GUIDA Ravenna/Basilica di San Vitale
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Storia
La Basilica di San Vitale è fra i massimi monumenti paleocristiani in Italia ed è iscritta nella lista dei Siti UNESCO nella categoria Monumenti paleocristiani di Ravenna. La chiesa fu voluta da Ecclesio nel 526, grazie ai finanziamenti del banchiere greco Giuliano l'Argentario, amico di Giustiniano e rappresentante del potere bizantino durante i convulsi anni della discesa dei goti. Giuliano è raffigurato nei mosaici absidali e qua e là campeggia bellamente il suo monogramma. La chiesa fu consacrata dal vescovo Massimiano nel 578.
San Vitale è la più antica delle quattro basiliche ravennati. Era affiata ai Benedettini e divenne un importante centro economico lungo la via Romea.
Descrizione
Esterno
Si accede al monumento attraverso un bel nartece preceduto da un quadriportico. Si noti il pavimento composto da lastre tombali. Il portico è opera di Andrea della Valle del 1562 e custodisce vari frammenti (plutei, lastre, sarcofagi) di epoca romana e paleocristiana. Al centro campeggia una statua di Clemente XII
La chiesa, a pianta ottagonale, è preceduta da due torri che permettevano l'accesso al matroneo. Quella di destra è stata trasformata in campanile ed è anticipata da un bell'archivolto bizantino. La struttura all'esterno è arricchita da alcuni contrafforti e dalla presenza delle cappelle absidali. Al centro, svetta il tiburio. La costruzione in laterizio semplice è fatta da un opus detto giulianeo, dal nome dell'Argentario, che si basa su dei mattoni schiacciati e sottili.
Interno
L'interno è uno scrigno di raro splendore e suggestione, coperto da una ricca decorazione marmorea e musiva. Si articola in un unico ambulatorio interrotto dalle cappelle dell'abside e dai pastofori, ovvero il diaconicon dove si conservavano gli abiti sacri e la prothesis dove si raccoglievano le offerte dei fedeli nelle chiese paleocristiane. Queste cappelle non sono poste in asse con l'ingresso affinchè l'altare potesse volgere ad Oriente, verso Costantinopoli.
Le campate sono interamente decorate da mosaici e marmi. Gli affreschi della cupola, invece, sono opera di Serafino Barozzi, Jacopo Guarana e Ubaldo Gandolfi. Notevoli i capitelli e i pulvini.
- Abside
- Nell’intradosso dell’arco trionfale sono 15 tondi con busti del Redentore, gli Apostoli, San Gervasio e San Protasio
- In basso notevole è i Trono di Nettuno, costruito con pregevoli bassorilievi di spoglio
- I fianchi dell’abside sono aperti da un passaggio e dalle logge del matroneo. Si notino i capitelli del primo e del secondo livello.
- Nelle lunette del primo livello: Offerte di Abele e Melchisedec, Storie di Mosè e Isaia, Ospitalità di Abramo, il Sacrificio di Abramo, Geremia e Mosè riceve le tavole.
- Affianco al matroneo: Evangelisti
- Nella volta: Angeli, ghirlande e frutti e, in posizione centrale, l’Agnello Mistico (verso il quale si rivolgono gli angeli)
- Al centro è l’altare maggiore, del vi secolo, coperto da una magnifica lastra di alabastro cesellata.
- Nel catino absidale Cristo fra gli Angeli, San Vitale ed Ecclesio. Ai lati: Giustiniano fra funzionari e sacerdoti (compaiono sia Massimiano che Giuliano il greco) e Teodora fra le matrone. Si tratta di due rappresentazioni celeberrime, raffigurate s tutti i libri di storia.
- Sulle pareti dell’abside, in basso: sontuose decorazioni marmoree e tarsie di madreperla con monogramma dell’Argentario.
- Arco dell’abside: Angeli, Betlemme e Gerusalemme