GUIDA  Padova/Basilica di Sant'Antonio

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Pianta del complesso della Basilica e chiostri

Indice

Storia

La basilica venne iniziata nel 1232, un anno dopo la morte di Sant'Antonio, inglobando la piccola chiesa di Santa Maria Mater Domini (XII sec.), dove fu inizialmente sistemato il corpo del Santo, poi diventata la Cappella della Madonna Mora. La Basilica del Santo, come è popolarmente chiamata, è un notevole complesso sacro che sintetizza elementi romanici di ispirazione transalpina, suggestioni bizantineggianti e capolavori del rinascimento italiano. Successivi interventi hanno portato ad una sovrapposizione stilistica. Gli incendi del 1567 e del 1749, così come lo scoppio della polveriera del Maglio, coincisero con un restyling della fabbrica.

Descrizione

Esterno

La Basilica del Santo

La basilica presenta una facciata a capanna su quattro arcate cieche strombate a tutto sesto di cui le esterne hanno il fornice più largo e sono aperte da due ogive a dai portali laterali, mentre le centrali, più acute, presentano una solo luce ciascuna. Al centro c'è un bel protiro lunettato, con la copia del famoso affresco del Mantegna con i Santi Antonio e Bernardino attualmente conservato nella Presidenza dell'Arca. Sul secondo livello c'è una loggia di archi a tutto sesto seguita dal frontone, in posizione recessa, aperto da un bel rosone e da una coppia di bifore. Corona il tutto una cuspide.

Le cupole ed il rosone

Si noti la bellissima abside con le cappelle radiali. Pregevole è il rosone del transetto sinistro. Le cupole, sono il marchio di fabbrica, Sono otto in totale, una per campata e per transetto, più l'ultima, settecentesca, posta all'estremità dell'abside, sulla Cappella del Tesoro.

Interno

Solenne, a croce latina; si respira un'atmosfera mistica e solenne insieme al profumo degli incensi. Quasi orientale.

  • Navata centrale
    • II pilastro a destra: notevole Monumento del Cardinale Pietro Bembo, di Michele Sanmicheli (1547). In alto, Martirio di San'Agata del Tiepolo
  • I Cappella, navata destra: Cappella del Gattamelata, terminata nel 1458. Fu eretta a spese della vedova del condottiero ed ospita i corpi del capitano e del figlio. Ospitando l'eucarestia è più propriamente definita cappella del santissimo. Pregevoli monumenti funebri quattrocenteschi opera di Maestro Gregorio di Allegretto.
  • Transetto destro: Cappella di san Felice o san Giacomo. Si tratta di un capolavoro dell'architettura gotica, opera di Andriolo e Giovanni de' Santi (1372). Di Andriolo sono anche le Statue dei Santi. Gli affreschi sono considerati fra i massimi capolavori dell'arte del trecento. Sono la Leggenda di San Giacomo e una Crocefissioni di Altichiero. Bella è la struttura gotica con archi ciechi trilobati
  • Nel Presbiterio notevole cancellata in bronzo, con statue, opere di Tiziano Aspetti (1593) e Camillo Mazza, che ultimò le portelle nel 1661.
  • Altare Maggiore. Si tratta di un capolavoro di Donatello. La struttura originale venne rifatta nel 1895 da Camillo Boito utilizzando gli originali pezzi del maestro toscano.
  1. Madonna col bambino
  2. Santi Francesco, Daniele e Prosdocino
  3. Sani Antonio, Giustina e Ludovico vescovo
  4. Crocefisso
  5. Sulla predella: miracoli del santo
  6. Dietro: altri miracoli
  7. Nel paliotto: Pietà. Ai lati: Angeli musicanti
  8. Alle estremità dell'altare: Simboli evangelici e Deposizione
  • Alla sinistra dell'altare è il celebre candelabro di Andrea Briosco (1507-15)
  • Pareti del presbiterio: sono coperti da altri pregiati bassorilievi di Donatello e di Andrea Briosco e Bartolomeo Bellano
  1. Caino e Abele
  2. Sacrificio di Abramo
  3. Giuseppe venduto dai fratelli
  4. Gli egiziani sommersi dal Mar Rosso
  5. Il vitello d'oro
  6. Il serpente di bronzo
  7. Sansone e il tempio
  8. Davide e Golia
  9. La danza di Davide
  10. Il giudizio di Salomone
  11. Giuditta e Oloferne
  12. Giona e la balena
  • Cappelle radiali: sono decorate a spese delle nazionalità a cui si riferiscono. Si segnalano gli affreschi di Filippo da Verona (1509), all'inizio, e quelli puristi di Ludovico Seiz nella Cappella di Santo Stefano.
    • Cappella dell'abside: è la Cappella delle Reliquie del Tesoro, capolavoro barocco di Giovanni Grassi su disegno di Filippo Parodi. Notevoli sono i reliquiari con le famigerate reliquie del Santo e le navicelle.
  • Alla fine dell'ambulacro sono due notevoli cappelle:
    • Cappella della Madonna Mora: ovvero l'originale chiesa inglobata dalla basilica alla morte del santo. Pregevole è il Monumento a Raffaele Fulgosio, opera quattrocentesca di di Pietro Lamberti e Nanni Fiorentino
    • Cappella dei Conti: strepitoso ciclo pittorico di Giusto de' Menabuoi (1382)
  • Nel transetto è la Cappella dell'Arca del Santo. Ovvero della tomba dove fu sistemato Antonio traslandolo dalla chiesetta di Santa Maria Mater Domini. La struttura originale della cappella era, originariamente, gotica.

