GUIDA  Spoleto/Edifici Religiosi/Sant’Angelo di Nace

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Spoleto/Edifici Religiosi/Sant’Angelo di Nace

Chiesa Sant'Angelo di Nace - Panoramica
Chiesa Sant'Angelo di Nace - Panoramica

  • E’ una piccola chiesa rurale ubicata alla periferia nord orientale della Frazione Camporoppolo, lungo il rettifilo dell’antico diverticolo della Via Flaminia (all’imbocco di due assi viari che conducono rispettivamente alle Frazioni Camporoppolo e Camposalese), e comunemente denominata dai locali "Sant’Agnorillu" ("Sant’Angioletto"). Romanica e risalente intorno al XIII/XIV secolo, è sorta al centro di uno snodo viario importante per le comunicazioni interne alla piana spoletina e presumibilmente sul luogo in cui avvenne nel corso della I guerra civile romana una sanguinosa battaglia tra le truppe di Silla e quelle di Mario (da cui deriverebbe il nome Nace, che in origine poteva essere Nece , dal latino Nex/necis, in riferimento alla strage).

Esterno

  • L’edificio, con la facciata sovrastata da un alto campanile a vela centrale, è di piccole dimensioni ed è stato realizzato nella parte bassa con filari regolari di blocchetti di calcare bianco. Nella lunetta sopra il portale si vede un affresco quasi del tutto perduto rappresentante la Vergine col Bambino. La struttura riceve luce da tre feritoie (che all’interno appaiono come strette finestre strombate), due sul lato sinistro, una su quello destro. Sulla parete presbiteriale esterna, in alto, c’è una rozza apertura a croce greca, non più visibile dall’interno.

Interno

  • A navata unica con tetto a doppio spiovente e copertura a capriata lignea presenta la pavimentazione (rialzata di un gradino in corrispondenza dell’area presbiteriale) in laterizio. Sulla controfacciata si addossa, ai lati dell’ingresso, un sedile in muratura. Le pareti laterali e quella di controfacciata sono tinteggiate di bianco, con una fascia celeste ed una rossa a ridosso del tetto, con una grigia striata a livello del pavimento; restano ovunque tracce di affreschi quattrocenteschi. La parete di fondo, in cui si appoggia l’altare maggiore, è stata dipinta a tempera, presumibilmente tra la fine del XVI e il XVIII secolo, con una finta architettura color ocra; in alto il campo rettilineo è culminato da quattro vasi di fiori, due grandi e due piccoli e, sopra, da due angeli che sollevano un ostensorio. Del ciclo di dipinti quattrocenteschi restano tracce su tre lati.