GUIDA  Cane San Bernardo

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L’impiego degli originari cani da parte dei Canonici, per assistere i viaggiatori smarriti nelle nevi e nelle tempeste, risale attorno all’anno 1750. Quali enormi Molossi avevano le capacità psichiche e fisiche adatte alla sopravvivenza in climi polari e nebulosi ed erano dotati di una sorprendente capacità orientativa, coadiuvata da un forte senso percettivo.

Il loro peso e le zampe palmate permettevano di spianare il sentiero, evitando l'affondamento di chi li seguiva, ed erano in grado di captare il calore umano e di ritrovarne i corpi sepolti dalla neve. Risultati amici dei viandanti sapevano riconoscere (anche ad una certa profondità) le tracce del sentiero da percorrere e che sarebbe stato pericoloso abbandonare, se ricoperto dalla neve recente.

Alcuni di questi si sono dimostrati così dotati di capacità di apprendimento da abituarsi anche a portare un piccolo basto al quale erano attaccati due vasi chiusi. In occasione dell'esposizione canina di Birmingham (1862) per la prima volta la razza fu chiamata col nome San Bernardo riconoscendola universalmente verso la fine del secolo.

Verso la metà del 1800, a causa dell'eccesiva consanguineità parentale dei soggetti (le cucciolate presentavano malformazioni con frequenti perdite degli stessi) e per evitare l'estinzione della specie furono effettuati gli incroci con i Terranova (dotato di grande intelligenza e di mole adeguata, con caratteristiche psichiche simili al San Bernardo) ed i loro discendenti sono quelli che a tutt’oggi operano. Molti cani San Bernardo, nel corso dei tempi, si sono distinti per gli eroici atti di soccorso ed innumerevoli sono le testimonianze lasciate da chi continuò a vivere per loro merito.