GUIDA  Spoleto/Basilica San Salvatore

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Spoleto/Basilica San Salvatore

Basilica San Salvatore - Panoramica
Basilica San Salvatore - Panoramica

  • Ubicata alla periferia centro orientale della città a poca distanza dal Monastero San Ponziano ed inizialmente dedicata ai due santi taumaturgi Concordio Martire e Senzia, ha una datazione compresa tra la prima metà del IV secolo e la prima metà del VII secolo. La purezza e la classicità delle linee architettoniche (in particolare del presbiterio) e l’analisi dei rapporti proporzionali tra la navata maggiore e le due laterali (la cui larghezza è maggiore della metà di quella centrale) fanno propendere per l’ipotesi di una Basilica paleocristiana di probabile origine funeraria, nonostante sia stata sottoposta a diverse varianti e modifiche durante il corso dei secoli. A decorrere dall’inizio del IX secolo fu intitolata a San Salvatore e, successivamente, riacquisì la primitiva intitolazione che mantenne fino al 1500 quando assume il nome di Chiesa del Crocefisso, con la realizzazione sulle pareti dell’abside di affreschi che richiamavano tale culto. A partire dal XX secolo, dopo una serie di lavori di restauro, la Basilica riprese definitivamente l’attuale titolo di San Salvatore. Annesso alla Chiesa vi è un Monastero che fu benedettino (oggi in completo degrado) in cui fu ospitata una comunità monastica femminile benedettina dall’anno 1064 all’anno 1236, poi soppressa d’autorità dal Papa. Tra gli anni 1236 e 1249 vi subentrarono gli eremiti agostiniani, poi ospitò le suore Agostiniane fino all’anno 1456, quando furono sostituite dalle suore del Terz’Ordine dei Servi; nell’anno 1624 si insediarono gli Agostiniani Scalzi che ingrandirono il Monastero e vi restarono fino all’anno 1857.

Esterno

  • La facciata conserva ancora le tre porte e le tre finestre, pur avendo perduto la sua partizione primitiva. Le tre porte della Basilica ci sono giunte in condizioni frammentarie, e di queste solamente quella centrale, superbamente ornata da una croce palmata con girali vegetali a foglie d’acanto, volute, cornici a fusaruole, ovuli e dentelli classici, ha conservato la sua funzione d’uso; le altre apparivano murate, prima dell’ultimo restauro, anche se è possibile distinguerne gli elementi costitutivi. È probabile che la parte inferiore della facciata fosse in origine ricoperta da intonaco e quella superiore rivestita di un bugnato in pietra. Nella parte superiore della facciata spiccano le tre finestre mentre le finestre laterali sono del tipo a frontone. Il prospetto della Basilica era suddiviso in due ordini da una cornice orizzontale, solo in parte conservata, da cui partivano quattro lesene scanalate sormontate da capitelli e coronate da fregio e timpano triangolare. L’abside esternamente è rettangolare e la presenza delle due absidiole laterali fa quasi assumere l’aspetto di una seconda facciata alla parte posteriore, oggi parzialmente nascosta da un rinterro.

Interno

  • La Basilica originaria si mostrava con una sequenza di colonne doriche, sottoposte ad una trabeazione jonica e concluse in alto da una cornice, sulla quale trovavano posto una serie di lesene ioniche racchiudenti riquadri simili a finti matronei; la sopraelevazione della navata centrale, di altezza superiore all’attuale si articolava in ampie finestre a tutto sesto, ornate di ghiera. Le navate laterali mancavano degli ambulacri terminali, nel presbiterio alte colonne corinzie, associate ad una trabeazione dorica, sostengono una volta a crociera. La facciata, diversa dall’attuale (intorno all’anno 540, durante le guerre gotiche, l’edificio fu distrutto da un incendio, di cui rimane testimonianza, che provò il crollo delle navate e della facciata), era impreziosita da un portico di cui rimangono le fondazioni. Trent’anni più tardi diedero luogo alla ricostruzione utilizzando, per quanto possibile, le parti superstiti. Le pareti furono ricostruite con altezza minore; le sette campate furono rinforzate con pilastri; le due navate laterali furono prolungate con due ambulacri absidati. Nell’VIII secolo, forse a seguito di un evento sismico, fu necessario un nuovo cospicuo intervento di restauro in cui fu abbassata l’altezza della navata e furono soppresse le finestre, furono tamponate quasi tutte le campate e aggiunte al presbiterio due rozze colonne di sostegno. Oggi si presenta a tre navate divisa da tamburi di colonne doriche e da pilastri in sette campate. La navata principale, sulla quale si aprono grandi finestre, termina con un’abside semicircolare affiancata da due ambulacri laterali quadrati, che la superano in lunghezza, anch’essi absidati, e ruotati verso sud. Nel presbiterio tre alte colonne corinzie, con l’ausilio dei due rozzi sostegni medievali ed associate ad una trabeazione dorica, che sostengono un’alta cupola terminante con una lanterna. Nell’abside, al centro del muro curvilineo, in un arco a sesto oltrepassato v’è una croce gemmata, resto della decorazione collegata al rifacimento dell’VIII secolo.
Curiosità:
- Nel corso di recenti lavori di restauro, durante lo smontaggio del fregio dell’architrave della porta centrale, la facciata posteriore ha rivelato l’appartenenza del grande monolite ad un monumento funerario romano dei I secolo d. C.
- La chiesa fa parte del patrimonio mondiale dell’UNESCO come parte del sito seriale “I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)”.