GUIDA Santa Maria di Licodia/Storia
Il paese nacque sul sito della antica città di Inessa, fondata nel XII o XI secolo dai Sicani, così come conferma Polieno Macedone.
Occupata, nel 461 a.C., dai profughi siracusani (provenienti dalla città di Etna, l’attuale Catania) fu chiamata Etna dallo stesso popolo, in ricordo della loro terra d'origine, anche se per lungo tempo gli storici continuarono a indicare la città con entrambi i nomi.
Durante il periodo romano l’economia del paese si resse prevalentemente sulla coltura del grano e sull’attività di abili tessitori.
Etna faceva parte delle città dette Decumane ed aveva una propria zecca in grado di coniare le proprie monete (come altre città siciliane).
Si trova menzione della città negli "itinerari romani", ma nessuno segna l’epoca della sua distruzione.
Della città si hanno notizie sino all’epoca Imperiale intorno al 117 d.C.
Nel dicembre del 1205, il monastero di Santa Maria di Licodia (a cui si accenna nella sezione Etimologia), venne innalzato alla dignità abbaziale con la facoltà ai successivi abati di far uso della mitria, dell’anello e del baculo. Inoltre venne assegnato al monastero il priorato di San Leone del Panacchio (nei pressi di Nicolosi) e di San Nicolò.
Con un decreto del marzo 1344, l' abate Jacopo de Soris spostò il monastero più a nord, nei pressi della sua residenza. E’ questo il periodo di maggior sviluppo del paese che si divise addirittura in: Licodia Vetus e Licodia Nova.
A seguito dell’edificazione del grande monastero di San Nicolò l’Arena di Catania, il priorato fu trasferito dalla sede di Licodia a quella di Catania. Fino al 1884 (anno in cui furono applicate le leggi di confisca dei beni ecclesiastici) nella casa madre rimasero alcuni monaci e l’abate mantenne il titolo di Santa Maria di Licodia e San Nicolò l’Arena.
Tra il 1867 e la seconda nel 1878, il paese fu colpito da un’epidemia colerica.
Per decreto di Ferdinando II (20 agosto 1840) a partire dal gennaio 1841 Santa Maria di Licodia divenne comune autonomo e indipendente da Paternò, da cui era dipeso fin dal 1817. La totale cessione del territorio da parte del comune di Paternò avvenne però soltanto nel 1878.
Durante la Seconda Guerra Mondiale gli abitanti trovarono rifugio dai bombardamenti nelle vigne limitrofe.
La storia recente ha visto il paese in continuo sviluppo demografico ed economico grazie anche alla produzione di agrumi e di oliva, grazie alla quale ha ricevuto il toponimo di Città dell’olio d’oliva.






