GUIDA Perugia/Porte e Mura
MURA ETRUSCHE Perugia, posta tra i territori etruschi e umbri in posizione dominante sul Tevere che ne delimitava i confini, nasce da insediamenti villanoviani (fin dal IX secolo a.C.) riunitisi nel VI sec a.C. sui Colle Landone e Colle del Sole, separate da una sella, strutturandosi come città etrusca, sede di lucumonia e membro della Dodecapoli Etrusca. La costruzione delle sue mura in blocchi di travertino a secco avviene tra il VI e il III secolo a.C. Del loro perimetro di circa 3 km, creato in simbiosi con i colli, lunghi tratti sono ancora oggi ben conservati e ben visibili, specie sui versanti ovest e nord. La cinta muraria si presentava in pianta a forma di trifoglio ed era munita da almeno 7 porte d’accesso, di cui 6 sono tuttora esistenti e riconoscibili nelle loro impostazioni e strutture originarie etrusche, anche se modificate in parte dai Romani e nel medioevo.
PORTE ETRUSCHE E MEDIEVALI Le principali aperture lungo la prima cinta muraria etrusca (circa 3 km) furono: l'Arco di Augusto (verso nord), Porta Marzia (verso sud) e Porta Trasimena (verso ovest). Questo, non solo in considerazione della forma a "trifoglio" che assumeva la pianta della città, ma anche nel rispetto di un un'antica legge etrusca che prevedeva, appunto, tre accessi principali. In epoca medievale, poi, con l'espansione della città, le vecchie mura etrusche (e anche alcune porte) vennero inglobate nelle varie costruzioni o, addirittura, smantellate, per recuperare materiale da utilizzare per la costruzione della cinta esterna. E' anche per questo motivo che, spesso, alcune porte "esterne" prendevano il nome delle corrispettive più interne (corrispondenti per orientamento). Questo processo di costruzione medievale fu, comunque, un'opera articolata (XIII-XIV secolo), e portò la città a dotarsi di una cinta muraria di circa 6 km, che assolveva, oltre ad una funzione difensiva, anche una di contenimento del terreno (franoso in alcuni punti, visto anche la morfologia del territorio, caratterizzato da una serie di rilievi ed avvallamenti che separano i rioni). Si deve considerare, infine, che accanto agli accessi principali, spesso venivano aperte delle "porte secondarie" dette Postierle (poste dietro), aperte in prossimità delle rientranze delle mura, per consentire il passaggio pedonale nei punti più ripidi. Potevano trovare spazio anche le c.d. porte Libitine, dalle quali transitavano i defunti. Infatti, Libitina era la dea dei funerali e, anche in epoca medievale, accanto alle porte d'ingresso delle principali case, ve ne era un più piccola, per la quale usciva la salma e che, per l'appunto, era detta "porticina del morto". Prima di passare ad analizzare le singole porte è bene ricordare che solitamente, accanto al nome originario della porta, se ne riscontrano altri, di solito presi dal nome della chiesa più vicina o da quello di antiche e potenti famiglie che abitavano nelle vicinanze della porta. N.B. Nel corso dei secoli (XVI-XIX) la cinta muraria di Perugia ha subito restauri e manutenzioni tali da non recare più traccia dell'aspetto originario.
- Porta Sole
- Così sono state chiamate numerose porte di Perugia. L'originaria Porta del Sole sembra essere stata collocata sulla Piaggia dei Calderari, in cima all'attuale Via Alessi.
- Arco dei Gigli
- Dove un tempo era l'antica Porta Sole oggi c'è questa porta etrusca modificata in epoca medievale, che riporta dei gigli nella sommità della volta, forse simbolo della famiglia Farnese, in onore di Papa Paolo III, che vi sarebbe transitato nel 1535.
- Arco dei Tei
- O Porta di S. Maria Nuova, risalente al XIV secolo, aperta nella prima cinta muraria; prende il nome dall'antica famiglia che abitava il borgo. E' l'unica porta che rimane nel largo di Porta Pesa; qui, infatti, v'era una porta distrutta per far spazio alla barriera daziaria innalzata al centro della piazza, e poi smantellata.
- Arco della Mandorla
- O Porta Eburnea, porta etrusca modificata in epoca medievale, che prende il nome da un probabile tempio tutto incrostato d'avorio che sorgeva nelle vicinanze, dedicato a Vertunno. Unica decorazione rimasta è una testa di leone in travertino. Rimangono anche alcune pietre con incisioni che probabilmente indicano "AUGUSTA PERUSIA, COLONIA VIBIA", apposta su tutte le principali entrate della città.
