GUIDA  Mattie/Storia

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Storia della Città

L'area dove sorge Mattie è stata abitata già dal Neolitico; sono stati difatti rinvenuti molti manufatti risalenti a quel periodo in località Tanze e tutto il fondo valle è ricco di incisioni rupestri.

In seguito non è da escludere che questi primi insediamenti siano stati sostituiti da altri realizzati dalle popolazioni preitaliche (Celti) che giunsero in Piemonte. Alcuni ritrovamenti funerari di età imperiale in località Menolzio testimoniano, senza alcun dubbio, la presenza romana. Quello stesso castrum è stato, probabilmente, abbandonato in epoca antica a causa di una inondazione o di altro disastro idrogeologico.

Risorgeva, in seguito, un insediamento nell'area ma in sito diverso rispetto a questi primigeni accampamenti. Alcuni ritengono che sia proprio Mattie la città di Amategis citata dal cronista merovingio Fredegario nel VII secolo. Col nome di ecclesia de Maticis il borgo è documentato in una donazione di Olderico Manfredi a favore dell'abbazia di San Giusto di Susa, che coincide, fra l'altro, con la fondazione di quest'ultima. Ulteriori tracce archivistiche risalgono al 1065 quando il vescovo di Torino pone Mattia sotto la giurisdizione della pieve di Santa Maria Maggiore di Susa, a sua volta dipendente dalla prevostura di San Lorenzo di Oulx.

A Mattie, come in molte zone della media valle di Susa, si diffuse il culto valdese. Lo spirito pauperistico di questa teologia che all'inizio si proponeva come una semplice eresia, si saldava alle sensibilità di molti contadini vessati dal signoraggio feudale e schiacciato dal trend delle enclosures (dalla privatizzazione delle terre comuni, cioè). I valdesi, ovviamente, subirono diverse persecuzioni ed angherie ed, in seguito, la loro adesione al culto riformato-protestante, sicuramente non migliorò le cose. La Pace di Cavour fu solo una breve fugace parentesi di tranquillità. Con la revoca dell'editto di Nantes, le cose peggiorarono nettamente e furono quasi completamente coattivamente esiliati dai Savoia nel XVII secolo.

Pesante fu il contributo dei Mattiesi in vite umane sia nella prima che Seconda Guerra Mondiale.In particolare,in quest'ultimo conflitto,per l'attiva partecipazione degli abitanti alla Resistenza,l'11 ottobre 1944 (proprio al culmine dell'annata agraria) dopo un anno di duro lavoro si scatenò una rappresaglia nazista contro la Frazione Menolzio .Con i fienili ricolmi,le stalle piene di animali,i magazzini stipati di granaglie,verdure e di castagne, venne incendiata la maggior parte dei fabbricati dell'abitato,venne razziato il bestiame e la popolazione,se non uccisa e trucidata,fu costretta ad andare a piedi sino a Susa e successivamente deportata.