GUIDA  Exilles/Frazioni/San Colombano

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Frazione San Colombano

Frazione San Colombano
Frazione San Colombano

La più in quota di tutte (1.391 metri) trasse origine da uno degli alpeggi stagionali usati dagli abitanti del fondovalle e successivamente trasformata in un villaggio stabile lungo l'itinerario che collegava la Valle dell’Arc (Francia)alla Valle di Susa, attraverso i 3.000 metri del Col d’Ambin ,ove si muovevano staffette militari,contrabbandieri,greggi e flussi migratori. Originariamente l’abitato di San Colombano era collocato su di una collinetta verso il Torrente Galambra (non nella posizione attuale) e fu completamente distrutta dalla Battaglia del maggio 1593 condotta tra i Francesi ed i Piemontesi. Gli abitanti sopravvissuti si spostarono quindi più ad ovest sul declivio lungo il quale si sviluppa il paese moderno. Di quell’evento rimane a testimonianza la fontana (che riporta la data 1582) e vecchi ruderi semisepolti. Nel passato era nota per la coltivazione delle patate.

Curiosità

In questa Frazione a fine 1800 vi erano cinque opifici dei quali alcuni,oggi,sono solo ruderi facilmente interpretabili e di grande interesse. L’opificio più a monte è un mulino a ruota orizzontale ed in origine doveva avere dimensioni modeste con un solo vano, subendo in tempi recenti alcune modifiche,come la creazione di un banco in cemento per sostenere il palmento e l’aggiunta di un vano antistante la camera delle macine.Più a valle di quest’ultimo si trova un mulino riconvertito a centralina idroelettrica, che non conserva più alcuna traccia del proprio utilizzo originale e,più in basso,un altro opificio destinato a macinare farina ed elettrificato risalente all’anno 1873.Ancora più a valle ed ultimo della serie si trova un opificio composto di tre vani, realizzato in pietra a secco, addossato alla montagna e coperto da un tetto a falda unica, in lose.Il primo ambiente aveva probabilmente funzione di magazzino e disimpegno; nel vano mediano si trovava un palmento,mosso da ruota orizzontale e poggiato sopra un banco in muratura che copre,con un’arcata,la camera del ritrecine.È ancora ben visibile gran parte dell’equipaggiamento e,sotto,la ruota orizzontale ed il cannone ligneo.Quest’ultimo penetrava nell’edificio da una grossa apertura posteriore da cui entrava un secondo cannone che andava a muovere la pesta da canapa,contenuta nel terzo vano dell’edificio.Qui si trova ancora la vasca,datata 1818,e la mola mentre un’altra mola abbandonata porta la data del 1882.Sugli stipiti e sulle porte sono presenti molte date e molte scritte,alcune difficilmente leggibili,che testimoniano una lunga continuità d’uso dal XIX al XX secolo.