- Porta Cornea
- O di S. Ercolano, è una porta etrusca rimodellata in epoca medievale, che sopra l'arco riporta un leone, simbolo della fazione guelfa e dello stesso rione.
- Porta dei Funari
- Chiamata anche Porta Della Penna, Porta dei Vibi o Porta S. Croce è una porta medievale il cui nome deriva dagli artigiani che lavoravano corde e canapi in quella zona. Con la realizzazione della nuova Porta S. Croce, chiamata oggi Tre Archi, la Porta dei Funari risultò semi affossata a causa dell'innalzamento del livello stradale; non fu più quindi utilizzata e venne murata, per poi essere sfruttata come latrina pubblica. Attualmente è stata riaperta.
- Porta del Bulagaio
- Risale al 1765 e prende il nome dal fosso sottostante: alcuni storici sostengono la sua derivazione da bugliare, cioè buttare rifiuti; oppure da bulicame, vena d'acqua, e infine buligame, profondità.
- Porta della Conca
- Detta anche Elce di sotto, risale al trecento; la struttura si caratterizza per la presenza di due torri quadrate, modificata durante l'ottocento, oggi è sede della Facoltà di Giurisprudenza.
- Porta dello Sperandio
- Probabile porzione della struttura posta a protezione del Borgo di S. Angelo, la porta deriva il suo nome dal vicino convento, il cui portone riporta la scritta "spera in Dio".
- Porta di Braccio
- Detta anche Porta Romana o Porta di S. Costanzo risale al 1270 ed è inclusa nei giardini dell'Abbazia di S. Pietro, che attualmente sono annessi alla Facoltà di Agraria dell'Università degli Studi di Perugia.
- Porta di Elce di sopra
- O Porta della Conca, risale al 1300 circa, ma spesso è stata chiusa per motivi daziari.
- Porta di Sant'Antonio
- Dalla vicina Chiesa di S. Antonio Abate, risale al 1270. Il 14 settembre 1860, i soldati del Re Vittorio Emanuele II entrarono a Perugia proprio attraverso questa porta, come testimonia la lapide posta sopra l'arco.
- Porta Marzia
- Chiamata così forse per la vicinanza di un tempio in onore di Marte, oggi viene anche chiamata Porta S. Pietro o Porta Romana e risale al III secolo a.C.
- Porta S. Simone
- O Porta del Carmine, era considerata la vera porta d'accesso alla città.
- Porta San Costanzo
- La cosiddetta Portaccia. Da questa porta il 20 giugno 1859 entrarono i soldati svizzeri guidati dal generale Schmidt che restauravano il Governo Pontificio nella città.
- Porta San Giacomo
- Prende il nome dalla vicina chiesetta di S. Giacomo. Detta anche Porta del Castellano, Porta S. Prospero, Porta dell'Olmo
- Porta San Girolamo
- Porta Romana o Porta Alessandrina; il suo nome deriva dal vicino francescano cui appartiene anche la loggia sovrastante.
- Porta San Pietro
- Detta anche Porta le Due Porte, originariamente era costituita da due archi: la porta conserva da questo lato il suo aspetto trecentesco, e in una nicchia è conservato il dipinto della Madonna del Rosario di Lorenzo Faina (1817). La porta esterna è stata sottoposta a rifacimento secondo uno stile rinascimentale, ed è considerata insieme alla Porta Capuana di Napoli uno degli ingressi in città più belli d'Italia.
- Porta Santa Croce
- Chiamata Porta Nuova o dei Tre Archi per via della sua facciata, presentava aperto solo l'arco centrale.
- Porta Santa Margherita
- Dall'antico monastero di S. Margherita - poi ospedale psichiatrico nel 1818 - al quale si giungeva proprio attraverso questa porta.
- Porta Santa Susanna
- Prende il nome dall'antica chiesa di S. Susanna che sorgeva dove ora c'è S. Francesco al Prato nel XIV sec. Porta S. Andrea o Porta della Colombaia, nei secoli la porta è stata ritoccata ed è scomparsa l'immagine della Madonna sotto l'arco
- Porta Sant'Angelo o degli Armeni
- Nel XIV secolo aveva una funzione di torrione difensivo; nel 1479 divenne un fortino con porta caditoria, botole e feritoie. Oggi al suo interno è collocato il Museo delle Mura.