GUIDA  Il Cimitero degli Eroi

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Il Cimitero degli Eroi
Il Cimitero degli Eroi
Monumento sepoltura dei Dieci Militi Ignoti
Tomba di Maria Bergamas - PER TUTTE LE MADRI
Pagina della Domenica del Corriere datata 6-13 Novembre 1921,dove Alchille Beltrame, rappresenta il Rito di Aquileia

Il Cimitero degli Eroi

Sono sepolti in questo luogo 150 giovani soldati quasi tutti caduti nel primo anno di guerra 1915, e inoltre sono tumulate le salme dei dieci Militi Ignoti; l’undicesima fu scelta proprio nella Basilica di Aquileia, da una madre addolorata, Maria Bergamas di Gradisca d'Isonzo e da allora riposa al Vittoriano di Roma monumento meglio conosciuto con il nome: “Altare della Patria“.

E’ il colonnello Giulio Douhet a promuovere l’idea di riesumare undici salme dai relativi settori del fronte per scegliere fra queste il Milite Ignoto italiano.

I lavori iniziarono il 3 Ottobre del 1921, il fronte del 1915-1918 viene ripercorso dagli autocarri del Regio Esercito che raccolgono 11 salme, radunate infine nell’antica Basilica di Aquileia, per procedere alla selezione. Il 28 Ottobre, Maria Bergamas, madre di Antonio sottotenente di fanteria isontino e fervente mazziniano, caduto sul Monte Cimone di Tonezza del Cimone e mai ritrovato, è fra il gruppo delle madri e vedove di guerra presenti in Basilica, sarà lei a scegliere la salma. La mamma friulana percorre la fila di bare e gridando il nome di “ANTONIO” si appoggia su una delle bare. Purtroppo dal settore del Monte Cimone, non venne riesumata nessuna salma.

Le rimanenti dieci verranno tumulate proprio in questo cimitero sul retro della Basilica, dove dopo la sua morte troverà riposo anche Maria Bergamas.

Da segnalare nel cimitero due imponenti sculture: La Pietà di Edmondo Furlan e il Sacrificio di Ettore Ximen.

Una lapide scritta da d’Annunzio venne distrutta dopo la disfatta di Caporetto nel 1917 e il cimitero venne anche profanato. La lapide fu poi riscritta a fine guerra nel 1918. Ogni croce al centro riporta una targa: “Dulce Et Decorum Est Pro Patria Mori

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Giovanni Randaccio

Il Maggiore di fanteria Giovanni Randaccio, dei "Lupi di Toscana", morì in battaglia a S.Giovanni al Timavo (28/5/1917), Gabriele d'Annunzio che partecipò allo scontro (in quanto Randaccio era il Suo comandante) avvolse il suo corpo in una bandiera tricolore, ne raccolse gocce di sangue che in seguito vennero depositate all'interno di cristalli incastonati in una Croce, la Croce fu donata dallo stesso d'Annunzio alla Brigata Lupi di Toscana

Giovanni Randaccio fu sepolto nel cimitero di Aquileia e d’Annunzio, nell’orazione funebre, narrò l’eroica morte dell’amico Medaglia Oro al V.M.

La stessa bandiera invece diventò poi un simbolo durante la spedizione di Fiume (1919).ed è ora conservata al Vittoriale degli Italiani di Gardone Riviera