GUIDA  Cervo/Chiesa di San Giovanni Battista o dei Corallini

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La Chiesa Parrocchiale di San Giovanni Battista o dei Corallini è una delle chiese barocche liguri più suggestive dal punto di vista scenografico. Essa s’ impone con la sua struttura architettonica, sovradimensionata rispetto all’abitato ed è il simbolo del Borgo. La Chiesa è ubicata nella piccola piazza San Giovanni Battista o dei Corallini. La facciata esterna, di eccezionale elevazione, è concava e termina con un frontone caratterizzato da una grande finestra a serliana. L’effetto “pittorico” della facciata, caratteristica per le sue decorazioni e per i suoi colori, ha fatto ipotizzare che sia stata elaborata con la collaborazione di un artista del pennello.

Chiesa di San Giovanni Battista o dei Corallini

E’ detta Chiesa dei Corallini poiché venne costruita in buona parte coi proventi dei pescatori di Cervo che si erano arricchiti con la pesca del corallo. Essi fornirono anche un valido aiuto nel trasporto dei materiali di costruzione dalla spiaggia fino in cima alla collina.

La costruzione della Chiesa iniziò nel 1686 su progetto dell’architetto Gio Batta Marvaldi di Candeasco che seguì i lavori fino al 1706, anno della sua morte. Subentrarono il figlio di questi, Giacomo Filippo Marvaldi, e Gio Batta Lagnasco che portarono a termine l’edificio nel 1722.

L'elegante campanile, costruito alla metà del XVIII secolo, fu invece realizzato su disegno del pittore Francesco Carrega di Porto Maurizio che anni prima aveva affrescato la splendida volta del coro. Nel 1722 venne incaricato il marmoraro Carlo Antonio Rippa di Loano per la costruzione del portale marmoreo e del pavimento.

La chiesa, a grande e unica navata rettangolare, conserva al suo interno significative opere d'arte. Si distingue per la preziosità dei marmi, per la decorazione a stucco di gusto settecentesco e per gli affreschi che ne esaltano la magnificenza.

L’altare maggiore, realizzato dallo scultore Antonio Pittaluga di Genova, è una sontuosa opera in marmo policromo e presenta un antico tabernacolo degli olii santi in marmo bianco del Quattrocento che venne trasportato dalla chiesa antica alla nuova nel XVIII secolo. Uno splendido Crocefisso Ligneo del XVIII secolo, attribuito al Maragliano, si erge sopra l’altare.

Dietro all’altare maggiore è collocato il coro in legno, opera del Settecento, prezioso per la perfezione degli intagli.

Sul lato sinistro dell’altare maggiore è presente una statua della Madonna del Rosario, raffinata per l’intaglio e per la dolcezza e delicatezza dei visi.

Di grande rilievo sono gli affreschi di Francesco Carrega:

Nel catino dell’abside un vasto quadro presenta la Predica del Battista in cui il Santo, al centro della scena sopra una rupe, predica alla folla raggruppata ai due lati.

Affresco di Francesco Carrega: il Battista su una rupe predica alla folla

Nella volta del coro, all’interno di una complessa decorazione a stucco che fa da cornice, un affresco raffigura la Gloria di San Giovanni Battista che viene accolto in Paradiso dalla Trinità. Nelle parti laterali sono rappresentate le tre Virtù Teologali: la Carità con la fiamma e in atto di nutrire il pargolo, la Fede che regge la croce e un calice e la Giustizia con la bilancia e il fascio.

Gloria di San Giovanni Battista che viene accolto in Paradiso dalla Trinità


Le otto otto cappelle laterali, con i relativi altari, sono pregevoli per i marmi, per le decorazioni a stucco e per le loro opere scultoree e pittoriche.

Partendo dalla sinistra del presbiterio troviamo:


  • La cappella del Crocefisso, con l’altare elegante e prezioso per i marmi pregiati utilizzati. Nello sfondato dell’ancona è situato il Crocefisso, attribuito ad Anton Maria Maragliano.
  • La Cappella di Sant’Erasmo, patrono dei naviganti, con un altare ricco di marmi plasmati da Antonio Pittaluga. La pala esposta sull’altare rappresenta la Madonna del Soccorso che appare ai Santi Erasmo e Chiara. Opera eseguita da Giuseppe Massa nel 1736.
  • La cappella con l’altare di San Giuseppe, realizzato dal Gaggino tra il 1779 e il 1783. E’ adornato con una grande pala, di autore ignoto, raffigurante la morte del santo, caratterizzata da una smagliante cromia.
  • L’ultima cappella, realizzata nel 1937, è dedica all’Immacolata Concezione ma, nell’intezione dei fedeli, avrebbe dovuto essere dedicata all’Assunta, come quella dell’antica parrocchiale. La pala che la decora sarebbe riconducibile al XIX secolo, opera di un artista locale.

Procedendo e partendo dalla destra del Presbiterio troviamo:

  • La cappella dedicata alla Madonna del Rosario, la prima ad essere realizzata. Venne progettata e costruita del marmoraro Carlo Antonio Rippa da Loano con intarsi di marmi policromi. La statua della Madonna con il Bambino, scolpita a Genova dallo scultore Ratto nella prima metà del ‘600, è anch’essa di buona fattura.
  • La cappella con l’altare dedicato a Sant’Antonio da Padova, realizzato tra il 1736 e il 1767 dal Gaggino con marmi pregevoli e adornato da una statua lignea del santo, attribuita alla scuola genovese del Settecento.
  • La cappella con l’altare delle Anime Purganti o del Suffragio, opera del genovese Bernardo Gaggini (figlio di Giacomo) e di Bernardo Orsati. La pala venne acquistata a Genova nel 1737 e viene attribuita a Giuseppe Massa.
  • L’ultima cappella è dedicata a San Nicola da Tolentino il cui culto venne portato dai frati agostiniani. La pala rappresenta la Madonna col Bambino che appaiono a San Nicola da Tolentino, riconoscibile per la stella sul petto. Il Santo, sorretto da due angeli, appare in deliquio per la visione delle Sacre figure. Studi fanno risalire l’opera alla fine del Seicento.

Sulla sinistra, all’entrata della chiesa, pregevole è il fonte battesimale in marmo bianco e ferro battuto risalente al Seicento. Sopra il fonte battesimale, pregevole è l’organo, costruito da padre Agostino Torrelli nel 1735 e rifatto più volte fino ad assumere la forma attuale dovuta al progetto del 1840 dell’ingegner Dogliotti ed eseguito dall’intagliatore Caprile di Porto Maurizio.