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Foto Ghilarza:
2012, 2009, 2008

Ghilarza è situato in Sardegna in Provincia di Oristano. Il secondo lunedì di luglio si festeggia il Patrono, San Palmerio. Tra gli edifici religiosi: Chiesa di San Palmerio; Chiesa di San Pietro, in stile romanico-lombardo. Da Vedere: Torre Aragonese (XV secolo, in stile gotico catalano); Nuraghe Orgono (di tipo a corridoio).

Confina con i comuni di: Fordongianus, Norbello, Abbasanta, Aidomaggiore, Ardauli, Busachi, Bidonì, Boroneddu, Tadasuni, Ulà Tirso, Soddì, Paulilatino, Sorradile e Sedilo.

Indice

Dove Mangiare

  • Ristorante Al Marchi, Via Concezione, 4
  • Pizzeria Penny Red, Via Lombardia, 6

Biblioteche

  • Biblioteca Comunale, Via Matteotti, 64
  • Biblioteca della Casa Gramsci, Corso Umberto I, 36
  • Biblioteca della Scuola media statale di Ghilarza, Corso Umberto I, 227
  • Biblioteca dell'Istituto statale di istruzione superiore Ghilarza, Via Volta, 1

Informazioni Utili

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Bibliografia

  • Ghilarza. Note di storia civile ed ecclesiastica, M. Licheri (1977)
  • Ghilarza. Proprietà e identità sociale nella Sardegna del primo Ottocento, Monica Miscali (2007)

Memorie Storiche

Nel Dizionario geografico-storico-statistico-commerciale (1854) Goffredo Casalis così descrive Zuri (ora frazione di Ghilarza):

Zuri o Suuri, villaggio della Sardegna nella provincia di Oristano appartenente all'antica curatoria del Guilcieri, compresa nel regno di Arborea. La sua situazione geografica è nella latitudine 40° 71 e nella longitudine occidentale dal meridiano di Cagliari 0° 14'. L'abitato sorge sopra la ripa orientale del pianoro del Guilcieri sulla sponda destra del Tirso, in esposizione principalmente al levante, mentre resta coperto per il detto pianoro al ponente, e prossimi poco però alla tramontana.

Sulle pioggia e le altre meteore non si può dire altrimenti che si scrisse per i paesi posti in consimile situazione, quali sono Sedilo, Soddì, Tadasune, Aido-Maggiore ecc. L'umidità tuttavolta è più sentita che negli altri siti indicati. L'aria potrebbe essere più salubre se si praticassero i regolamenti igienici. Le febbri intermittenti e periodiche si acquistano più spesso nella bassa valle, che nell'abitato.

Il territorio non ha molti piani, ma le eminenze non sono notevoli. Le parti incolte, che sono molte, hanno, sebbene non molto frequenti, gli alberi ghiandiferi, ed altre specie che servono alla costruzione, tra molte macchie. Non sono rare le sorgenti, ma nessuna che meriti particolar menzione. Ne' tempi piovosi scorrono diversi rigagnoli, ma nella stagione estiva tutto si asciuga, e lo stesso Tirso vi volge poche acque, e lascia vedere l'alveo nelle più parti asciutto.

Quando si sciolgono le nevi della Barbargia, od abbondano le pioggie nel bacino del gran fiume, allora il suo canale empiendosi non permette il passaggio sulle terre della sinistra, ed alcuni che osano traversarne la corrente restano vinti dalla medesima. Lo stesso divieto di passaggio devono soffrire i zuuresi più volte nell'inverno se vogliono passare in Sedilo od in Aido-Maggiore. Manca il ponte anche a questo fiume, e la piena travolge le travi che si traversano sopra di esso.

La caccia è scarsa, ed appena si prendono lepri, conigli, volpi, martore. Le pernici sono frequenti, e si trovano sulle acque del fiume alcune delle specie che amano quest'elemento. La pesca è talvolta copiosa, e si prendono trote ed anguille, e talvolta alcune boghe e qualche altra specie.

Popolazione ed agricoltura. Questo comune non numera più di 140 anime! Un tal numero può dare un'idea dell'estensione dell'agricoltura. Fra grano, orzo e legumi non si seminano più di 250 starelli. Il prodotto comune non sorpassa l'8. La pastorizia, esercitata da circa 10 persone, non numera più di 1400 capi tra pecore, capre, porci e vacche. Si avranno non più di 50 tori per l'agricoltura, 15 cavalli e 20 giumenti per servigio. La chiesa parrocchiale, sotto l'invocazione di s. Pietro apostolo, è servita da un prete sotto la giurisdizione del vescovo di Bosa. In altri tempi questo paese era più popolato, poi per diverse cause si andò disertando al piccol numero che abbiamo notato.

Nel territorio sono alcune di quelle antiche costruzioni, che dicono nuraghi, ma in gran parte disfatte.