GUIDA Piemonte/Ritratto della Regione/Viticoltura
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Piemonte/Ritratto della Regione/Viticoltura
- A partire dal XVII secolo le notizie sulla viticoltura e sull'organizzazione della produzione di vino sono sempre più numerose e le tecniche enologiche erano ancora mancanti dell'ultimo ed essenziale anello: la conservazione in bottiglia del vino finito, con la chiusura del tappo di sughero. Agli inizi del XIX secolo c'era una grande incertezza su quali fossero i vitigni più adatti alla vinificazione (oltre alla difficoltà di destreggiarsi tra i loro nomi, i loro sinonimi locali, i termini dialettali), su quale fosse la loro produttività e la loro adattabilità alle condizioni climatiche locali e l'esigenza di un miglioramento delle conoscenze fece nascere in ambito piemontese diversi studi e varie sperimentazioni viticole. Le vigne del Monferrato , accuratamente coltivate, erano una delle poche zone dove a partire dall’anno 1840 era iniziata la lenta diffusione dell'uso del filo di ferro in sostituzione delle pertiche e canne orizzontali. Nell’anno 1872, a seguito della necessità di effettuare studi per migliorare la produzione, fu fondata la Stazione Enologica di Asti e la Stazione Enologica Sperimentale di Gattinara . L'attività di questi istituti concerneva l'analisi chimica della vite e le ricerche sulle sue malattie, le analisi fisico-chimiche dei terreni, le ricerche sui concimi, l'analisi dell'uva nelle varie fasi di maturazione, le ricerche chimiche sui fenomeni della fermentazione, le analisi del mosto e del vino sulla loro composizione, falsificazioni e malattie, le ricerche sui migliori sistemi di fabbricazione e di conservazione del vino, lo studio delle macchine, degli strumenti e degli arnesi a tale scopo destinati. Oltre all'esame organolettico dei vini circa la limpidezza, il colore, il sapore, lo stato, si determinavano anche il peso specifico, l'alcol, l'acidità totale, le materie estrattive e la cenere pura, si eseguivano due prove al microscopio, una appena sturato il vino, l'altra dopo un certo periodo di contatto con l'aria. Si misuravano il tannino per i vini rossi e lo zucchero per i dolci. I risultati dei lavori dovevano essere diffusi e pubblicati tramite gli Annali. Verso la fine del XIX secolo, per formare il personale tecnicamente preparato e specializzato nell'ambito del vigneto e della cantina, fu fondata la Scuola di Viticoltura ed Enologia di Alba (all'atto della sua istituzione la scuola possedeva un podere in collina di circa sei ettari coltivato per lo più a vigna, con un caseggiato rustico, una cantina, una tinaia). La scuola, oltre all'insegnamento impartito agli alunni, diede istruzioni ai viticoltori per combattere la muffa peronospora (la tignola dell'uva), diffuse la pratica dell'innesto e dell'ibridazione delle viti americane con le viti locali e si dotò di un laboratorio chimico per l'effettuazione delle analisi enologiche, dei terreni e dei prodotti della viticoltura. Oggi la produzione di vino è quantitativamente modesta (circa un diciannovesimo di quella italiana) ma caratterizzata da alcune qualità pregiate come "Barolo", "Barbera", "Dolcetto", "Nebbiolo", "Barbaresco", "Grignolino".
- Curiosità:
- - Nell’anno 1838 i primi a saggiare le vie dell'esportazione furono i fratelli Giuseppe e Luigi Cora : il loro esperimento di vendita in America ebbe notevole successo, tanto che la Casa Cora che aveva sede nell'attuale Via XX Settembre (allora Via della Provvidenza ) si dovette ingrandire.






