GUIDA Capaccio/Museo Archeologico Nazionale
Su progetto dell’architetto Marcello De Vita (anni ’30), il Museo Archeologico Nazionale di Paestum fu costruito negli anni’50 ed inaugurato nel 1952 con l’allora Ministro della Pubblica Istruzione Antonio Segni. Fu voluto soprattutto da Paola Zancani Montuoro e Umberto Zanotti Bianco, scopritori dell’Heraion di Foce Sele, per riporvi l’enorme quantità di reperti, quali metope, capitelli, vasi, sacelli ipogei, affreschi tombali e tanto altro materiale che testimoniano e raccontano la storia di Poseidonia-Paestum e le colline circostanti.
Famosa in tutto il mondo, di rilevante importanza è anche la “Tomba del Tuffatore” (480 a.C.) che si trovava a 1,5 chilometri a sud di Paestum – località Tempa del Prete, oggi conservata nel Museo. E’ l unico esempio di pittura greca della Magna Grecia. La tecnica utilizzata dal pittore è a tempera con il procedimento della sinopia (ocra rossa); intonaco di calce e sabbia, levigato e liscio con anche polvere di marmo per dare brillantezza e consistenza, applicato in due strati (quello in superficie più sottile).E’ un sarcofago con alle pareti dipinti conviviali, mentre sul lastrone di copertura, viene rappresentato un uomo che elegantemente si tuffa in mare; il tuffo simboleggia il trapasso tra terra e l’ignoto della morte. Questa sepoltura a lastroni è stata trovata nel 1968 ed è costituita da quattro lastre – le parti della cassa – sulle quali sono rappresentate scene tradizionali di persone in cammino, simposio, banchetti con personaggi molto espressivi nei loro visi che giocano al cottabo, suonano la cetra o il diaulos, seduti, sdraiati sui letti mentre conversano, e, sul coperchio, la scena principale del tuffatore con un paesaggio marino.
Il gioco del cottabo, in voga presso Greci ed Etruschi, consisteva nel lanciare alcune gocce di vino, che erano rimaste nel fondo della tazza, contro dei piccoli vasi messi a galleggiare in un recipiente pieno di acqua; vinceva chi ne colpiva il maggiore numero oppure consisteva nel lancio da parte di un giocatore della libazione contro il piattello in bilico che doveva cadere nel disco centrale detto manes.






