aere sano; bella città, con nobili edificj, molti conventi, e utili stabilimenti di pietà. Ha un vasto territorio fertilissimo, ed esporta grano, orzo, vino, olio, mandorle e pistacchi. Ha solfatare ivi intorno ed acque calde sulfuree.
In Corografia dell'Italia (1832) così viene descritto il comune:
CALATANISETTA, città di Sicilia, nel val di Mazzara, sulla destra riva del Salso, 6 miglia a libeccio da Castrogiovanni. Era stata fortificata da un greco capitano chiamato Niceta in tempo della dominazione araba, e quindi era chiamata il Castello di Niceta: altri però vogliono che occupi il luogo dell'antica Petilianum. Presentemente è capoluogo di provincia, ed è difesa da un forte castello; ha strade larghe e diritte con buoni edificii. Conta quasi 15 mila abitanti. La provincia ne contiene circa 161 mila, ed è divisa in tre distretti: Piazza, Terranuova e Calatanisetta; quest'ultimo dividesi in sette cantoni. Il Salso, il Drillo, il Platani, il Manfria ed il Fiuzino sono i principali fiumi della provincia, la quale è intersecata in ogni senso da montane ramificazioni chiamate Nettunie. Vi si trovano qua e là miniere di zolfo, acque termali zolforose e finissime argille per formare pregiate stoviglie. Il terreno è de'più ubertosi dell'isola. Rimarchevole è il luogo detto Terra Pilata per le vestigia di due semispenti vulcani.