Di quel periodo sopravvivono gli affreschi di Stefano da Ferrara, e la Madonna del Pilastro. La struttura attuale fu iniziata da Giovanni Minello (1500-21), su disegno di Andrea Briosco. Gli arredi sono di Tullio Lombardo. L'altare è maestosa creazione di Tiziano Aspetti (1593) al quale si devono le statue laterali: sant'Antonio tra san Bonaventura e san Ludovico d'Angiò. Notevoli i candelabri grandi supportati da angeli di marmo (1699) di Filippo Parodi. Gli altri sono di Orazio Marinali (1712).

I bassorilievi e le statue che ornano la cappella sono opera di artisti quali Vincenzo de' Grandi, Girolamo Pironi, i fratelli Allio, Sebastiano da Lugano, lo stesso Minello e Giacomo Colonna. Sono tutte opere realizzate fra Cinque e Seicento.

Il ciclo di altorilievi che incornicia l'arca è di grande interesse:

  1. Sant'Antonio riceve l'abito. Opera di Antonio Minello (1512).
  2. Il Santo risana la moglie, pugnalata ingiustamente per gelosia. Di Giovanni Rubino e Silvio Cosini (1524-36).
  3. Il giovane risuscitato dal Santo affinchè scagioni il padre di Antonio. Di Danese Cattaneo e Girolamo Campagna (1572-77).
  4. La giovane affogata viene resuscitata. È opera magistrale di Jacopo Sansovino (1563).
  5. Il nipote di sant'Antonio viene resuscitato. Opera di Antonio Minello e del Sansovino (1520-34).
  6. Il cuore dell'usuraio defunto viene trovato nello scrigno. Opera di Tullio Lombardo (1525).
  7. Il Santo riattacca il piede a Leonardo.
  8. L'eretico Aleardino si converte al miracolo del bicchiere. Di Giovanni Maria Mosca e Paolo Stella (1529).
  9. Sant'Antonio fa parlare un neonato, perché attesti la fedeltà della madre. Di Antonio Lombardo (1505)
  • Fra la III e la IV cappella, navata sinistra, è la meravigliosa Tomba del giureconsulto Roselli, opera di Pietro Lombardo

Gli altri ambienti

Il Chiostro

Veduta sulle cupole, le torricelle e campanili

Notes.png Vedi: Gli altri ambienti